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Analisi tattica Juve-Napoli Supercoppa: il rientro di Cuadrado cambia la squadra
Analisi tattica Juve-Napoli Supercoppa: la partita del Mapei Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Andrea Pirlo e Gennaro Gattuso
Al Mapei Stadium si affrontano la Juve e il Napoli in finale di Supercoppa. Il match e le mosse dei due allenatori analizzate e studiate nei minimi dettagli.
Miglioramenti nel pressing
La Juve di Pirlo centra il primo trofeo della stagione e si riscatta dopo il crollo di San Siro. Per quanto sia stata una gara molto bloccata e non certo entusiasmanti, abbiamo comunque visto segnali incoraggianti rispetto alla sconfitta di domenica. L’Inter riusciva sistematicamente a superare il pressing bianconero ogni volta che costruiva dal basso, attaccando poi in campo aperto e punendo la lunghezza rivale. Al contrario, questa sera la Juve è stata molto più convincente nel recupero palla: anche se a tratti si è abbassata troppo, ha impedito al Napoli di risalire e di trovare la profondità.
Raramente i partenopei trovavano le imbucate centrali: Arthur e McKennie erano bravi ad accorciare su Demme e Bakayoko, con il Napoli che faticava a consolidare il possesso. Bentancur restava invece più bloccato a protezione dalla difesa per contenere Zielinski. In assoluto, il merito più grosso della Juve è stato quello di non avere quasi mai concesso ricezioni tra le linee al polacco, una delle armi principali della squadra di Gattuso. L’intensità che la Juve ha messo nel pressing ha impedito ai partenopei di trovare varchi pericolosi, che davano costante sensazione di sterilità. I bianconeri sono stati quasi sempre attenti e intensi senza palla, con un Chiellini in grande spolvero che ha protetto benissimo il centro dell’area.
L’imprecisione di Kulusevski
In fase di possesso, la Juve è stata però più discontinua. Con Bentancur e Arthur in mezzo, abbiamo visto un modulo più simile al 3-2-5 di inizio stagione che non al 3-5- delle ultime settimane. I mediani agivano più bloccati e vicini tra di loro, mentre McKennie era sempre alto e verticale (tanti ottimi smarcamenti per l’americano): senza una vera prima punta in grado di giocare spalle alla porta, la Juve ha peccato spesso di incisività negli ultimi metri.
Ronaldo ha sbagliato tanto nel primo tempo, mentre Kulusevski è stato tanto bravo a muoversi quanto impreciso al momento dell’appoggio, vanificando tante situazioni potenzialmente pericolose. Non era facile trovare varchi contro un Napoli, come al solito, molto attendista e basso (basti vedere le posizioni di Lozano e Insigne): tuttavia, nonostante Arthur e Bentancur non siano sempre stati precisi, abbiamo visto buone verticalizzazioni tra le linee, con la Juve che è stata però poco lucida in zona di rifinitura. E’mancata soprattutto pulizia tecnica nella combinazione tra le punte. Per fortuna di Pirlo, Ronaldo è tornato al gol con una rete da finalizzatore puro, approfittando nel migliore dei modi dell’infortunio di Bakayoko.
Il rientro di Cuadrado
Un’altra notizia incoraggiante consiste nel rientro di Cuadrado, recuperato in extremis dopo la negatività al Covid. Il colombiano ha dato sicurezza alla fascia destra: quando la Juve consolidava il possesso, il 4-4-2 si tramutava in un 3-2-5, con il sudamericano larghissimo che dava ampiezza in una posizione alta e aperta.
Nella ripresa, con più spazi e un Napoli stanco, Cuadrado ha trovato più spesso la profondità ed è andato diverse volte sul fondo. Da un suo cross basso, per esempio, Manolas ha sfiorato l’autogol. Con lui a destra, la Juve ha più qualità e sicurezza nella gestione del possesso, soprattutto quando si affrontano squadre chiuse. Il colombiano sa creare superiorità numerica anche da fermo, con un cambio di passo degno di nota. Dopo la vittoria, il rientro del sudamericano è probabilmente l’aspetto più incoraggiante per Pirlo.