Bruno Pizzul: «Io in ritardo alla mia prima telecronaca. Juve fortunata? A Napoli non capiscono» - ESCLUSIVA
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Bruno Pizzul: «Juve fortunata? A Napoli non capiscono»

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Nel giorno del suo 80° compleanno lo storico telecronista Bruno Pizzul si racconta ai nostri microfoni e analizza alcuni dei temi più caldi dell’attualità calcistica. Con un occhio particolare a Juventus-Udinese…

Dici Bruno Pizzul ed evochi ricordi impressi nella memoria sportiva di un intero popolo, di un’intera nazione. L’inconfondibile voce dell’Italia del calcio che fu, della sua passione, delle sue immense gioie e delle sue mortificanti delusioni, compie oggi 80 anni. Ed è in questo giorno speciale che il leggendario telecronista sceglie di raccontarsi, con straordinaria disponibilità e la consueta lucidità, ai microfoni di Juventus News 24.

Partendo dal punto di arrivo: quella giornata di oggi che, pur preceduta dal vile furto subito nella propria abitazione, Pizzul colora con disarmante ironia: «Il traguardo degli 80 anni è un traguardo importante, anche solo anagraficamente. Ricordo che quando ero ragazzo quelli che ne avevano 60 mi sembravano dei gran vecchietti. Posso dire di esserci arrivato bene, anche se chiaramente con qualche piccolo acciacco. Sono felice di passarlo a casa mia, qui in Friuli, all’avvicinarsi della primavera».

Opportuno quindi abbandonarsi ai ricordi e a quella prima telecronaca per mamma Rai, così emozionante e aneddoticamente movimentata: «Il mio primo match da telecronista fu un Juventus-Bologna, spareggio per accedere alle finali di Coppa Italia, in programma allo stadio Giuseppe Sinigaglia di Como. Le due compagini erano arrivate a pari punti nel girone di qualificazione e si giovano l’accesso all’ultimo atto della manifestazione. Io avevo da poco ricevuto l’incredibile notizia dell’assunzione ed ero molto emozionato. La Rai mi aveva fornito un auto per raggiungere lo stadio ma il mio amico Beppe Viola mi convinse ad andare insieme a lui. Peccato che per strada incappammo nella brigata dei tifosi bianconeri che stavano raggiungendo l’impianto. Finimmo per arrivare a partita già cominciata da 15 minuti. Fortunatamente allora gli incontri si trasmettevano in differita e potei recuperare, ma ciò non mi evitò la chiamata di rimprovero dei capi della Rai…».

Ma Bruno Pizzul, oltre a pozzo senza fondo di memorie sportive, è anche fine analista di calcio attuale. E un friulano doc come lui non poteva di certo esimersi da un commento sulla sfida domenicale dello Stadium tra Udinese e Juventus: «Incontro dal pronostico scontato», ammette Pizzul. «Tuttavia credo che la Juventus debba prestare grande attenzione. L’Udinese è squadra che esprime il meglio di sé quando può’ “rannicchiarsi” nella propria tre quarti per poi ripartire con contropiedi fulminei. Anche se i friulani dovranno fare i conti con assenze pesanti: Lasagna è ancora infortunato e Maxi Lopez ha dimostrato in questa stagione di non essere in grado di sostituirlo degnamente. In più sarà anche emergenza difensiva visti i forfait di Danilo per guai fisici e di Larsen per squalifica. Ripeto: sulla carta non c’è storia, ma è proprio in queste partite che l’Udinese è più pericolosa».

E sulla corsa scudetto? Assolutamente nessun dubbio in merito a chi possa trionfare a fine campionato: «Credo che alla fine vincerà la Juventus, anche se ci sarà da combattere fino all’ultimo. A Napoli sono convinti che sia tutta una questione di fortuna per i gol all’ultimo minuto. Ma la Juve ha più familiarità con certi momenti della stagione e più ricambi. Allegri si può permettere di cambiare la fisionomia della sua squadra a gara in corsa mentre ai partenopei mancano le alternative. Comunque sono ancora convinto che lo sconto diretto ad aprile sarà il vero spartiacque dell’annata».

Infine c’è quella ferita aperta, che sanguina ancora e che risponde al nome di Nazionale. Dopo il clamoroso fallimento Mondiale, Bruno Pizzul continua a guardare con fiducia al domani. Anche se, a suo dire, gli azzurri dovranno ripartire da un numero uno diverso da Gigi Buffon: «Gigi deve fare queste due partite a marzo e dopo comprenderà che il suo tempo con l’Italia è compiuto. Il fallimento del Mondiale ha lasciato tanto amaro in bocca come è normale che sia. Ma anche se il settore giovanile sembra essersi inaridito io sono convinto ci possa essere un ricambio prolifico. Non abbiamo più l’incredibile Nazionale di una volta, ma possiamo comunque ambire a qualcosa di meglio…».

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