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Campi: «La Juve è già da scudetto. Chiesa e Vlahovic possono andare via» – ESCLUSIVA

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Campi: «La Juve è già da scudetto. Chiesa e Vlahovic possono andare via». L’intervista al giornalista e tifoso – ESCLUSIVA

Il mercato in entrata e in uscita, la conferma di Allegri, la Juve della prossima stagione e molto altro. Graziano Campi, giornalista e tifoso della Vecchia Signora, fa il punto sui bianconeri in esclusiva a Juventusnews24.

Partiamo dal capitolo possibili cessioni: Chiesa e Vlahovic potrebbero andare via?

«Si, ma non per motivi economici. La differenza tra quanto incassi e quanto spendi per sostituire un giocatore non vale la candela. Oggi per Vlahovic la Juve può incassare 70 milioni, ma per sostituirlo deve spenderne 50. Per David del Lille ne chiedono anche di più. E lo stipendio, più in meno, sarebbe in linea. Può cambiare il fatto che si può godere del Decreto Crescita, ma non sono quei 3-4 milioni risparmiati che cambiano il budget per la rosa. Il budget fino all’anno scorso era intorno a 350-360 milioni e quest’anno deve scendere a 300. Sarebbe più utile vendere un giocatore con cui realizzare plusvalenza e tagliare gli stipendi di Arthur, McKennie e Zakaria più Pellegrini si guadagnerebbe di più rispetto a vendere Vlahovic. Lui e Chiesa, comunque, potrebbero andare via per una valutazione tecnica di Allegri, ma è ancora tutto in divenire».

Scamacca e Lukaku sono piste percorribili per la Juve?

«Secondo me gli inglesi vogliono trovare un’alternativa a soluzioni già scritte dai giocatori. Lukaku ha già detto che vuole solo l’Inter e Scamacca vuole solo la Roma, però le squadre inglesi non si accontentano delle loro offerte e fanno uscire che ci sono questi interessamenti della Juve. Io non penso che i bianconeri possano prendere il belga che guadagna il doppio di Vlahovic, oltre che per motivi di età. Lui non ha nemmeno intenzione di venire a Torino, quindi la vedo difficile. Scamacca potrebbe essere un investimento, ma come Kean non può fare il titolare della Juve e la Juve non può puntare su Milik per gli infortuni che ha. In questo momento loro come riserve sono più che  sufficienti».

Che valutazione può fare Campi su Weah?

«Weah va valutato con serenità. Non è un giocatore che può fare la differenza, ma lavorando bene lo può diventare. Nell’ultima stagione in Francia ha imparato a giocare terzino di spinta in una difesa a 4. La Juve è tutto un altro mondo e a livello tattico il campionato italiano è molto più complicato rispetto a quello francese. Ci vuole pazienza. Per me ha la fisicità per ritagliarsi un ruolo a tutta fascia. Bisogna capire se tatticamente avrà l’intelligenza di adattarsi alla Serie A».

Non è da escludere un addio di Bonucci?

«Non è da escludere, ma attenzione. Bonucci non è a bilancio a zero perché ha un costo storico. Per cui, oltre eventualmente alla buonuscita, la Juve farebbe una minusvalenza. E’ vero che ui non ha il posto da titolare e vorrebbe giocare titolare, ma da qui ad arrivare ad un divorzio quando è ancora a bilancio per 5 milioni 600 mila euro a cui va aggiunto lo stipendio che è più o meno il doppio e la Juve realizzerebbe una minusvalenza da 12-13 milioni. E la Juve in questo momento non vuole fare minusvalenze».

La Juve punterà ancora sui giovani?

«Io credo che la società punti molto sui giovani. In questo momento il quadro è chiaro: quando si manda via un giocatore con una certa esperienza si risparmiano i soldi che sono molti di più rispetto al mandare un giovane in prestito. Se la Juve mandasse via Miretti in prestito risparmierebbe circa un milione lordo di stipendio. Se manda in prestito McKennie ne risparmia 6-7. E l’americano non dà nulla più di Miretti. Guardando i conti, è meglio avere un MIretti come giocatore in panchina rispetto a McKennie perché il risparmio economico permette di programmare meglio la stagione».

Vedremo una Juve diversa il prossimo anno dal punto di vista del gioco?

