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Buffon: «Abbiamo fatto un’impresa. Ricorderò per sempre questa gara»
Gigi Buffon parla dopo la grande vittoria della sua Juve sul Barcellona al Camp Nou. Le parole del portiere bianconero
Ai microfoni di Mediaset, Gigi Buffon ha parlato dopo la grande vittoria della Juve al Camp Nou. Le sue parole.
LA GARA – «Mi emoziono molto. È un’impresa, una partita che ricorderò con tanto piacere. È qualcosa che non capita tutti i giorni. Andando a ritroso ripaga me stesso e la squadra di un famoso 0 a 3 che alla fine terminò 3 a 1 al 93′. Nella vita bisogna lavorare che qualcosa ritorna. Ci siamo presi una rivincita da squadra, e quando dico squadra intendo 30 persone».
PORTA INVIOLATA – «Ho poche occasioni per mettermi in mostra e prendere gol mi dà fastidio, soprattutto in queste platee. Ci tengo a far vedere perché continuo a giocare. La gente non ti vede e pensa perché lo fai. Gioco perché mi diverto, sto bene, penso di essere di aiuto e devo dimostrare di valere ancora».
A DISPOSIZIONE – «Sono a disposizione di tutti. Ho ancora sogni e ambizioni ma mi piace essere di supporto e di aiuto di tutti i ragazzi. Ringrazio Tek che ogni tanto mi lascia il posto. E ringrazio tutto lo staff che ha fiducia in me».
MESSI – «Era già la terza o quarta volta che scambiavano la maglia. Sono maglie un po’ speciali».
Il portiere ha poi parlato ai microfoni di Sky Sport.
LA GARA – «Per noi è un’iniezione di fiducia. Con gli sfavori del pronostico, ribaltare lo 0-2 è clamoroso. Sono fatalista, quindi le cose non vengono per caso. In una delle mie ultime partite alla Juve, da 0-3 finì 1-3 col Real Madrid. Questa invece è finita 3-0 ed è una buona cosa il passaggio da primi».
STIMOLI – «Non è una questione di stimoli, ma di percorso. Ci sono alti e bassi e prima di trovare una certa continuità devi passare da partite sottotono ad altre esaltanti. Il nostro obiettivo è trovare al più presto un’anima e un’identità ben precisa perché senz’anima non si può vincere nemmeno a biliardino».
PARAGONI – «Non è giusto fare paragoni con l’anno scorso. Ogni stagione è un discorso a se stante. Di conseguenza, anche nel parlare c’è da trovare una nostra vera identità e continuità. La parola in campo è un aiuto al compagno e può far bene e diventa contagioso. Se riusciamo a migliorare anche quello superiamo un altro step».
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