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Udinese Juve: Dybala illumina, ma i bianconeri si abbassano troppo – ANALISI

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Analisi tattica Udinese Juve di Serie A: la partita della Dacia Arena analizzata nei dettagli. Le mosse di Gotti e Allegri

La prima partita dell’Allegri Bis finisce con la beffa. A due facce la prestazione della Juventus: se nel primo tempo i bianconeri hanno gestito con tranquillità e fatto vedere cose interessanti, al contrario nella ripresa non ha funzionato quasi nulla. Vero che i gol sono arrivati a causa di pesanti svarioni del portiere, ma la Juve ha incontrato difficoltà in quasi tutte le fasi di gioco. Ha faticato a consolidare il possesso, non sfruttando bene i numerosi spazi in campo aperto, e si è abbassata eccessivamente.

Fare entrare Chiellini così presto ha forse condizionato in negativo il match, con l’Udinese che ha guadagnato verve e metri. Il pressing friulano si è alzato di intensità, la Juve ha faticato a uscire in modo pulito da dietro e a tenere palla. Anche i più positivi della prima frazione, come Bentancur, hanno perso lucidità, con troppi errori tecnici.

Un 4-2-3-1 mobile

E pensare che il match si era messo sui binari ottimali. Schierata con il 4-2-3-1, la Juventus aveva segnato praticamente ai primi tiri in porta, mettendo in discesa la partita. A inizio gara, lo scaglionamento era abbastanza fluido. L’esterno destro, Cuadrado, dava ampiezza: quello sinistro, Bernardeschi, entrava invece molto dentro al campo, in una posizione piuttosto stretta.

Erano soprattutto i movimenti di Bentancur e Dybala a creare problemi (e infatti hanno confezionato il primo gol). Con Ramsey che rimaneva più bloccato a protezione della difesa, l’uruguagio si sganciava spesso in avanti, con ottimi smarcamenti che bucavano le linee avversarie. Tant’è che a tratti sembrava più una mezzala: nonostante la posizione di mediano, lo vedevamo spesso in posizioni avanzate del campo. A volte si cambiava addirittura di posizione con Cuadrado, che si stringeva mentre l’uruguagio si apriva. Bentancur non aveva particolari compiti di regia, ma anzi si sfruttava maggiormente il suo atletismo.

Anche Dybala ha fatto la differenza. Oltre a incidere in zona gol, i suoi movimenti a venire incontro sono stati determinanti nella risalita della Juve. L’Udinese non leggeva bene i suoi smarcamenti, con i bianconeri che a inizio match riuscivano così a trovare l’uomo tra le linee. Avere segnato subito ha consentito di incontrare più facilmente spazi da attaccare, Dybala ha letto correttamente la zona in cui ricevere.

Problemi difensivi

Eppure, non è bastato per vincere, con anzi la Juve che è parsa sempre più confusa con il passare dei minuti. Come si è visto già nel primo tempo, Allegri non intende impostare un pressing alto: la squadra era piuttosto attendista dietro, si schiacciava senza vergognarsi di lasciare palla all’avversario. Il problema è che non è semplice aspettare in basso agli avversari e restare per tanto tempo senza il controllo del pallone. La Juve oggi è stata spesso fragile, come per esempio in occasione del rigore dell’Udinese, in cui è fatta bucare troppo facilmente per vie centrali. C’è bisogno di più attenzione e reattività se l’intenzione è quella di difendersi a ridosso della propria area.

Inoltre, se si sta per troppo tempo bassi poi non è semplice riuscire a risalire, perché c’è tanto campo davanti. Un qualcosa che è emerso con chiarezza nella ripresa, dove una Juve molto stanca ha buttato troppe volte su la palla, poiché costretti dal pressing avversario. I bianconeri non sono stati abbastanza bravi nell’ordinarsi col palleggio e mandare fuori giri gli avversari.

Il pareggio finale è stato condizionato pesantemente dagli errori del portiere, ma è anche conseguenza di una ripresa che ha enfatizzato molte fragilità juventine. Allegri ha molto da lavorare.

 

 

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