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Baldini: «Portanova fa bene ad andare al Genoa. Punto su Fagioli»

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Francesco Baldini, ex allenatore della Juve Primavera, parla dei suoi ex giocatori: da Portanova, vicino al Genoa, a Fagioli

Alla guida della Juve Primavera, Baldini ha allenato tantissimi talenti: da Portanova a Fagioli, passando per Nicolussi e Petrelli. Il tecnico ne ha parlato a Gazzetta.it.

PORTANOVA«Tatticamente, lo considero una mezzala in un centrocampo a tre: faccio fatica a immaginarlo in altri ruoli, anche perché tra le sue doti migliori c’è l’inserimento. Con me faceva la differenza: d’altronde parliamo di un ragazzo che, in categoria, aveva nel proprio bagaglio 15-20 gol a campionato. Per questo andrebbe bene anche come trequartista atipico: in ogni caso, per sfruttarlo al 100%, non bisogna limitarlo dandogli piena libertà di movimento».

GENOA «Ci ho giocato dal 2003 al 2006, conosco benissimo la piazza e gliela consiglio assolutamente: troverebbe molto più spazio e, considerando il suo carattere, diventerebbe un idolo della tifoseria».

FAGIOLI «Allegri lo considerava un regista ‘alla Pirlo’: provammo l’esperimento, ma secondo me può fare meglio adoperandosi vicino alla porta. Prova e immagina giocate che altri non pensano nemmeno: prima di ricevere la palla, sa già cosa fare. Ha le caratteristiche da calciatore di alto livello: deve ancora crescere fisicamente, idem a livello mentale, ma punto ciecamente su di lui».

PETRELLI, NICOLUSSI E DA GRACA«Elia è legatissimo a Fagioli, sono molto amici. Ha dei colpi incredibili: ricorda Ibrahimovic, ovviamente con le dovute proporzioni. Mentre su Hans, che dire: sembra un Ronaldo in miniatura. Pensa al lavoro 20 ore al giorno, è un esempio per gli altri. E non dimentico Da Graca: quando ero a Torino giocava nell’Under-17, ma chi sapeva di calcio aveva già intuito che giocatore sarebbe diventato. La strada è lunga, ma ha tutto per affermarsi come attaccante vero».

PIRLO «Ci siamo sempre affrontati in campo, l’ho conosciuto al corso di Coverciano: c’è stima reciproca, sono felice che stia ingranando. Le difficoltà iniziali erano da mettere in conto, il lavoro gli sta dando ragione: da visionario qual è, propone un calcio propositivo. Sono convinto che, con il tempo, vedremo la sua vera Juventus».

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