Juventus Women
Cernoia a JuventusNews24: «Sono tornata la Valentina di un tempo» – ESCLUSIVA
[video_ju24 url=”https://player.vimeo.com/external/307536313.m3u8?s=16cb08d763de210194e6448dfc6599431ff214bb” autoplay=”true” width=”100%” height=”300″ mute=”false” repeat=”false”]
Valentina Cernoia, faro del centrocampo Juventus Women, in esclusiva su Juventus News 24: «Se guardo questa maglia…»
Umile, sognatrice ma concreta. Con una maglia tra le mani che stringe con dolcezza, un bizzarro confronto che non la intimorisce e due occhioni azzurri spalancati verso un 2019 da vivere tutto d’un fiato. Il 2018 ha restituito al calcio femminile italiano Valentina Cernoia, faro del centrocampo delle Juventus Women e della Nazionale azzurra che la prossima estate sarà protagonista dei Mondiali in Francia. Di questo, e di molto altro, ne abbiamo parlato con la diretta interessata, in esclusiva su Juventus News 24.
Domenica scorsa è arrivato un bel successo in casa del Tavagnacco, il sorpasso sul Milan e dunque il primo posto in classifica. Hai firmato i due assist per le reti di Cristiana Girelli e hai scritto sui tuoi profili social che per te non è una stata trasferta come le altre. Ci spieghi perché?
«Sono contenta della mia prestazione e soprattutto della prova che abbiamo dato sul campo. Farlo davanti a una parte della mia famiglia che è in Friuli (il riferimento era quello) e far vedere loro la Valentina in campo, con una prestazione del genere e i due assist per Cristiana, mi ha fatto doppiamente piacere».
L’anno scorso hai affrontato un lungo periodo di stop. Ci racconti come ci si rialza da un grave infortunio?
«In realtà non c’è una formula segreta. Io faccio la calciatrice e per gli anni che vengono mi vedo calciatrice. L’infortunio chiaramente non fa piacere a nessuno, però è sempre da tenere in conto. Io purtroppo ho cominciato questa avventura alla Juventus da infortunata, però ho avuto da subito grande supporto. L’entusiasmo che mi ha accolta, a partire dalle compagne, allo staff, alla dirigenza tutta, mi ha fatto tornare la Valentina che tutti si aspettavano prima dell’infortunio».
L’anno scorso sei rientrata sulle battute finali della corsa scudetto, ti senti un po’ l’acquisto di qualità in mezzo al campo di questa nuova stagione?
«Diciamo che mi sono sentita l’acquisto del mercato invernale dell’anno scorso. Chiaro che rientrare da un infortunio del genere non era semplice e non potevo farmi trovare subito al cento per cento. Infatti, in questa prima parte di stagione ho fatto vedere la Valentina di un tempo. Chiaro però che la squadra l’anno scorso aveva bisogno pure il mio di innesto e ho cercato di dare quello che avevo. Abbiamo vinto lo scudetto, e quindi va bene così».
Facciamo un gioco con la tua maglia… Copriamo qualche lettera e… C_R 7… pesante questa maglia eh…?
«(sorride, ndr) Mi piace pensare che ci sia non solo un CR7 ma anche un Cernoia 7. Chiaro, lui è un destro, anzi un ambidestro, e l’ha fatto vedere anche in campionato. Io sono mancina pura. Lui è un bomber di razza, io prediligo l’assist. Però stiamo facendo bene per questa maglia e questo è l’importante».
Visto che il Natale è ormai alle porte, c’è un grazie che non hai mai detto pubblicamente per la tua brillante carriera da calciatrice?
«In realtà ho avuto tante occasioni per ringraziare diverse persone che mi hanno accompagnata nella mia carriera, perché ho vinto diversi titoli e quindi ho avuto modo di ringraziare chi mi ha aiutata a raggiungere gli obiettivi».
Qual è la prima cosa che ti viene in mente tenendo questa maglia tra le mani?
«Guardando questa maglia mi viene da ringraziare la società che comunque ha creduto in me nonostante arrivassi da infortunata e la mia squadra, dallo staff alle compagne, che mi hanno aspettata e mi hanno permesso di cucire già al primo anno lo scudetto sul petto».
Chi è Valentina fuori dal mondo Juve?
«Una studentessa che cerca di laurearsi in scienze motorie. Dico “cerca” perché mi mancano veramente quattro esami, però conciliare gli impegni tra società e Nazionale con questi appelli è un po’ difficile. Conto il prossimo anno di riuscire a portare a casa anche la laurea».
E se non avessi fatto strada nel calcio, oggi cosa faresti?
