Arianna Mihajlovic: «Non abbiamo detto a Sinisa che stava morendo»
Connettiti con noi

Hanno Detto

Arianna Mihajlovic: «Non abbiamo detto a Sinisa che stava morendo»

Avatar di Redazione JuventusNews24

Pubblicato

su

A un anno di distanza dalla sua scomparsa, tanti parlano di Sinisa Mihajlovic. Oggi sul Corriere della Sera lo fa Arianna Rapaccioni, sua moglie dal 1995

A un anno di distanza dalla sua scomparsa, tanti parlano di Sinisa Mihajlovic. Oggi sul Corriere della Sera lo fa Arianna Rapaccioni, sua moglie dal 1995.

NON PENSAVA CHE MORISSE – «No. Poi, certo, non sono stupida e la sua era una malattia importante, ma anche lui negava l’evidenza. Se qualcuno gli chiedeva cos’aveva, diceva: amo’ che malattia ho? Mi chiamava così: amore. E io: hai la leucemia mieloide acuta. Sinisa non leggeva i referti, non guardava su Internet, voleva solo sapere quali cure fare. Ha sperato fino all’ultimo di guarire. Ha lottato come un leone, ha fatto cure allucinanti, due trapianti, una cura sperimentale tostissima… Gli sono stata accanto negli ospedali per quattro anni. Credo che il mio stato di choc dipenda anche dalla sofferenza vissuta insieme. Ricordo ancora i suoi occhi terrorizzati quando ci hanno detto che aveva una recidiva. Ricordo gli esami che andavano male».

L’ULTIMO MESE – «Nell’ultimo mese, i medici mi hanno detto che sarebbe morto, Non sapevo se dirglielo. Mi sono confrontata con tutti e cinque i figli. Non l’ho detto a nessun altro. Abbiamo deciso di non dirglielo, per non togliergli quel lumicino di speranza. D’altra parte, lui non ci ha mai chiesto se ce l’avrebbe fatta, ha sempre lottato perché era un uomo che non poteva accettare di morire. Infatti, una settimana prima di andarsene, ha detto: sono felice perché ho tutti coi e voglio invecchiare con tutti i figli e tanti nipoti, ne voglio altri, ne voglio una tavolata piena. Quello è stato un momento durissimo».

LE PAROLE NON DETTE – «Non siamo mai stati una coppia mielosa, che si dice “ti amo”. Nelle ultime settimane avrei voluto dirglielo e dirgli anche tante altre cose. Ma si sarebbe insospettito e non sapevo come fare. Poi, il giorno prima che morisse, è venuto il medico Luca Marchetti, un amico, e Sinisa, come al solito, gli fa: sei pessimo, quando mi fai uscire? Poi, gli ha detto: Luca, ti voglio bene. E io: a me non dici niente? Al che, mi fa: che c’entra, a te ti amo. Così, anche io gliel’ho detto che l’amavo».

RIMPIANTI – «Se ho un rimpianto, è per quello che non gli ho detto. Su quanta gli sono stata vicina, rimpianti non ne ho. Poi, magari, dopo piangevo».

Copyright 2024 © riproduzione riservata Juventus News 24 – Registro Stampa Tribunale di Torino n. 45 del 07/09/2021 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26692 Editore e proprietario: Sport Review S.r.l P.I.11028660014 Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso a Juventus Football Club S.p.A. I marchi Juventus e Juve sono di esclusiva proprietà di Juventus Football Club S.p.A.