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Chiesa-Juve, Firenze schiuma rabbia: dal viola al bianconero, resta il tabù

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Chiesa Juve, Firenze schiuma rabbia: dal viola al bianconero, resta il tabù. Precedenti illustri e avvelenati

Firenze-Torino, in macchina o in aereo, resta e forse resterà per sempre una tratta difficile da percorrere se sei un giocatore della Fiorentina che ha deciso di vestirsi di bianconero. Il trasferimento di Federico Chiesa alla Juventus ha riacceso il mai sopito astio della Fiesole verso la Juve e tutto ciò che essa rappresenta e comporta. La sopra citata dinamica, che ha precedenti illustri e avvelenati, rimane tutt’ora un tabù sociale.

Il comunicato ufficiale

Juventus Football Club S.p.A. comunica di aver raggiunto un accordo con la società ACF Fiorentina per l’acquisizione, a titolo temporaneo fino al 30 giugno 2022, del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Federico Chiesa a fronte di un corrispettivo di € 10 milioni, di cui € 3 milioni per la stagione sportiva 2020/2021 e € 7 milioni nel corso per la stagione sportiva 2021/2022. Inoltre, l’accordo prevede:

• L’obbligo da parte di Juventus di acquisire a titolo definitivo le prestazioni sportive del giocatore al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi nel corso della stagione 2021/2022;

• La facoltà da parte di Juventus di acquisire a titolo definitivo le prestazioni sportive del giocatore qualora detti obiettivi non fossero raggiunti.

• Il corrispettivo pattuito per l’acquisizione definitiva, in entrambi i casi, è pari a € 40 milioni, pagabili in tre esercizi, e potrà essere aumentato, nel corso della durata del contratto di prestazione sportiva con il calciatore, per un ammontare non superiore a € 10 milioni al raggiungimento di ulteriori obiettivi.

Il climax Chiesa: la fascia, gli insulti, lo striscione

Per quanto il passaggio di Chiesa alla Juve fosse nell’aria ormai da diversi mesi (la scorsa estate la trattativa era stata a un passo dal concretizzarsi), la separazione dalla piazza viola è stata ugualmente contestata e infiammata. Già a partire da venerdì scorso, l’esterno ormai ex Fiorentina è sceso in campo con i gradi di capitano contro la Sampdoria. Le pressioni degli ultras hanno portato il classe ’97 a rinunciare alla fascia di Astori per indossare quella ordinaria della Serie A. Poi è stato il momento della contestazione dopo le visite a Coverciano: un gruppetto di tifosi viola, radunato all’uscita dell’istituto “Fanfani”, non gli ha risparmiato fischi e insulti usando termine come ‘Vergogna‘, ‘Buffone‘, ‘Gobbo‘. A chiudere l’infausto cerchio è arrivato lo striscione esposto nella giornata di oggi fuori dalla stadio Artemio Franchi: «Tradire chi ti ha cresciuto e protetto la più grande mancanza di rispetto. Firenze non è più casa tua… Infame».

chiesa striscione tifosi fiorentina 1

Dalla Fiorentina alla Juve: i predecessori di Chiesa

Come tristemente anticipato, però, si tratta di un film già visto. Nel 1990 il tormentato caso Roberto Baggio. L’idolo della Fiesole si trasferì alla Juventus per 25 miliardi di lire più il cartellino di Renato Buso. Il caos. La tifoseria scese in piazza per una vera e propria rivolta contro il presidente Pontello che fu costretto a vendere la società qualche settimana dopo. A corredo, nella stagione successiva, il duplice episodio della sciarpa: quella bianconera non indossata dal Divin Codino nel giorno della presentazione con la Vecchia Signora, e quella viola raccolta dal prato del Franchi dopo che il 10 aveva rifiutato di calciare un rigore contro la sua ex squadra. Negli anni si sono seguite altre operazioni, meno simboliche, ma comunque mal digerite dalla tifoseria gigliata: da Bojinov a Neto, passando per Felipe Melo. Più paragonabile all’affare Chiesa è quello che ha portato Federico Bernardeschi in bianconero nel 2017 per 40 milioni di euro: cresciuto nel settore giovanile della Fiorentina, l’attuale 33 bianconero ha dovuto fare i conti con l’ira e la delusione dei suoi ex tifosi. «Mandi il certificato da finto malato. Lo stile Juve hai già incarnato», recitava uno striscione esposto dopoché il giocatore non si era presentato in ritiro per la manifestazione di una gastroenterite acuta.

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