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Cecchi Gori: «Con la Juve gara come tutte le altre. Ricordi? Certe volte gli arbitri…»

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Vittorio Cecchi Gori, ex presidente della Fiorentina, ha parlato in vista del match contro la Juve in programma stasera

Vittorio Cecchi Gori, alla Gazzetta dello Sport, ha parlato in vista della sfida tra Fiorentina e Juve.

JUVE-FIORENTINA – «C’è anche altro. Questa gara per me sarà sempre particolare perché mio padre e mia madre si sono conosciuti proprio durante un Fiorentina-Juventus. Erano due tifosi accaniti! Sono figlio di due genitori viola dalla testa ai piedi. E siamo rimasti tali anche quando nel ’52 ci siamo trasferiti a Roma».

CESSIONE DI BAGGIO – «Facemmo di tutto per bloccare la trattativa, ma non c’era più niente da fare. Ormai era un giocatore della Juve».

SFIDA DI OGGI – «Io ho sempre detto che vale tre punti come tutte le altre partite. Non c’è motivo per questo campanilismo esagerato. Quello che conta alla fine è che la Fiorentina vinca qualcosa, non che vinca contro la Juve. Ricordo che una volta invitai al Franchi Boniperti, entrammo a braccetto. È chiaro che poi in quei 90 minuti non ci si parlava e si lottava alla morte, ma sempre con lo spirito giusto. Non mi piace quando le cose vanno oltre. Per fortuna durante la mia presidenza non c’è stato mai un problema di ordine pubblico, anche se gli arbitri certe volte…».

VLAHOVIC E CHIESA – «Sapete che cosa succede? Firenze i suoi giocatori se li cova. Per questo penso che soprattutto Chiesa dovesse senza dubbio restare in viola. Sarebbe migliorato anno dopo anno con la giusta serenità. Detto questo non è che la Fiorentina dopo abbia trovato attaccanti più forti di quei due lì. Di fatto siamo senza centravanti».

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