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Barzagli: «Inter-Juve di fuoco, Yildiz è diverso dagli altri. Su Allegri…»

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Barzagli: «Inter-Juve di fuoco, Yildiz è diverso dagli altri. Su Allegri…». Le dichiarazioni del grande ex

Lunga intervista ad Andrea Barzagli su Tuttosport. Le parole del grande ex su InterJuve.

AVVICINAMENTO «È una settimana carica, magari tranquilla sul fronte degli allenamenti, ma il clima… Beh, c’è il fuoco! È una partita molto sentita, per i club, per i tifosi e in questo frangente anche per la classifica».

È DECISIVA? – «L’impatto che può avere questa partita sul campionato è forte, quindi sarà una settimana particolare e intensa. E un giocatore non riesce a non pensarci del tutto. Qualsiasi dettaglio ti riporta all’importanza della partita, fosse anche solo un amico che ti chiede un biglietto».

EFFETTO SAN SIRO – «Gestire l’effetto San Siro. E vale soprattutto per la Juventus. L’impatto dello stadio su questa partita è micidiale, perché in una partita del genere la spinta del pubblico, soprattutto all’inizio, è forte. Quindi, pronti via, la botta degli ottantamila può essere un fattore».

ALLEGRI – «Quelle interazioni televisive sono molto formali, quando siamo insieme senza microfoni parliamo più liberamente. In TV a volte non risponde neanche alla mia domanda, ma parte con i suoi concetti. Anche perché oggi gli allenatori usano tutte le uscite pubbliche per mandare messaggi: agli avversari, alla società o alla squadra stessa, per ribadire la direzione o la linea. In questo Max è molto bravo, forse il più bravo di tutti. E quest’anno è davvero molto lucido, con quel gusto per il sarcasmo sempre voluto e calcolato».

L’AUTOGOL IN INTER-JUVE – «Sull’autogol che nel 2018 portò l’Inter sul 2-1 prima della rimonta della Juve: “È stato uno dei momenti più difficili della mia carriera, che allora stava avvicinandosi alla fine. Sentivo la stanchezza e un po’ di mancanza di lucidità. In quel momento ho sentito il mondo crollarmi addosso, il pensiero che mi torturava era: stiamo perdendo lo scudetto per un mio errore. Poi quella partita finì in modo folle. E di quell’errore non si parla più, a parte adesso che me l’avete ricordato, grazie».

SE LA JUVE PERDE… – «No, non è finito il campionato, però dai una spinta notevole all’Inter, un turbo alla consapevolezza, si sentirebbe veramente forte. Poi, per carità, il campionato non finisce lì, perché non puoi pensare di gestire fino all’ultima giornata, soprattutto con la Champions di mezzo, ma se vincesse l’Inter l’impatto sulla classifica e sulla condizione psicologica di entrambe le squadre sarebbe forte. Così come se vincesse la Juventus, darebbe una spallata poderosa all’umore dell’Inter. Non è una partita che “decide” il campionato, ma che ne può cambiare gli equilibri e inciderà sullo stato psico-emotivo delle due squadre. Il pareggio, secondo me, è più favorevole alla Juventus, perché significherebbe rimanere lì e togliere all’Inter la possibilità di distanziare la Juventus, in una partita con tutto il pubblico dalla tua parte. Anche andando a -4 con la partita da recuperare dell’Inter, la Juventus resterebbe attaccata e potendo preparare una partita a settimana. L’Inter ha la Champions».

LA FORZA DELLA JUVE – «La forza della Juventus di quest’anno è l’aver saputo inserire dei giovani che hanno saputo impattare in modo clamoroso sul rendimento. Se la Juventus è seconda lo deve all’aver trovato questi giovani, perché sapete cosa succede? Questi sono ragazzi che hanno personalità, sempre indispensabile per giocare nella Juventus, e non hanno paura di sbagliare, quindi si crea una concorrenza vera in settimana, soprattutto con un allenatore come Allegri che ha dimostrato di saper dare loro fiducia, quindi tutti partono sapendo che il posto non è assicurato. E questo alza sempre il livello».

YILDIZ – «Ha qualcosa di diverso dagli altri, perché il dribbling adesso è una cosa rara nel calcio, ce ne sono pochi che lo praticano bene e di solito stanno nelle grandissime squadre. La Juventus ha anche Chiesa che dribbla, ma ha caratteristiche diverse perché lui strappa, Yildiz meno, perché tende più a inventare giocate potenzialmente geniali. Insomma, sembra forte forte. Aspettiamo perché è giovane, ma da quello che si è visto la Juventus ha un bel gioiellino. Poi ci vogliono pazienza e cautela». 

HUIJSEN – «L’ho visto poco con la Juve e adesso con la Roma. Grande personalità e grandi linee di passaggio oltre ad avere un bel fisico. Ha futuro ma lo deve costruire con prestazioni ed errori data la giovane età».

BREMER – «Può giocare uno contro uno, è veloce, non ha paura del duello, sa marcare… Fino all’anno scorso però aveva dei momenti di vuoto che ora sembra non avere più, quindi ha trovato la qualità fondamentale per un difensore: la continuità, perché non sta sbagliando praticamente nulla. Ora non deve perderla perché è fondamentale: è quella che fa la differenza tra un ottimo difensore e un grande difensore». 

GLI 8 ANNI ALLA JUVE – «Mi rimane un periodo intenso, bellissimo, nel quale si sono alternate varie squadre con la stessa capacità di avere un gruppo ben allineato per vincere. Io resto un grande nostalgico del primo scudetto da dove tutto è partito, a differenza del presidente Agnelli che guardava sempre a quello successivo, io ho nel cuore quel primo titolo. Dall’inaugurazione dello Stadium in poi è stata una stagione pazzesca, nella quale si è impressa quell’accelerazione che ha portato i successivi otto scudetti. Quell’anno non eravamo i più forti, ma siamo stati i più bravi. Ma di tutto quel ciclo mi rimane l’incredibile capacità di rivincere, perché fidatevi che rivincere è difficilissimo, perché quando vinci c’è sempre qualcosa che ti porta a mollare, i contratti, qualcuno che vuole fare la star… E invece in quegli anni alla Juventus non è stato mai sbagliato niente. Abbiamo avuto le nostre problematiche, ci mancherebbe, ma poi l’obiettivo di vincere prevale sempre su tutto e tutti».

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