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Analisi tattica Inter-Juve: Kulusevski è prezioso, il pressing funziona bene

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Analisi tattica Inter Juve: la partita di San Siro analizzata nei dettagli. Le mosse di Antonio Conte e Andrea Pirlo

Per quanto in assoluto non sia stata certo una prestazione brillantissima (d’altronde, molti titolari erano in panchina), è positivo che finalmente la Juve stia iniziando a vincere anche partite non particolarmente entusiasmanti. Il successo di San Siro, che avvicina i bianconeri alla finale di Coppa Italia, è doppiamente significativo perché è arrivato dopo un pessimo avvio, che sembrava il preludio di una nuova debacle. Basti pensare a come è arrivato il gol di Lautaro, con la squadra molto fragile nella transizione difensiva. Dopo un cross respinto da Alex Sandro, i bianconeri si sono fatti bucare in mezzo: Demiral si è fatto anticipare da Sanchez, mentre Alex Sandro è andato in difficoltà su Barella.

I bianconeri sono però riusciti ad approfittare in modo chirurgico delle imprecisioni nerazzurre, segnando – forse nel momento di maggiore difficoltà – i gol che hanno deciso la partita. D’altronde, il pareggio è arrivato nella prima palla che la Juve ha messo oltre la trequarti, per giunta con un cross sparato in curva (molto ingenuo Young). Anche se la vittoria nel complesso forse episodica e senza troppe indicazioni per il futuro (per larghe fasi del match la Juve si è difesa e basta), ci sono comunque alcuni aspetti tattici da rilevare.

Il pressing funziona

Prima di tutto, il pressing – che nell’impegno di campionato era stato disastroso a 360° – ha funzionato molto meglio. La Juve impediva ai nerazzurri di costruire in modo pulito dal basso, la squadra scivolava e accorciava con i tempi giusti. Da segnalare in particolar modo la generosità di Kulusevski, che ha fatto un grande lavoro su Brozovic: a differenza del match di campionato, l’Inter ha faticato nel trovare libero il proprio plau. In mezzo, Bentancur accorciava su Vidal mentre Rabiot rimaneva più bloccato. Demiral e De Ligt erano anche piuttosto precisi nell’accorciare sulle punte rivali quando i padroni di casa lanciavano su Lautaro e Sanchez. I bianconeri hanno così impedito all’Inter di uscire in modo pulito dal basso, vanificando uno dei principali punti di forza della squadra di Conte.

Poche volte l’Inter ha trovato Barella libero tra le linee. Inoltre, senza Lukaku, i nerazzurri non hanno neanche potuto utilizzare la risorsa del gioco lungo. E’ stato quindi molto più problematico del solito fare progredire l’azione.

Arthur addormenta la partita

Nel corso del secondo tempo, la Juve non riusciva però più a risalire. La gestione del possesso era diventata problematica, con troppi errori nei disimpegni: le occasioni più nette dell’Inter, tra cui quella di Sanchez, sono nate proprio da palloni recuperati nel terzo di campo bianconero. Non stupisce quindi che Pirlo sia corso ai ripari, inserendo un Arthur Melo che ha consentito alla Juve di gestire con molta più sicurezza il pallone. L’ex Barcellona ha fatto vedere la sua tecnica e la sua eccellente resistenza al pressing, con l’intera squadra che ha addormentato bene la partita e fatto girare a vuoto l’aggressività nerazzurra.

Insomma, ci sono ancora ampi margini di crescita (il secondo tempo è stato troppo passivo). Nonostante ciò, seppur in una gara senza molti titolari, la Juve sa interpretare meglio i momenti della partita, senza più la fragilità di qualche settimana fa. Rispetto al match di campionato contro l’Inter, sembra passato molto più tempo dei 17 giorni effettivamente trascorsi.

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