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Chiellini sulla Juve: «Non è facile capirla oggi. Sarà più squadra dopo il Mondiale!»

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Giorgio Chiellini, in collegamento dal Festival dello Sport di Trento, si è espresso anche sul momento della Juventus

Intervenuto in collegamento da Los Angeles al Festival dello Sport di Trento, Giorgio Chiellini ha parlato così della Juventus. Le parole riprese da TMW.

PAROLE – «La Juventus e l’Italia sono state le tappe più belle della mia carriera. Purtroppo a proposito di Italia faccio ancora fatica ad accettare che per la seconda volta di fila siamo fuori dal Mondiale. Il rammarico è fortissimo, mi spiace tanto per i bambini che non possono vedere gli azzurri in una competizione così prestigiosa. Sono eventi che legano generazioni e segnano le storie sportive dei ragazzi. E non è facile nemmeno capire la Juventus di oggi. La seguo da tifoso, e mi dispiace. Ci vuole pazienza, si sono concatenate situazioni particolari. Mi auguro che dopo la sosta la squadra possa tornare a fare bene. Il campionato sarà strano, c’è il Mondiale in mezzo. Sono convinto che la Juve sarà più squadra dopo il Mondiale. Anche perché non c’è al momento una squadra che può ammazzare il campionato. Non so se la Juve può vincere lo scudetto. In fondo sono passate 7 giornata e sembra che ne sono passate 70. Magari più avanti gli avversari faranno meno bene e la Juve uscirà alla distanza. Giocare la Champions League ogni settimana è massacrante, sicuramente incide. Occhio poi alla variabile Mondiale, bisogna capire come arrivano fisicamente a gennaio i giocatori impegnati con le varie nazionali. A Los Angeles la vita procede bene. Vivo tutto con entusiasmo, un bel percorso di vita. Per giocare qui dobbiamo dare viaggi molto lunghi, questo è stato un grande cambiamento. Le pressioni sono minori, mi sto godendo tanto la famiglia e sono felice. Buffon ha parlato di sensazione di libertà pur continuando a giocare. È successo anche a me nella parte finale della mia carriera sia con la Juventus che con la nazionale. Mi sono goduto ogni attimo, allenamento e ritiro. Perché sapevo che non sarebbe durato tutto in eterno. Qui con il Los Angeles ancora di più. Mi diverto, ci sono dei giovani e dei compagni più grandi. Sto scoprendo tante cose belle e nuove. Ne avevo bisogno, per me e per la mia famiglia. Il rimpianto più grande con la Juventus è non aver giocato la finale di Champions League a Berlino per infortunio. Resta un grande rammarico anche perché per ciò che avevo fatto nella stagione meritavo di giocarla. La gioia più grande è stato il primo scudetto, perché arrivato in maniera inaspettata. La vittoria di Trieste me la ricorderò per sempre».

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