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Chiarenza: «Juve da 6,5, c’è una base su cui ricostruire» – ESCLUSIVA

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Chiarenza: «Juve da 6,5, c’è una base su cui ricostruire». L’intervista all’ex allenatore della Primavera – ESCLUSIVA

Dalla stagione della Juve alla situazione di Allegri passando per i top e i flop della squadra e il futuro di alcuni giocatori in chiave mercato. Vincenzo Chiarenza, ex allenatore della Primavera bianconera, ha parlato di tutto questo e molto altro in esclusiva a Juventusnews24.

Domanda secca: c’è qualcosa di salvare di questa stagione appena conclusa della Juve? E che voto darebbe all’annata dei bianconeri?

«La stagione qualcosa di positivo ha lasciato. Ci sono giocatori di classe e campioni che non hanno fatto bene quest’anno, ma sono comunque la base su cui ricostruire insieme ai giovani. Di certo c’è che la Juve deve essere attenta sul mercato perché secondo me qualcosina ha sbagliato e ha sprecato opportunità per valorizzare qualche giovane in più. O comprare giocatori che a livello europeo dicano la loro. Un voto alla stagione? 6,5 di incoraggiamento per il futuro».

Quali sono state le difficoltà principali della Juve?

«La Juve ha arrancato e non ma hai dimostrato di avere il pallino in mano contro tutte le squadre che ha incontrato. Le grandi squadre che vincono gli scudetti sono quelle che vincono le partite contro le cosidette provinciali che adesso non hanno più niente di provinciale. Penso a club come Sassuolo, Empoli, Lecce che sono realtà che in qualche partita hanno giocato meglio della Juve. Proprio sul gioco la Juve è stata carente. E’ mancata la qualità di gioco e quando i bianconeri recuperavano palla a metà campo non sfondavano mai le difese avversarie con azioni veloci. Anche dal punto di vista caratteriale la Juve non ha fatto tanto bene».

Allegri merita la conferma per Chiarenza?

«Io credo che Allegri e la società debbano mettersi a tavolino e discutere di questa stagione e di come sarà il prossimo. Allegri è uno che ha vinto tanto alla Juve e conosce bene l’ambiente. Non sarebbe neanche male ricominciare da lui, ma il fatto è che i risultati contano molto così come il gioco. Da questo punto di vista deve essere più coraggioso e intraprendente per valorizzare il gioco d’attacco con tanti giovani che corrono. Questo un po’ è mancato».

Che idea si è fatto di tutte le situazioni extracampo che hanno condizionato la stagione?

«Sicuramente non sono state situazioni ideali per giocare a calcio. Però la Juve non penso che abbia mai fatto mancare niente ai giocatori e all’allenatore, standogli sempre vicino. Ci sono problemi che la società deve risolvere. La Juve ha più di cento anni di storia lavoro e della società si può star tranquilli».

La Juve è arrivata settima in classifica e il prossimo anno giocherà la Conference League, al netto di quel che deciderà l’Uefa. Quanto è pesante questa sorta di passo indietro europeo?

«La Juve deve giocare le grandi coppe come ha sempre fatto e spero possa rifare presto in futuro. Se ci riesce è la vera Juve, altrimenti è una squadra simile a tante altre che purtroppo deve fare faticare di più».

Chi è stata la sorpresa in positivo della Juve?

«Fagioli su tutti. Fagioli è un giocatore che ha dimostrato di avere personalità, di non avere paura di niente, di crescere partita dopo partita. E’ uno di quelli che ha fatto meglio di tutti»

E chi, al contrario, ha deluso di più Chiarenza?

«Mi ha deluso Pogba e anche Di Maria. L’argentino ha fatto 2-3 partite al suo livello, ma non è stato l’uomo capace di cambiare le cose. Si sa che a giocatori della sua età gli acciacchi fisici diventano più lunghi da guarire e ci sono problematiche in più rispetto al prendere un giovane di talento e di qualità».

Di Vlahovic si parla molto in chiave mercato: per 80 milioni la Juve dovrebbe darlo via?

«Io penso che la Juve abbia già pensato di venderlo. Secondo me non è il centravanti che serve ai bianconeri. La Juve ha bisogno di un giocatore che sia capace di superare l’uomo in dribbling, che sappia duettare con i compagni e far venire su i centrocampisti, avere i tempi giusti. Lui appartiene alla Juve che è una squadra d’elite in Europa dove i grandi giocatori devono essere partecipi sia in fase difensiva che offensiva. Per questo è necessario sapere dialogare con i compagni. La Juve non è come una squadra di provincia dove tutti si dedicano a un giocatore le palle lunghe o filtranti. In una squadra forte come la Juve che gioca per vincere i giocatori di personalità devono giocare tutti per la manovra e fare gol nel minor tempo possibile».

E’ Chiesa il giocatore da cui devono ripartire i bianconeri?

«E’ un giocatore molto interessante e valido, a patto che non giochi in mezzo al campo o al centro. Chiesa deve giocare esterno nel tridente per riuscire a valorizzare tutte le sue caratteristiche fisiche e tecniche».

La Juve fa bene a tentare il rinnovo in extremis di Rabiot?

«Io ho sempre difeso Rabiot e l’ho sempre ritenuto come un giocatore indispensabile per la Juve perché ha quantità e qualità. In questa stagione ha fatto una serie di gol importanti migliorando sotto questo aspetto. E’ uno che macina chilometri in ogni partita e un giocatore di assoluto rendimento».

Si ringrazia Vincenzo Chiarenza per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista

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