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Cabrini: «Stiamo navigando a vista. Ecco quale scenario può verificarsi» – ESCLUSIVA

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Antonio Cabrini, ex giocatore della Juve, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Juventus News 24. Le sue dichiarazioni

13 anni trascorsi fianco a fianco con i colori bianconeri. Bandiera della Juve dal 1976 al 1989, con oltre 300 presenze a scolpire pagine indelebili di storia. Antonio Cabrini è stato per anni un simbolo della Vecchia Signora, incarnando il DNA juventino dentro di sé e su quella fascia sinistra di cui era padrone. 6 campionati, 2 Coppe Italia, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Uefa, 1 Champions League e 1 Coppa Intercontinentale: un palmares invidiabile, simbolo di chi la mentalità Juve l’ha acquisita e inglobata nel tempo. Cabrini ha parlato – in esclusiva su Juventus News 24 – della situazione vissuta attualmente in Italia in seguito all’emergenza Coronavirus, disegnando anche un collegamento con il mondo del calcio.

Qual è il suo pensiero legato a questa emergenza che si sta diffondendo in Italia? Nota qualche similitudine con la situazione del 1973/74 che vide l’epidemia di colera allarmare il nostro Paese?

«È una situazione che al momento sta prendendo il sopravvento su tutto in Italia, sperando che si riesca al più presto a trovare un vaccino che possa contrastarne la diffusione. Più che con l’epidemia di colera del 1973/74, ritrovo qualche analogia con la situazione del 1970 legata all’influenza. Ho rivisto dei vecchi filmati in bianco e nero dei servizi televisivi che sembrano molto attuali, visto che in quel periodo non c’era ancora un vaccino anti-influenzale in grado di debellare quel tipo di virus. Sembra di rivedere la stessa cosa, con gli ammalati, le vittime… Successivamente è diventata all’ordine del giorno l’influenza con la scoperta della cura».

Riflettendo questa situazione in ottica campionato, quale scenario pensa possa verificarsi dopo il 3 aprile? 

«È uno scenario un po’ caotico, perché bisogna trovare le date indicate, incastrandole in modo da terminare i campionati e le coppe europee. La problematica che più è a rischio riguarda il fatto che sicuramente non si ricomincerà il 3 aprile. Ha detto bene in questi giorni il presidente Gravina sul fatto che stiamo navigando a vista, vivendo alla giornata finché non ci sarà un miglioramento della situazione».

Una Serie A che fino a questo momento ha visto un duello a tre in vetta alla classifica tra Juve, Lazio e Inter. Si aspettava un campionato così equilibrato?

«Sicuramente è un campionato più combattuto. La Lazio, rispetto agli altri anni, è la squadra strutturata di maggiore qualità, e ciò ha dato vita ad una Serie A più equilibrata. La Juve, nonostante sia in vetta alla classifica, deve ancora apprendere le direttive del suo allenatore. A mio parere, non è ancora riuscita ad esprimere ciò che chiede Sarri, provocando delle situazioni inaspettate».

L’Antonio Cabrini terzino, invece, cosa ne pensa degli attuali interpreti del ruolo nella rosa bianconera?

  • Alex Sandro

«È un giocatore interessante, molto più bravo a mio parere dalla metà campo in avanti».

  • Danilo

«Quando arrivi a giocare in Italia, in un campionato così difficile e diverso per la fase difensiva, è chiaro che serve un periodo di adattamento e di inserimento per tutti. Bisogna entrare nella mentalità del calcio italiano con un periodo di rodaggio».

  • De Sciglio

«La Juve è una doppia squadra, in cui non ci sono grandi differenze tra coloro che scendono in campo. Tutti, compreso De Sciglio, hanno precise caratteristiche che permettono alla squadra di non snaturarsi quando schiera un giocatore rispetto ad un altro».

  • Cuadrado

«È il giocatore che si è più calato nella parte, nonostante non abbia le caratteristiche da terzino. Il colombiano riesce comunque a dare una grossa mano alla squadra, nonostante non abbia grandi doti difensive nelle sue corde. È un ruolo in cui si è adattato, quindi non bisogna aspettarsi subito la chiusura degli spazi, le diagonali».

Dal 2012 al 2017 è stato seduto sulla panchina dell’Italia Femminile. Com’è cambiato il movimento in questi anni fino ad arrivare alla situazione attuale?

«Il movimento è cambiato in maniera positiva, con l’inglobamento delle squadre femminili in società professionistiche maschili. È stata definita una migliore qualità, metodologie di lavoro innovative, quindi il calcio femminile ha proprio voltato pagina. È chiaro che ora siamo in un momento di transizione, perché il prossimo step deve essere quello di rendere queste ragazze delle professioniste. Se non verrà fatto, il calcio femminile rimarrà sempre una potenziale opportunità di crescita ma non come quello maschile».

Quale può essere il primo passo per la Juventus Women e per il calcio italiano in generale per competere in Europa?

«A mio parere, un’altra differenza riguarda le rose delle rispettive squadre. Per arrivare ad altissimi livelli, servono delle calciatrici che hanno una mentalità professionistica e che nel gruppo sono in grado di far sentire la propria presenza e la propria esperienza».

Si ringrazia Antonio Cabrini per la cortesia e la disponibilità mostrate in questa intervista

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