«Magari mi sarei già laureata, avendo più tempo a disposizione… (sorride, ndr). E’ difficile ad ora immaginare una Valentina lontana dai campi. Come ho detto prima, nel futuro mi vedo ancora come calciatrice e in un post carriera m’immagino ancora sui campi da calcio».
C’è un idolo che ti ha accompagnata in questa passione?
«Da bambina ero milanista… (sorride) il mio esempio come uomo e come capitano è sempre stato Paolo Maldini. Per la tecnica, nonostante sia una centrocampista, mi piaceva Ronaldo il brasiliano. Nel calcio di oggi, nel mio ruolo, apprezzo Modric».
Quanti sogni hai ancora dentro il cassetto per il 2019? Ce ne sveli qualcuno?
«Per scaramanzia non dico niente. Però conto di arrivare alla fine della stagione togliendomi grosse soddisfazioni con questa maglia. E poi c’è un grande obiettivo con la maglia azzurra che è quello del Mondiale: arrivare in Francia e non fare bene, di più. Spero sia un 2019 pieno di soddisfazioni».
Contro il Sassuolo hai fatto certamente uno dei gol più belli di questa stagione, ce ne sono altri ai quali sei particolarmente legata?
«Ne ricordo con piacere uno dei primi a Brescia contro il Como. Era un Brescia-Como, nell’anno della promozione in Serie A del Brescia, in cui avevo fatto uno stop a girarmi e avevo tirato un’altra cannonata che si era infilata sotto il set. E poi, tra tutti, devo dire il mio primo gol dell’anno scorso con la maglia della Juve. Perché dopo l’infortunio l’ho cercato tantissimo, è arrivato all’ultima di campionato contro il Tavagnacco. Niente di speciale ma era stata veramente una liberazione per me. Poi ne sono arrivati di fila, quasi in fotocopia, nelle ultime partite. Sono contenta, ne faccio pochi ma buoni, come dicono alcune delle mie compagne».
Tornando al vostro campionato, cosa non funzionava all’inizio e cosa è scattato in voi al punto di rimettervi sulla buona strada dei risultati?
«Difficile trovare una cosa che non abbia funzionato. Credo sia stato un insieme di cose che non ci hanno permesso di esprimerci al meglio. Buone cose le avevamo comunque fatte vedere, come la prestazione in Supercoppa contro la Fiorentina, dove è mancato solo il gol e il risultato, purtroppo. Forse adesso abbiamo preso più consapevolezza in noi stesse, abbiamo trovato i meccanismi giusti e lo si sta vedendo anche in campo. Speriamo di continuare così».
Il 2019 sarà un anno speciale, l’anno del vostro mondiale. Al netto delle banalità, siete consapevoli che il processo di popolarità del movimento femminile passa da questa tappa? Sei d’accordo?
«Passa assolutamente da questa tappa. Era importantissimo per noi raggiungere questo traguardo. Perché era vent’anni che la Nazionale non si qualificava a un Mondiale. E’ l’appuntamento giusto per far vedere che, se la Federazione e le società professionistiche investono su di noi e sul movimento femminile, anche noi donne possiamo dimostrare il nostro valore e portare a casa grandi traguardi».
Perché è davvero importante che anche nel calcio femminile venga riconosciuto il professionismo?
«Non possiamo sempre pensare all’Europa e agli altri campionati un passo avanti a noi. E’ giusto che anche il talento in Italia venga coltivato e che le ragazze abbiano gli stessi mezzi per emergere e per far vedere quello che possono dare in campo».
Se guardi un po’ oltre, come ti immagini nel calcio tra vent’anni?
«Studiando Scienze Motorie, conto in un futuro in campo ma non da allenatrice. Mi piacerebbe seguire le ragazze dal punto di vista atletico. Ecco perché è importante per me portare a casa la laurea. Anche l’esperienza che sto facendo in questo ambiente sarà importante per il mio futuro da post calciatrice».
Il progetto Juventus Women è davvero la cosa più bella che ti potesse capitare nel corso della tua carriera? Mi dici il perché?
«Lo è. Tornassi indietro, farei di nuovo questa scelta da subito. Perché dopo tanti anni a Brescia avevo bisogno di nuovi stimoli e di mettermi alla prova lontano da casa. Ho scelto la Juventus, non solo per quello che mi metteva a disposizione e per il suo blasone, ma soprattutto per una questione mia personale di ritrovare gli stimoli giusti per andare avanti e dare una svolta alla mia carriera. Ho scelto la squadra migliore in Italia, una delle migliori al mondo. Scelta migliore non potevo farne».
Si ringrazia Valentina Cernoia e l’Ufficio Stampa di Juventus per l’intervista esclusiva concessa.