Hanno Detto
Barzagli rivela: «Ecco le differenze tra Conte e Allegri, la verità sulla finale di Cardiff. Futuro da allenatore? Ho già deciso»
Barzagli racconta tutto dal suo passato alla Juventus agli allenatori avuti in carriera: lunga intervista all’ex difensore bianconero
Andrea Barzagli ha rilasciato una lunga intervista a Fanpage. Ecco le parole dell’ex Juventus.
DOPO IL RITIRO – «Faccio prevalentemente il papà tassista, sto dietro ai miei figli, cosa che ho fatto poco prima quando giocavo e poi mi dedico alle mie attività di business. Cosa di preciso? Ho un’attività vitivinicola in Sicilia, una volta al mese sono giù».
ALLENATORE – «Ho preso il patentino, poi per una sorta di non so cosa, non ho mai fatto il passo, non mi sono mai lanciato. È un’esperienza che vorrei provare e non so bene se ne sia capace o meno, per questo vorrei provare. Ho scelto di non continuare per queste mie indecisioni personali. Poi ci sono altre cose, su cui non torno su, che mi hanno fatto capire come è diverso il mondo oltre a fare il calciatore».
BBC – «C’è stato il momento in cui ci siamo messi a tre, era il momento del campionato dove abbiamo capito che potevamo giocarcelo. Stavamo crescendo come squadre e anche noi dietro, grazie anche a Gigi che era affermato. Noi tre abbiamo tutti esperienze ed età diverse ma in quel momento ci sentivamo a nostro agio come blocco difensivo e da lì è scaturita questa forza difensiva. Conte ha trovato il giusto equilibrio? Sì è stato lui, quell’anno lì iniziammo a giocare a 4 facendo vari cambiamenti fino a quando per far giocare tutti e tre ha trovato questo modulo dando risalto alle vere caratteristiche di ognuno. Nessuno aveva giocato frequentemente a tre e da lì sono venute fuori queste nuove caratteristiche con questa grande armonia tra noi, ci capivamo velocemente in quella Juve».
CONTE E ALLEGRI – «Una differenza gestionale, di modo di vedere anche il calcio. In comune hanno però la mentalità della vittoria, Allegri è stato intelligentissimo a portarsi dietro una squadra di giocatori che per tre anni è stata allenata Conte con fondamenta forti, con caratteristiche e modo di giocare coeso e lui è stato bravo a non stravolgere tutto ciò ma a cambiare piano piano, ad aprire un po’ di più la mente e rispetto ad Antonio ha dato un po’ più di libertà».
NELLO STAFF DI SARRI – «Ho avuto due-tre cose, che poi nessuna è andata a buon fine. Con Sarri è stata un’esperienza interessante che mi ha fatto capire il mondo dall’altra parte anche se era un momento della mia vita in cui io dovevo staccare completamente, non ci stavo con la testa, l’ho fatto molto in maniera sbrigativa e soprattutto nel mondo degli allenatori ci devi stare dentro, a confronto fare il calciatore non è niente».
FINALE DI CARDIFF – «È davvero successo qualcosa nello spogliatoio? Anche se smentissi o dicessi qualcosa… la verità è che non è successo niente, non poteva succedere, anche perché sono uscite talmente tante sciocchezze che era impossibile fossero vere. Si sono inventati di tutto a tal punto che è stata quasi una barzelletta. Abbiamo fatto un intervallo normale, ripassando la partita, siamo andati fuori giri».
FINALI DI CHAMPIONS – «La verità è che le due finali le abbiamo giocate contro le due squadre più forti degli ultimi 20 anni. Ce la siamo giocata con tutte e due e non ce l’abbiamo fatta, rimane il rammarico di aver fatto grandi sforzi ma senza riuscire nel nostro intento».