Il "caso" Pogba da più angolazioni: cosa cambia per 5 bianconeri
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Il “caso” Pogba visto da più angolazioni: cosa cambia per cinque bianconeri

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Paul Pogba continua a rimandare il suo rientro: il suo “caso” visto dall’angolazione di cinque giocatori bianconeri

«Pogba non può essere convocato. In questo momento è ai box, non c’è. Mi spiace dirlo ma purtroppo questa è la realtà. Non so dirvi quando può tornare, questa è la cosa che mi dispiace di più». Massimiliano Allegri, la Juventus, i tifosi: tutti aspettano Paul Pogba. Sì, ma quando torna? Questo è l’interrogativo più grande dentro al mondo bianconero in questo momento. L’infortunio al ginocchio, la terapia conservativa poi l’operazione di inizio settembre: un lungo countdown che avrebbe dovuto riportarlo in campo ad inizio 2023, ma i tempi si sono dilatati e non c’è ancora certezza di quando il Pogback diventerà finalmente realtà. «Tra una settimana no, magari tra 20 giorni» ipotizza Allegri, o meglio spera. Ma il “caso” del centrocampista francese può essere visto, letto da una diversa angolazione, mettendosi nei panni di chi sta vivendo la situazione dall’altro lato: chi sta trovando continuità ora nello scacchiere di Allegri, chi sta cercando di sopperire alla sua assenza per inseguire il suo personale obiettivo. Una crescita, un rinnovo, una permanenza. Perché il continuo slittare del ritorno del Polpo può cambiare così i piani per cinque bianconeri.

Leandro Paredes

È colui che più di tutti si gioca tanto, tantissimo, negli ultimi mesi della stagione. Perché: a giugno la Juventus dovrà decidere se esercitare il diritto di riscatto di 22.6 milioni di euro dal Psg oppure chiudere dopo solo un anno la sua parentesi a Torino. E al momento sono parecchi i dubbi a serpeggiare. Fino a questo momento, infatti, l’argentino non ha rispettato a dovere le aspettative di inizio stagione, viaggiando ad un ritmo parecchio altalenante per quanto riguarda le prestazioni in campo. «Paredes ci dà molta qualità in mezzo al campo ma ogni tanto gigioneggia un po’ con la palla e questo a me non mi piace molto» aveva dichiarato Allegri. L’assenza di Pogba apre maggiori spiragli di titolarità all’ex Roma, che nei prossimi quattro mesi tra campionato, Europa League e Coppa Italia vuole guadagnarsi la conferma anche per il futuro. Sfruttare questo ‘carpe diem’ e riscrivere un epilogo che forse è stato scritto troppo presto.

Adrien Rabiot

L’altro giocatore in bilico è Adrien Rabiot. Lo dice la sua situazione contrattuale: 30 giugno 2023 è la data di fine matrimonio con la Juventus. La differenza è che il francese è tra i giocatori più positivi di questa stagione: 23 presenze totali, cinque gol e due assist. Numeri importanti, di un giocatore che secondo Massimiliano Allegri «ha raggiunto 27 anni e ha trovato una sua maturità» e che proprio il tecnico livornese “coccola” dal suo ritorno a Torino. Il passare dei giorni, però, apre dall’altro lato sempre di più la voragine di una possibile separazione. Molto dipenderà dal destino della Juve legato alle coppe europee vista la delicata situazione extra-campo. In caso di assenza dall’Europa, si ridurrebbero drasticamente le possibilità di permanenza, con le richieste d’ingaggio dell’ex Psg che incocciano con i paletti imposti dal club bianconero.

Manuel Locatelli

La lontananza dallo Stadium di un top player come Pogba sta fortificando ancor di più la personalità, la maturazione di Manuel Locatelli. Più consapevole, leader, uomo-spogliatoio il centrocampista classe ’98, che dopo il primo anno a Torino è diventato in questa stagione un punto di riferimento per tutto il gruppo. Un segnale: è stato lui a parlare nel rituale cerchio pre-partita a Salerno. Ha caricato la squadra, toccato le corde dei compagni con le giuste parole, vestito ancora una volta gli abiti da guida. Ha 25 anni, è ancora giovane, ha una carriera davanti, ma le skills da veterano emergono già. E in un centrocampo orfano di Paul c’è la consacrazione di Manuel: «Per diventare un giocatore importante non conta la singola partita o il singolo periodo. Il giocatore forte si vede in una stagione, bisogna essere costante in questo. Mi pongo l’obiettivo della continuità, sono felice e mi sento bene. Questo è quello che conta» il suo messaggio-manifesto nell’intervista a Dazn.

Nicolò Fagioli

I tanti infortuni, soprattutto nella prima parte di stagione, hanno portato Allegri ad affidarsi ai talentuosi giovani presenti in rosa. Fagioli, Miretti, Soulé, Iling: risposte positive da tutti. A partire dal classe 2001, che si è lasciato alle spalle un avvio di campionato dallo scarso minutaggio con il gol vincente a Lecce e il bis allo Stadium contro l’Inter. Due gioielli che, uniti alle prestazioni sempre più convincenti, hanno convinto Max a non toglierlo più dal campo. «È cresciuto molto, poi in un momento in cui mancavano tanti giocatori i giovani han dato risposte importanti. In quel momento di difficoltà, di assenza di tanti giocatori, i giovani han portato entusiasmo e tecnica. Fagioli ha fatto tante partite, come Miretti, Soulé e Iling, stan lavorando tutti bene. Bisogna continuare su questa strada perché loro non possono far altro che migliorare» ha applaudito lo stesso Allegri. Con l’assenza di Pogba, Fagioli si gioca uno spazio da titolare anche per i prossimi mesi, con l’obiettivo di proseguire la sua crescita da qui a fine stagione e acquisire sempre più consapevolezza da vero cuore Juve.

Fabio Miretti

Discorso che rispecchia l’altro giovane centrocampista, Fabio Miretti. Con una piccola sfumatura: al momento il classe 2003 è ai box in seguito alla distorsione alla caviglia sinistra rimediata contro la Salernitana. Escluse fratture fortunatamente, ma il centrocampista dovrà rimanere a riposo per circa tre settimane. Si procederà con cautela per il suo recupero: nel mirino la sfida del 5 marzo con la Roma, ipotesi più realistica rispetto al derby della Mole del 28 febbraio con il Torino. Al suo rientro, comunque, Miretti riprenderà da dove ha lasciato: una crescita graduale, costante, con continui segnali al suo allenatore da parte di un giocatore intelligente, alla spasmodica ricerca di migliorarsi in funzione di se stesso e della squadra.

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