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Analisi tattica Juve Torino: De Ligt quasi insuperabile, Bentancur è dappertutto
Analisi tattica Juve-Torino: la partita dello Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Maurizio Sarri e Moreno Longo
(Di Jacopo Azzolini) All’Allianz Stadium si affrontano la Juventus capolista ed il Torino, nel classico Derby della Mole. Il match e le mosse dei due allenatori analizzate e studiate nei minimi dettagli.
De Ligt è un muro in mezzo
La Juve non è stata corta e costante nel pressing come a Genova. Anzi, ci è spesso allungati e schiacciati, con Sarri che nel corso del primo tempo si è lamentato più volte dell’eccessivo abbassamento della squadra. Nello specifico, il 4-4-2 senza palla bianconero si è fatto bucare troppe volte centralmente, con Berenguer servito diverse volte ai fianchi di Pjanic. In quelle circostanze, però, De Ligt è stato impeccabile, con uscite aggressive che hanno stroncato l’azione offensiva granata. Quando il Torino per risalire lanciava su Belotti, l’olandese era dominante dal punto di vista fisico, prevalendo tante volte con l’avversario. Ha anche ribattuto diversi tiri effettuati dai granata, con la palla che non è arrivata dalle parti di Buffon. Peccato per il rigore, che ha macchiato una prestazione maestosa in cui ha sopperito a qualche lacuna difensiva della squadra.
La crescita di Bentancur senza palla
Un altro che ha inciso parecchio è stato Bentancur. Da mezzala, il sudamericano sta migliorando sempre di più negli smarcamenti, ossia quella che forse era una sua lacuna. Oltre a buttarsi dentro per compensare i movimenti di Dybala e di Ronaldo quando svariano, Benta effettua un ampio set di movimenti senza palla. Si inserisce alle spalle del terzino /quinto avversario, effettua movimenti in diagonale che portano via l’uomo e va a dare ampiezza quando l’ala si stringe. Ha dato anche tanta intensità in mezzo, come dimostrano i 6 contrasti vinti.
Insomma, anche grazie a lui, il la circolazione della Juve è stata rapida e convincente, la palla ha girato bene da un lato all’altro del campo. Da segnalare anche un Dybala fondamentale nella manovra, con preziosi movimenti a venire incontro che, smistando il gioco verso sinistra, facevano guadagnare tanti metri alla squadra. Gli avversari raramente hanno letto i suoi abbassamenti. Pur essendo uscito al 79′, la Joya è stato il secondo giocatore della Juve con più passaggi effettuati, ben 48. Non stupisce che i bianconeri hanno costruito facilmente occasioni da gol: ci si muove meglio e la palla gira con più rapidità.
Le difficoltà di Pjanic e Bernardeschi
I giocatori che hanno faticato di più sono quelli che a Genova erano parsi in grande crescita, ossia Pjanic e Bernardeschi. Il bosniaco, anche se non sempre per colpa sua, ha sofferto la presenza ai fianchi di Berenguer. Il carrarino ha invece sbagliato molto tecnicamente. Spesso è stato impreciso quando c’era da premiare la sovrapposizione di Cuadrado, mentre una giocata errata al limite dell’area granata ha innescato la ripartenza che ha portato al rigore segnato da Belotti. Con gli spazi aumentati e la stanchezza degli avversari, nel secondo tempo Douglas Costa ha portato più pericolosità su quel lato.