Buffon: «Non mi capacito dell'espulsione di Madrid»
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Buffon: «Non mi capacito dell’espulsione di Madrid. Io al Napoli? Lasciamo stare…»

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L’ex capitano della Juventus si racconta in un intervista fiume con tantissimi passaggi interessanti. Le parole di Gigi Buffon

Intervistato in esclusiva da Sky Sport, Gianluigi Buffon, prossimo al rientro in Champions League dopo le tre giornate di squalifica inflitte dopo Real Madrid-Juventus, ha parlato a tutto tondo della sua nuova vita. Ecco alcuni passaggi delle sue parole.

REAL-JUVENTUS – «Finita la gara ho alzato un po’ troppo i toni, però ci tengo a dire che nell’arena, quando veramente si pesa il comportamento di una persona, penso di essere stato molto sportivo. Mi sono preso un’espulsione che ancora oggi mi domando il perché. Per il dopo, sicuramente sono tre giornate meritate. Se incontrassi Oliver? Ci scherzerei, perché l’ironia è il modo migliore per abbattere dei muri e creare subito un’empatia. Le parole nel post gara? Dalla mia fervida fantasia (ride), in quel momento non sapevo che dire. Avevo davvero un diavolo per capello ed è uscito il Gigi di Carrara».

SUGGESTIONE NAPOLI – «Lasciamo stare (ride), sono dettagli. La cosa buffa dell’Italia è stata che quando si è sparsa la voce che magari continuavo a giocare, si è sbizzarrita la fantasia e tutti hanno avuto coraggio. Non faccio nomi, perché è giusto che sia così».

ALTRE STRADE – «Avrei potuto prendere in considerazione un qualcosa di romantico come Parma. O il Genoa, perché quand’ero bimbo era la squadra per la quale tifavo. Oppure la Lazio, perché i tifosi della Lazio mi hanno sempre trattato come un campione e un uomo da onorare e questo per me ha un valore davvero importante. Ma nonostante questo, penso che la situazione migliore fosse quella di uscire dall’Italia e ampliare il mio mondo di conoscenze”.

OSSESSIONE CHAMPIONS – «Il termine ossessione non ha un’accezione positiva. Per me la Champions è sempre stata un obiettivo che mi regala stimoli e vitalità incredibili: un’opportunità che la vita e la mia classe mi hanno dato e continuano a darmi, perché se a 40 anni sono ancora a giocare a questi livelli, un po’ lo devo anche a me stesso».

PSG FAVORITO? – «No, per arrivare a determinati successi c’è bisogno di un percorso, di un progetto, di una società e una squadra che si conoscano da tempo. Il PSG è una novità di questi anni e necessita di tempo. In Champions ci sono due-tre favorite: il Barcellona, perché ha il primo o ogni tanto secondo giocatore al mondo; poi c’è la Juve, che negli ultimi anni si è consolidata a questi livelli e ha preso l’altro giocatore che è considerato il primo e a volte il secondo del mondo; poi ci sono outsider come il City, che magari in questi anni non ha fatto grandissime cose in Champions, ma ha un allenatore e una squadra che lo rendono una delle papabili vincitrici».

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