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Andy Selva: «Raspadori da Juve, ma oltre a lui prenderanno anche…» – ESCLUSIVA
Andy Selva, ex calciatore del Sassuolo, ha parlato in esclusiva a Juventusnews24 verso la partita contro la Juve
L’incrocio tra Sassuolo e Juve fa venire a galla diversi temi: Allegri (ex), Raspadori, Frattesi ma non solo. In esclusiva a Juventusnews24, l’ex calciatore neroverde Andy Selva ha parlato così degli argomenti d’attualità che segnano l’avvicinamento al match del Mapei Stadium.
Che idea si è fatto sulla stagione della Juventus?
«Non vedere la Juve in alto fa sempre strano. È un momento particolare per tutto il calcio ma mi son fatto due domande. Ci sono stati diversi problemi, ma partiamo dal presupposto che non condivido le critiche ad Allegri: conoscendolo, so che è un top e che da sempre il massimo quindi criticarlo è un po’ assurdo. Ma capisco i tifosi e il momento, la Juve non è mai stata abituata a lottare per certe posizioni».
Nel 2004/2005 è stato allenato alla Spal da Massimiliano Allegri, agli inizi della sua carriera in panchina. Che tipo di allenatore era all’epoca?
«Era come è a Torino: un vincente. Si vedeva già dall’inizio, trasmetteva tranquillità all’ambiente, ai giocatori. Riusciva a prevedere le giocate, le vedeva prima degli avversari e aveva quel non so che che lo contraddistingueva rispetto agli altri allenatori».
Pensava sarebbe arrivato così in alto?
«Quello non me lo sarei aspettato ma si sapeva che in Serie A sarebbe arrivato. Nell’arco della mia carriera ne ho visti tanti di allenatori ma ripeto, lui si è contraddistinto su tutti sia per metodo che per prospettive. Si vedeva che aveva qualcosa in più».
È stata corretta, secondo lei, la scelta della Juve di puntare su di lui l’estate scorsa?
«Credo che lui sia sempre il solito: un esperto, un vincente. Non ce ne sono tanti in giro come lui. L’ambiente Juve vuole sempre la vittoria. Puntare magari su un emergente poteva portare dei frutti come no, quindi si è andati sul sicuro. Si è pensato di andare su chi già conosceva l’ambiente e penso che la scelta di Agnelli sia stata quella giusta».
C’è un aneddoto particolare o un ricordo più piacevole che la lega a lui?
«Quando ero alla Spal con lui, mi volle portare anche al Sassuolo. Mi fece onore che, uno del suo calibro, mi richiedeva espressamente. Col tempo abbiamo poi stretto il nostro legame e siamo bene o male sempre rimasti in contatto. Gli auguro ovviamente ogni bene per la sua carriera, merita solo il meglio. L’ultima volta ci siam sentiti in tempo di pandemia per sapere come stavamo e come stavano le nostre famiglie».
Proprio la Juventus, lunedì, affronterà il Sassuolo, sua ex squadra. Che tipo di partita si aspetta?
«Sarà una partita difficile perché il Sassuolo quest’anno ha messo sotto tutte le grandi e, soprattutto in trasferta, ha centrato dei risultati come contro la Juve. I bianconeri, però, devono vincere per blindare questo quarto posto. Al Mapei devono fare risultato pieno, anche perché la Roma è lì vicino e quindi non si possono fare passi falsi».
A legare le due squadre è il nome di Giacomo Raspadori. Lo vede già un giocatore da Juve?
«Calcolando che è molto giovane, fa già parte della Nazionale e ha vinto l’Europeo. Se non è da Juve è comunque da prime quattro della classifica o giù di lì. Bisogna puntare sui giovani: ci si lamenta sempre per i mancati risultati, del fatto che non si va ai Mondiali, ma nessuno ha il coraggio di puntare veramente sui giovani. La Juve ha investito tanto sotto questo aspetto, poi qualche colpo è andato a buon fine e qualcuno no, ma credo che l’ottica di investire nel futuro sia giusta e Raspadori è un profilo adatto».
Potrebbe essere lui il sostituto di Dybala?
«Credo che la Juve non lo prenda al posto di Dybala ma che, oltre a Raspadori, acquisti qualcun altro perché Dybala è un giocatore importante, lo dicono i numeri, quindi non può essere sostituito solamente da un calciatore. La Juventus punta diversi talenti, anche Zaniolo, e secondo me fa bene».
E su Frattesi invece? Si è parlato anche di lui in ottica Juve…
«La Juve ha una rosa talmente ampia che può prendere chiunque. Credo che Allegri e Agnelli abbiano già in testa la squadra del prossimo anno e quindi, oltre ai titolari, hanno bisogno di altri undici giocatori pronti a subentrare. Frattesi è un profilo giusto».
Spostiamoci sullo Scudetto. Chi vede favorita per il titolo?
«Penso che già dopo Roma-Inter si potrà capire tanto. Se il Milan non perde ha l’occasione di scappare via se l’Inter non vince. Difficile dire chi è la favorita, ci si giocherà tutto fino all’ultima giornata».
Per la Juve lo Scudetto è ormai un’utopia. Pensa che la Coppa Italia basti per salvare la stagione?
«Beh credo che la Juve, come detto prima, ha iniziato un nuovo progetto investendo molto sui giovani e allo stesso tempo ha dovuto fare i conti con i tanti infortunati come ad esempio lo stesso Dybala o anche Chiellini e Bonucci, che sono una coppia centrale storica che ha portato tanti successi alla Juve e all’Italia. La loro esperienza è mancata, sono stati poco presenti in campo nei momenti delicati. Non è stata sicuramente un’annata facile, ma ad oggi la Juve deve obbligatoriamente centrare il quarto posto e magari portare a casa un trofeo, che non fa mai male. E in questo aiuta proprio la Coppa Italia».
Uno dei giocatori simbolo, di questa Juve, è Dusan Vlahovic. Si aspettava questo tipo di impatto dopo pochi mesi?
«È un grandissimo giocatore, talentuoso, giovane, di prospettiva. È stato fatto un grandissimo acquisto a livello europeo: la Juve ha speso tanto, ha visto in lui il futuro e ha deciso di anticipare l’acquisto per strapparlo anche alla nutrita concorrenza. È già tra i dieci migliori al mondo nel suo ruolo, poi ad oggi gioca in uno dei club più prestigiosi».