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Caso Acerbi, quella giustizia che non convince: Conte “non poteva non sapere”. E l’Inchiesta Prisma…

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Caso Acerbi e quella giustizia sportiva che non convince il popolo juventino: i precedenti con Conte e la penalizzazione

Francesco Acerbi è stato alla fine scagionato dopo le accuse di insulti razzisti all’indirizzo di Juan Jesus, per la mancanza di “ragionevole certezza” della sua colpevolezza, come indicato anche dal Giudice Sportivo. E Tuttosport, nella sua edizione odierna, tira fuori due precedenti che fanno arrabbiare ancor di più il mondo Juve.

C’è quella penalizzazione ancora là, fresca fresca, con l’accusa che aveva mutato il capo d’imputazione a procedimento in divenire, facendo ricorso all’ampio bacino della lealtà sportiva e calpestando i principi del giusto processo, utilizzando come elemento decisivo le intercettazioni telefoniche operate dalla Procura di Torino, senza che queste ultime fossero ancora state vagliate nel contraddittorio del processo penale.

E poi ancora, chi ricorda la squalifica comminata ad Antonio Conte nell’estate del 2012? Nessuna prova, ma la formuletta vincente del “non poteva non sapere”, con quella Commissione Disciplinare Figc che ribadiva «è davvero poco credibile che Conte non fosse a conoscenza, anche in ragione del suo carattere accentratore. Ipotizzare che i componenti dello staff o la squadra prendessero decisione a sua insaputa non è oggettivamente credibile».

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