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Cabrini: «Questa Juve può crescere ancora. In Cambiaso rivedo un po’ questo giocatore. Vlahovic? Così può fare la differenza» – ESCLUSIVA

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Cabrini, ex giocatore della Juve, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a JuventusNews24. Le sue dichiarazioni alla vigilia del Milan

Antonio Cabrini è stato per diversi anni un vero e proprio simbolo della Juventus, incarnando il DNA juventino. 6 campionati, 2 Coppe Italia, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa Uefa, 1 Champions League e 1 Coppa Intercontinentale: questo il suo palmares in bianconero. Proprio Cabrini ha rilasciato un’intervista esclusiva a Juventusnews24 nel giorno di vigilia di Milan Juve.


Cabrini, sabato si gioca Milan-Juve: come legge il big match di San Siro?
«Si tratta sicuramente di due squadre che devono e possono ancora essere migliori di così. Non ho dubbi però su una cosa: sicuramente sarà una partita molto tirata».

Un mini-bilancio su questa prima parte di stagione della Juventus, tra Champions League e Serie A?
«Si tratta di una buona squadra, che deve però crescere ancora. Ha chiaramente i margini per crescere ulteriormente. Anche perché comunque il nuovo allenatore, Thiago Motta, ha iniziato un nuovo corso e ci sono tanti ragazzi giovani».

Parliamo proprio di Thiago Motta: come vede il suo impatto con il mondo bianconero?
«Beh, ha lavorato e comunque sta lavorando bene, ecco. Deve trovare sempre degli elementi sconosciuti che possono portare la squadra alla ribalta. Anche a Bologna aveva fatto bene in quella parentesi lì».

Vlahovic, croce o delizia? Può essere lui il vero trascinatore della Juventus?
«Per me delizia assolutamente. Devi farlo giocare come lui preferisce ecco, non devi escluderlo o non devi voler da lui un gioco diverso da quello che sa fare. Lui ha un modo di giocare in cui gli piace verticalizzare. Ci sono attaccanti che vengono incontro, lui deve verticalizzare e basta. E lì fa la differenza».

Da ex difensore come vede il reparto arretrato dei bianconeri? Orfani di Bremer, bastano Kalulu, Danilo e Gatti per sopperire a questa mancanza?
«Una squadra è fatta di tanti reparti. Le difficoltà della difesa, ad esempio, possono essere anche dettate magari da un centrocampo che non filtra bene, quindi non puoi criticare un reparto perché non fa il suo dovere. Ovviamente un gioco di squadra è quello che ti permette di giocare in una certa maniera».

Ha parlato dei giovani, in questo senso quanto è importante il lavoro dei settori giovanili in Italia, come quello ad esempio fatto dai bianconeri con la Primavera o la Next Gen?
«Sicuramente uno spunto interessante per il futuro delle squadre, però è chiaro che il discorso è un discorso che riguarda la squadra d’appartenenza. I giocatori giovani che emergono in Juventus Milan, Inter, Napoli possono di certo far comodo alla nazionale. Il rapporto tra club e Nazionale è sempre stata una grossa difficoltà per Lega e Federazione, perché la squadra di club tira l’acqua al proprio mulino però l’importante è poter dare la possibilità ai ragazzi di poter emergere e soprattutto poter essere competitivi nella propria squadra. Devono giocare, perché comunque ambire una maglia azzurra vuol dire comunque giocare e fare esperienza in campionato».

C’è un calciatore della Juventus oggi che vede simile a lei sig. Cabrini nel suo modo di giocare o un calciatore che particolarmente le piace?
«Non si possono fare paragoni con questo calcio rispetto a quello di una volta. Mi piacerebbe vedere sempre un giocatore italiano che possa emergere, che possa arrivare a certi livelli. Cambiaso? Mi sembra di rivedere in lui, un po’ più alto, il Rui Barros di una volta. E’ molto rapido sulla fascia, sicuramente molto più incisivo».

Lotta Scudetto, chi è la favorita per la vittoria finale secondo lei?
«E’ sempre la squadra che ha vinto l’anno precedente quella che da battere, quindi è sicuramente l’Inter che è ancora sul gradino più alto. Per poter arrivare al traguardo finale è l’Inter la squadra da battere secondo me».

Capitolo Nazionale italiana per chiudere: come sta vedendo il percorso fin qui del commissario tecnico Spalletti?
«Ha dato coraggio a certi giocatori che probabilmente non avevano molta esperienza internazionale e la causa è anche il fatto che magari le domeniche non giocano e se ne stanno in panchina. Però lui è stato bravo a ricreare un gruppo che crede nelle proprie qualità, nelle proprie capacità, anche se ormai a livello internazionale non c’è più la squadra materasso, devi stare attento a tutti i livelli nazionali».

Si ringrazia Antonio Cabrini per la cortesia e la disponibilità mostrate in questa intervista.

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