News
Analisi tattica Juve Verona: Kulusevski cambia l’inerzia del match
Analisi tattica Juve Verona: la partita dello Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Andrea Pirlo e Ivan Juric
(Di Jacopo Azzolini) All’Allianz Stadium si affrontano la Juventus ed il Verona. Il match e le mosse dei due allenatori analizzate e studiate nei minimi dettagli.
Bonucci soffre Kalinic
Per quanto la Juve nel complesso abbia meritato di vincere (nel finale è stato un vero e proprio tiro a segno), il match contro il Verona è stato abbastanza discontinuo nel corso dei 90′. Dopo un buon inizio, i bianconeri hanno sofferto molto l’intensità scaligera, una squadra che si caratterizza per un pressing a uomo molto simile a quello di Gasperini. L’Hellas ha impedito per larghe fasi alla Juve di risalire, con un pressing corale in cui anche i difensori ricoprivano una posizione molto alta per accorciare sugli attaccanti rivali. I padroni di casa hanno in tal modo perso tanti brutti palloni, con parecchi duelli vinti dal Verona in mezzo al campo. La Juve ha molto sofferto l’intensità avversaria, con gli avversari che hanno effettuato parecchie transizioni corte.
Inoltre, seppur l’Hellas non abbia certo un livello tecnico sopra la media, i bianconeri sono stati passivi per ampie fasi del primo tempo, con un 4-4-2 troppo rinunciatario che consentiva al Verona di stanziarsi nella trequarti avversaria. La Juve ha patito molto Kalinic, con gli scaligeri che si aggrappavano molto a lui per risalire il campo. Il croato ha fatto un grande lavoro spalle alla porta, con Bonucci in affanno nel contenerlo. Ogni volta che gli scaligeri recuperavano palla, si aggrappavano a lui, il quale era molto bravo nell’addomesticare palla e generare ripartenze.
Dybala e Ramsey danno qualità nel fraseggio
E dire che a inizio gara la Juve sembrava in grado di manomettere con facilità il pressing avversario. Come sottolineato da Pirlo, l’Hellas adotta duelli individuali a tutto campo in fase di non possesso. Per superare questo sistema, sono necessarie rapide combinazioni centrali di prima che mandino fuori giri queste marcature. Pirlo nel post match si è detto soddisfatto da queste giocate, anche se a volte è mancata qualità nell’ultimo passaggio.
Dybala e Ramsey si sono mossi molto per mandare fuori posizione Empereur e Lovato, supportando i mediani e consentendo alla manovra di risalire. Soprattutto il gallese ha effettuato preziosi smarcamenti a venire incontro che aiutavano un centrocampo (formato da Rabiot e Arthur) costantemente preso dai mediani rivali.
Morata ha fatto un prezioso lavoro spalle alla porta, con scarichi rapidi, e Danilo si è reso protagonista di ottime conduzioni che hanno spaccato in due i rivali. D’altronde, contro un pressing a uomo, è fondamentale la capacità di saltare l’uomo e di vincere i duelli individuali, poiché un dribbling vinto ti porta grandi vantaggi. Insomma, anche se a volta è mancata la precisione, la squadra è parsa preparata bene su come creare buchi nel sistema avversario. Il problema è che, dopo un buon avvio, c’è stata poca brillantezza.
Kulusevski cambia la gara
Il gol di Favilli è arrivato nel momento peggiore della Juve, ma ha finito con dare una scossa alla squadra. Da quel momento, è stato un tiro al bersaglio verso la porta di Silvestri, con la Juve ha creato occasioni con estrema facilità e si è stabilità nella trequarti scaligera. Senza più una prima punta (Favilli è uscito per infortunio), il Verona non è piùriuscito a risalire con la palla.
L’ingresso di Kulusevski ha dato tanta pericolosità alla squadra. Lo svedese ha sostituito probabilmente il peggiore in campo, quel Bernardeschi che tra l’altro ha avviato l’azione del gol dell’Hellas con un passaggio sciagurato. L’ex Parma preferisce partire da destra (lì d’altronde ha segnato), ma anche a sinistra ha seminato il panico. Con lui, la Juve ha trovato bene il fondo e creato più facilmente superiorità numerica. Anche pestando la linea di fondo a sinistra, aveva la necessaria esplosività sul breve per puntare l’uomo: Faraoni ha molto sofferto la sua verve offensiva.
Purtroppo per Pirlo, non è bastato per ottenere la vittoria. Come detto dallo stesso allenatore bianconero, il difetto della Juve è stato quello di aspettare lo schiaffo prima di reagire. Nella prima ora, infatti, i bianconeri hanno sofferto molto l’intensità rivale in entrambe le fasi. E’ lì che Pirlo deve lavorare.