«Non sappiamo come disegnerà il centrocampo Allegri. E quindi non capiamo il tipo di gioco che vuole fare. Milinkovic Savic è andato in Arabia e che non sappiamo se sarà un titolare fisso il prossimo anno per motivi fisici o perché magari accetta anche lui l’Arabia. L’anno scorso doveva essere lui il punto di riferimento ma è venuto a mancare. Quando la Juve impostava il gioco scaricava palla a Cuadrado e doveva smistarla, oppure la squadra andava a cercare Kostic sulla sinistra per andare al cross. Oggi Cuadrado non c’è e la Juve deve quindi trovare una nuova fonte di gioco. Bisogna capire se si andrà verso una soluzione interna con Fagioli che aumenterà il suo contributo da titolare o se la Juve andrà a trovare un nuovo centrocampista che possa far fare il salto di qualità. Deve essere un giocatore abile a smistare palloni».

Cosa serve alla Juve sul mercato?

«Sicuramente cercherà degli esterni, ma dal punto di vista numerico la rosa è abbastanza coperta. Bisogna capire se la Juve giocherà con la difesa a 3 o a 4. In base a questo cambia il numero di esterni e il tipo di giocatore di cui si ha bisogno. Nel 3-5-2 servono 4 esterni. Nel 4-3-3 c’è bisogno di 4 terzini e 4 ali davanti».

Quanto è importante, per Campi, l’ingaggio di Giuntoli come nuovo direttore sportivo?

«E’ importante che Giuntoli riesca a fare squadra con Cherubini, Manna, Claudio Chiellini e gli altri che sono rimasti. Il problema è che ci sono tanti generali, ma le guerre si vincono con i soldati, cioè i soldi».

Dobbiamo aspettarci un colpo “alla Giuntoli” in questo mercato?

«E’ una cosa che può tentare, ma poi bisogna capire se Allegri sarà disposti a scommettere su questo giocatore. Spalletti non ha avuto dubbi a puntare su Kim e Kvaratskhelia, mentre Allegri è un allenatore che vuole il suo tempo prima di schierare un giocatore che non conosce. Non a caso il mercato è molto influenzato dal fatto che lui chieda giocatori che già conosce perché vuole elementi già pronti. Non è così immediato che Giuntoli riesca a fare il botto. A dir la verità ha azzeccato quei due, ma al Napoli ne ha sbagliati tanti. Penso a Lozano pagato 35 milioni che non è mai valso questa cifra, così come Maksimovic pagato uno sproposito. Gli errori possono capitare e non gli facciamo un processo, ma non aspettiamoci che tutto quello che tocchi diventi oro».

Egiusta la conferma di Allegri in panchina?

«Si perché gli obiettivi si sono di molto ridimensionati. Oggi la Juve che arriva tra le prime 4 è convinta di aver fatto il suo. L’obiettivo sarebbe quello di vincere lo scudetto, ma dopo 3 anni in cui è arrivata sempre molto distante dalla prima, ora deve pensare che la priorità è arrivare tra le prime 4. Non ci sono soldi per fare investimenti importanti sul mercato e anzi si parla di ridurre i costi. Allegri è perfetto per prendersi le colpe se la stagione dovesse andare male, anche se poi sappiamo che i fattori in gioco sono tanti».

Quali svantaggi e vantaggi ci sarebbero per la Juve senza Conference League?

«Da un lato risparmierebbe una serie di bonus sui giocatori legati alla partecipazione alle coppe europee. Dall’altro perderebbe bonus da sponsorizzazioni e ricavi da coppa e botteghino a cui deve rimediare. Dal punto di vista sportivo la Juve in questo momento deve riprogrammare la preparazione, oltre al fatto che non ha bisogno di una rosa di 30 giocatori. Se l’anno scorso la Juve doveva essere al top a ottobre e novembre e poi a marzo per le coppe, quest’anno l’obiettivo è il campionato e la preparazione si può fare mirata per essere al top subito, fare più punti possibili e poi gestire nel finale di stagione. La Juve corre su una sola competizione e questo deve facilitare le cose anche dal punto di vista degli infortuni che, se non si faranno errori, dovrebbero essere molti di meno».

Una Juve senza coppe può competere per lo scudetto?

«La Juve già oggi è una squadra da scudetto. Credo però che sia Juve e Napoli devono sistemare la difesa. Il Napoli ha perso Kim e la Juve, con soli Bremer e Danilo e Gatti, è un gradino sotto perché i terzini non sono ancora rodati. Poi magari Weah diventa il nuovo Zambrotta e facciamo tutti festa… Sul lato sinistro però i bianconeri sono molto deboli con Alex Sandro e Danilo adattato. Su quel lato è molto attaccabile la Juve e lì potrebbe giocare Chiesa, chiamato a un lavoro di sacrificio che non vuole fare. Lì va trovata la quadratura anche in base a come sarà impostata la difesa. Io spero che sarà a 4 e non a tre».

Si ringrazia Graziano Campi per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista

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