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Braghin: «Juventus Women, giovani, nuovo stadio, vi dico tutto»
Braghin: «Juventus Women, giovani, nuovo stadio, vi dico tutto». Intervista al dirigente del club bianconero
L’Head of Juventus Women, Stefano Braghin, ha parlato ai microfoni de La Stampa. Queste le sue dichiarazioni.
INIZI – «Ho iniziato alla Juventus nel 2012 e credo sia la massima aspirazione per un appassionato, ho avuto la fortuna di passare dal maschile al femminile e ho vissuto la società in tutte le sue dimensioni. Dico sempre che quando si varca quel cancello lo si deve meritare perchè si varca un pezzo di storia».
FONDAZIONE JUVENTUS WOMEN – «Il calcio è uno solo, giocato da ragazze o ragazzi, i cicli vincenti partono dalle persone prima che dai giocatori. I giocatori bravi vincono le partite gli uomini i campionati, idem le donne. Con i miei collaboratori abbiamo avuto fortuna e capacità di trovare persone giuste e condividere un obiettivo tutti insieme. Su questi principi di condivisione abbiamo calato capacità tecniche e tattiche. Il progetto parte dalle persone che hanno voglia di vincere insieme».
CALCIO FEMMINILE – «Il movimento è cresciuto ed è in crescita. L’approdo dei club maschili ha portato molto in competenze ed opportunità per le ragazzine che finalmente possono giocare nella loro squadra del cuore. Questo sembra banale ma fino a 7/8 anni fa non era possibile, al massimo potevano superare ci arrivasse il fratellino. Ha cambiato gli scenari, il numero di tesserate in Italia è lontano da altri paesi ma siamo in crescita».
PROFESSIONISMO – «Essere l’unica disciplina italiana femminile professionistica è orgoglio e una grande conquista. Hanno visto riconosciuto lo status che avevano dedicando tutta la loro vita allo sport, è una svolta epocale, il paese riconosce il ruolo della donna come deve essere. Arrivato quando il movimento era fragile e comporta investimenti molto alti, quindi parallelamente non si è avuta la stessa forza da parte di tutti per il piano di sostenibilità che potesse attutire l’impatto dei costi agevolando le società. Sicuramente abbiamo una grande conquista sociale, dall’altro lato però forse l’impatto sui costi di gestione non è stato sostenuto da un adeguato progetto come accaduto in altri paesi, è una fase di stallo, dobbiamo trovare nuovi scenari per sostenerla».
GIOVANI – «Il settore giovanile è una risorsa. Abbiamo quasi 200 ragazzine, molte in nazionale. Non avendo la Next Gen abbiamo un sistema di prestiti per colmare la formazione delle ragazze che va dalla fine del settore giovanile alla prima squadra. Noi abbiamo un’asticella alta per accedere. Da questo sistema arrivano in pianta stabile almeno una o due ragazze, un altro anno ne arriveranno un paio. Iniziamo un ciclo nuovo fatto di giovani ragazze italiane per rinfrescare la squadra vincente aiutate da alcune meno giovani che saranno una guida. Siamo legati alle giovani italiane perchè il calcio femminile ha la missione di reclutare calciatrici, quindi una scelta di sistema e non di club».
GAMA – «Prima che una calciatrice è una persona di grandissimo spessore culturale, umano e personale, è un tesoro che farebbe bene a qualsiasi delegazione. Il suo addio alla nazionale è stato emozionante, molto, era la fine di un’epoca sportiva, ho visto chiunque fosse lì, avversarie comprese, viverla con grande emozione. Ogni tanto discutiamo, facciamo pace e troviamo insieme vie d’uscita. Penso che sia e sarà una delle guide del nostro movimento».
ADDIO MONTEMURRO E RINNOVO – «L’entusiasmo è sempre quello, io lo faccio con grande passione. Ogni rilancio in qualunque contesto è adrenalina, voglia di ripartire e fare qualcosa di nuovo, sono ragazze brave a cui serve qualche rinforzo che per fortuna abbiamo in casa».
STADIO – «Sappiamo che Next Gen e Women avranno bisogno di una casa, il pubblico la chiede. Prima del Covid si era andati avanti con pensieri e progetti, poi sono successe molte cose. Un progetto che c’è ma si lavora per priorità ed oggi è sceso come è giusto che fosse».