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Buffon rivela: «Ecco quando smetterò». Poi duro messaggio ai gufi
Gigi Buffon ha parlato a tutto tondo in occasione della partita con la Nazionale, fra Szczesny, Cardiff e il suo addio al calcio
La Champions è l’unica cosa che manca a Gigi Buffon. Per questo il dopo Cardiff per lui ha avuto risvolti inaspettati. «Nello sport ci sono vittorie, ma anche le sconfitte. Ho lo spirito e la voglia di sempre. Gli stimoli ci sono, altrimenti non sarei capitano» dice in conferenza stampa. «Nel pre-gara c’era troppo ottimismo, ma si impara più dalle sconfitte che dalle vittorie».
SZCZESNY– «É giusto che la Juve (e anche la nazionale) si cautelino. Si fa la formazione per vincere la partita e un allenatore deve pensare solo a quello. Il giorno che non avrò più voglia di pedalare me ne starò a casa, perchè so che ci sono Szczesny o Donnarumma e Meret per la nazionale. Bisogna essere numeri uno per meriti non perchè qualcuno ha regalato qualcosa».
NAZIONALE – «Non penso di arrivare al traguardo di più presenze in maglia azzurra (mancano 16 partite). Probabilmente il prossimo anno sarà il mio ultimo in nazionale e non credo di fare tutte quelle presenze. Ci vuole il Buffon migliore, attento ai dettagli».
ADDIO AL CALCIO – «Al 99,9 % sarà il mio ultimo anno. Ho fatto una promessa col presidente Agnelli. Se vinciamo la Champions potrei rimanere ancora per una stagione, ci sarebbero da vincere altre Coppe, come la Supercoppa Europea».
GUFI – «E’ normale che quando la squadra più forte, quella che induce a sofferenze gli altri per buona parte dell’annata, perde, ci sia la gioia altrui ma credo che questa gioia sia sproporzionata e smisurata, parliamo addirittura di caroselli e fuochi d’artificio. Sicuramente sorrido davanti a scene di questo genere perché è un modo tutto italiano di vivere sulle disgrazie altrui invece di pensare a costruire le proprie vittorie. Da una parte però tutto questo mi rende orgoglioso perché non sono come loro: io non riuscirei a scrivere o a dire, parlo anche di calciatori, certe cose. Tutto questo ti fa capire quanto possa essere miserabile l’uomo e questo è il mio orgoglio più grande perché quando li incontro mi sento più forte di loro».