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Feliciotti: «Vi racconto “Chico” Cherubini dal Foligno Calcio alla Juve» – ESCLUSIVA

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Giuseppe Feliciotti racconta i primi passi di Cherubini al Foligno Calcio fino al grande salto alla Juventus di Agnelli

Da Foligno alla Juventus. Dal Foligno Calcio alla Vecchia Signora. Una storia lunga, faticosa, ma che alla fine ha portato i suoi frutti. Federico Cherubini ha vissuto prima i panni del giocatore e del capitano dei “Falchi”, come vengono chiamati i giocatori biancoazzurri nella città umbra. Poi, dopo aver appeso le scarpette al chiodo, ne è diventato direttore generale, riuscendo nell’impresa di costruire squadre di grande livello con le risorse messe a disposizione dal presidente Maurizio Zampetti. Basti pensare che in quegli anni hanno vestito la maglia del Foligno Calcio giocatori del calibro di Parolo, Cacciatore, Volta che poi hanno calcato con regolarità i campi della Serie A. E grazie alle sua capacità manageriali, “Chico” (come viene chiamato da tutti a Foligno) Cherubini non solo ha fatto sognare i tifosi folignati in Serie C, addirittura sfiorando la promozione in Serie B, ma si è guadagnato la chiamata di Beppe Marotta e Fabio Paratici alla Juventus nel 2012. Da quel momento è iniziata la sua scalata nell’area sportiva dirigenziale bianconera.

Del percorso di Cherubini dal Foligno alla Juventus abbiamo parlato con Giuseppe Feliciotti, ex responsabile del settore giovanile del Foligno Calcio.

Giuseppe Feliciotti, ci racconti il primo Federico Cherubini dirigente del Foligno Calcio?
«Io sono tra quelli che ha “avviato” Cherubini al ruolo di dirigente calcistico. Quando lui era ancora giocatore io facevo il responsabile del settore giovanile del Foligno Calcio. Poi l’anno in cui fummo promossi in Serie C ha iniziato la sua la carriera da direttore generale e abbiamo lavorato fianco a fianco per un po’ di tempo. Già allora dimostrava di essere una persona capace. Per me è un esempio ed è la dimostrazione che se uno vuole arrivare ed ha i mezzi nella vita può arrivare davvero in alto. Come ha fatto “Chico” che non è mai stato raccomandato da nessuno, ma si è raccomandato da solo con quello che sapeva fare e con le sue qualità. È un esempio per tutti».

Quale è stata la sua prima reazione alla notizia della sua promozione possibile alla Juventus?
«Sono stato estremamente felice di vedere che un folignate, ed un amico, è riuscito a raggiungere questo livello. Io lo reputo un amico e ogni tanto ci sentiamo. Dal 4 al 9 luglio a Foligno avremo un Camp della Juventus e mi auguro che possa venirci a trovare al campo di Corvia per vederlo da vicino e congratularci. Tutti qua a Foligno siamo entusiasti per lui perché ha fatto un grande percorso partendo proprio da qui. Per noi è stato ed è un grande personaggio».

Ed è grazie a lui che in città è nata un’affiliazione proprio con la Juventus?

«Esatto. Grazie a lui la Fulginium prima e il Foligno Calcio poi sono diventati Academy Juventus. Ora solo la Fulginium ha questa affiliazione e come settore giovanile siamo fieri di esserci riusciti. Sia con lui che con le persone che si occupano del settore giovanile bianconero abbiamo trovato enormi soddisfazioni in questi anni».

Che rapporto c’è tra Cherubini, il Foligno Calcio e la città di Foligno?
«Lui è stato sempre presente per Foligno e per la squadra. L’estate scorsa è capitato un sabato mattina allo stadio “Blasone” mentre il Foligno stava facendo una rifinitura e ha acquistato due abbonamenti stagionali. È una persona sempre vicina alle sorti del Foligno e sappiamo benissimo che ci tiene tantissimo a che il Foligno possa fare bene. La sua mano non mancherà mai per i “Falchi” e Foligno devo essere fiera di lui. Dal punto di vista sportivo è stato l’uomo che ha portato il Foligno a grandissimi livelli. Chapeau».

Quale è secondo te la caratteristica migliore di Cherubini?
«Lui è una persona intelligentissima, scaltra e furba. Ha saputo sempre vedere la luce in fondo al tunnel. Lui riusciva a trovare la soluzione giusta al momento giusto. I fatti lo dimostrano. Passare da Foligno a Torino e fare tutta la carriera alla Juventus fino a diventare il numero 1 vuole dire che nell’arco del percorso che ha fatto in bianconero non ha sbagliato mai niente. A Foligno ti possono perdonare, alla Juve no. E’ stato grandioso».

Ci racconta un aneddoto riguardo il Cherubini dirigente?
«Io mi ricordo quell’estate che, a fatica, lui smise di giocare su proposta del presidente di allora Maurizio Zampetti. Andò quindi ad una riunione a Coverciano dove doveva andare un dirigente di ogni società, incluso il Foligno, per prepararsi al passaggio dal sistema dilettantistico a quello professionistico in quanto c’era da modificare l’entourage della società perché si dovevano fare i contratti veri e propri con i giocatori e altre cose. Insomma, c’era tutta una normativa diversa e nuova per noi. Mi ricordo che lui tornò poi nella sede del Foligno con un librone alto 10 centimetri che doveva studiarsi durante l’estate per mettere in moto la macchina del Foligno in Serie C. E devo dire che per i risultati ottenuti dal Foligno in quegli anni, ha studiato bene… tanto di cappello. E aggiungo un’ultima cosa».

Dica pure.
«Da interista dico che quando vedo le partite della Juve mi emoziona e mi dà gusto vedere il mio amico Cherubini che sta seduto vicino a Elkann e Agnelli».

Si ringrazia Giuseppe Feliciotti per la disponibilità mostrata in occasione di questa intervista

 

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