Canini: «Vi racconto Paredes. Per questo è l'ideale» - ESCLUSIVA
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Canini: «Vi racconto Paredes. Per questo motivo è ideale per la Juve» – ESCLUSIVA

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Michele Canini ha rilasciato un’intervista esclusiva a Juventusnews24: Paredes, Bremer, De Ligt ma non solo, ecco le sue dichiarazioni

Con Pogba la Juve ha compiuto il primo salto in avanti a centrocampo, ma ora la dirigenza ha messo nel mirino un altro giocatore: Leandro Paredes. È lui il nome sulla lista per rinforzare la cabina di regia di Massimiliano Allegri. A descrivere e raccontare l’argentino in esclusiva a Juventusnews24 è stato Michele Canini, ex difensore con un lungo trascorso in Serie A (tra le altre ha vestito le maglie di Cagliari, Genoa e Atalanta) e compagno di squadra di un giovanissimo Paredes nel 2014 al Chievo. Non potevano mancare poi, visto il suo passato da difensore, dei focus sull’attuale retroguardia bianconera…

Partiamo da quel gennaio 2014: Leandro Paredes, non ancora ventenne, arriva al Chievo dal Boca Juniors. Qual è la prima cosa che ti colpisce di lui?

«Siamo arrivati insieme quel gennaio al Chievo. Era molto giovane, ma sia a livello di tecnica, sia di visione di gioco, si vedeva che aveva quel qualcosa in più. Anche a livello fisico aveva una gamba importante. Poi crescendo è migliorato e ha espresso tutto il suo potenziale. È cresciuto di personalità e con le qualità e le doti che aveva è riuscito ad arrivare nelle grandi squadre».

C’è un aneddoto particolare che lega i tuoi ricordi a lui in quella stagione? In campo o nello spogliatoio magari…

«Essendo sudamericano era molto allegro. Nello spogliatoio, pur essendo molto giovane, sapeva starci… Aveva portato molta allegria, era un bel gruppo».

C’è stato un momento in cui hai capito che avrebbe avuto davanti a sé una carriera importante?

«Durante la settimana gli vedevi fare cose importanti. Non è tanto la domenica, perché lì dipende da come si sviluppano le partite: noi dovevamo salvarci, però durante il lavoro quotidiano vedevi che aveva del potenziale, quel qualcosa in più che se fosse riuscito a migliorare come ha fatto lo avrebbe portato a diventare un giocatore importante».

In cosa lo hai visto maggiormente cresciuto nel corso di questi anni?

«Guardandolo da fuori ha la personalità di andare a prendersi sempre la palla e gestirla anche nelle situazioni di difficoltà. Soprattutto nel ruolo che fa lui, quella personalità di voler sempre il pallone e cercare di non buttarlo mai via è da grande giocatore».

Il suo nome, ora, è accostato alla Juventus come possibile rinforzo in regia. Cosa darebbe il suo eventuale acquisto al centrocampo bianconero?

«Prima di tutto arriverebbe un giocatore che ha militato in squadre importanti. Poi porterebbe la sua personalità, la sua tecnica: può giocare davanti alla difesa, e in questo momento la Juve non ha quel tipo di geometrie in un centrocampo che con Pogba e Di Maria ha alzato il suo livello tecnico».

Altra curiosità: è un calciatore adatto per l’idea di gioco di Allegri?

«Sì, molto adatto. Soprattutto in quel ruolo, perché va alzare il livello tecnico, tattico e di personalità, che magari negli ultimi due anni alla Juventus è mancato proprio a centrocampo».

A proposito di Allegri. Tu che lo conosci bene (lo ha allenato dal 2008 al 2010 al Cagliari), quali pensi siano le sue motivazioni per la stagione che verrà dopo quanto fatto lo scorso anno?

«È in un club dove bisogna vincere, quindi nella sua testa passa questo desiderio di vittoria. Vuole dimostrare che è ancora uno dei migliori allenatori al mondo, e lo è, quindi vuole anche zittire alcune critiche a mio parere ingiuste. Come dicevo sempre a lui, testa bassa, lavorare e dimostrare. Conoscendolo non si sentirà sicuramente appagato per quanto ha fatto quindi vorrà smentire anche un po’ tutte le critiche che gli sono arrivate».

Stagione in cui, ripensando al tuo ruolo e al tuo passato condiviso con lui in Nazionale, mancherà Giorgio Chiellini. Lo hai sentito dopo il suo passaggio in MLS?

«Sì gli ho mandato un messaggio dopo la fine del suo ciclo alla Juventus. Ora è iniziata questa nuova avventura importante, anche un’esperienza di vita. I bianconeri hanno perso un simbolo, questo è indubbio: sarà difficile sostituirlo, soprattutto a livello di spogliatoio, per trasmettere quelli che sono i valori della Juve. Prima o poi, però, questo momento doveva arrivare, ma il club ha giocatori di assoluto livello: non sarà facile, ci vorrà tempo, ma ci sono tutte le carte in regola per fare una stagione importante».

La difesa ha subito un restyling importante: via De Ligt, dentro Bremer. Come vedi questo cambio di volto nella linea difensiva bianconera?

«Diamogli tempo: Bremer è un giocatore forte però quando vai a vestire la maglia della Juve ha un certo peso. Giochi competizioni di livello che non hai mai disputato quindi ci vuole tempo. De Ligt è un giocatore che a me piace tantissimo, è una perdita importante per la difesa della Juventus oltre a Chiellini. Hanno rifondato, servirà il giusto tempo per lavorare e amalgamare i nuovi giocatori».

Ti ha stupito Bremer lo scorso anno?

«È sotto gli occhi di tutti: ha fatto una stagione di livello, ha dimostrato le sue qualità. Juric tira fuori il 110% da ogni giocatore, cambiare e andare alla Juve ora è un passo importante. Non è che quello che facevi l’anno prima ti riesce subito. Bisogna ambientarsi, conoscere il metodo di lavoro diverso. Magari entra e alla prima partita gioca già alla grande, ma sono dell’idea che a un giocatore, quando cambia squadra, va dato del tempo per ambientarsi. Le qualità non si discutono, alla lunga usciranno fuori».

Un pensiero sulla scelta di De Ligt di lasciare Torino?

«Dentro le scelte ci sono tante cose che non sappiamo. Di sicuro è andato in una squadra importante, a livello della Juve. Anche la voglia di cambiare, voler provare nuove esperienze può aver inciso».

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