Braghin: «È l’anno della consapevolezza, le certezze costruiscono il nostro futuro»

Stefano Braghin, Head della Juventus Women, ha rilasciato alcune dichiarazioni per la sfida di Supercoppa contro la Fiorentina

Ai microfoni di Juventus TV, Stefano Braghin ha parlato della Supercoppa Juventus Women Fiorentina. Di seguito riportate le sue dichiarazioni.

LA GARA – «Già il fatto di giocare la Supercoppa vuol dire aver vinto almeno un trofeo, noi ne abbiamo vinti due. Oggi sarà una bella vetrina contro una delle principali antagoniste in Italia. È una bella occasione anche per capire a che punto siamo con il lavoro».

SUPERCOPPA – «Questo è l’anno della consapevolezza, vogliamo capire qual è il nostro ruolo nel calcio nazionale. Siamo ambiziosi, ripartiamo dalle certezze per costruire il futuro».

GRUPPO – «Questo è un gruppo di 23 ragazze tutte utili e importanti. Non mi piace parlare delle assenze perché mancherei di rispetto ai presenti, dobbiamo far bene a quelli che ci sono».

MARIA ALVES – «È molto veloce, va a sostituire Bonansea che è ai box. Abbiamo cercato di rimetterla con lei. È giovane, ci vuole pazienza, conosce un calcio diverso e deve adeguarsi».

GUARINO – «Rita è una colonna portante, c’è dal primissimo giorno e siamo i pionieri di questa storia bellissima che stanno scrivendo. È un valore aggiunto, è l’anno della consapevolezza anche per lei».

CAMPIONATO – «Un campionato equilibrato, molte società hanno creduto nel femminile e stanno investendo bene».

Braghin, poi, ha parlato anche ai microfoni di Sky Sport. Di seguito riportate le sue dichiarazioni.

APPROCCIO – «È una finale bisogna vincere e interpretarla subito al massimo. Questo approccio è quello giusto, ma una squadra ambiziosa non può prescindere dall’essere propositiva».

GIRELLI – «Per lei è un momento importante, sta facendo bene e trovando con continuità il gol. È un momento di fiducia, ed è uno degli attaccanti più forti d’Europa».

CALCIO FEMMINILE – «Ha la peculiarità della passione. Deve ripartire dalle origini, e sono segnali che ci rendono orgogliosi».