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Ciaschini: «Ricordi bellissimi alla Juve. Vi racconto il giovane Agnelli» – ESCLUSIVA

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Giorgio Ciaschini è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Juventusnews24: ecco le dichiarazioni dello storico vice di Carlo Ancelotti ed ex Juve

Giorgio Ciaschini, storico vice di Carlo Ancelotti, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Juventusnews24.com. Da Ancelotti e le due stagioni vissute alla Juventus all’esperienza al Chelsea, fino a Del Piero e Zidane ed alla Juve di Massimiliano Allegri: ecco le sue dichiarazioni.

La Juventus è a -13 dalla vetta della classifica di Serie A: i bianconeri sono già fuori dalla corsa scudetto?

«In un campionato livellato come questo dire che una squadra come la Juventus sia fuori dalla corsa scudetto credo che sia impossibile. È vero che davanti ci sono delle squadre attrezzate come Milan, Napoli, la stessa Inter, però è anche vero che la Juventus se riesce a prendere il ritmo che le compete potrebbe anche rimettersi in corsa per lo scudetto».

Che idea si è fatto di questa Juve, la convince? Cosa è mancato finora e cosa manca per tornare la squadra dominatrice dell’ultimo decennio?

«Quello che penso io è che a questa Juventus manca ancora di trovare un assetto definitivo che gli dia continuità. Credo che Allegri abbia provato diverse soluzioni, soprattutto per quello che riguarda il reparto offensivo e a centrocampo, ma che un assetto preciso ancora non ci sia. Se devo pensare a qualcosa che manca io credo che a questa squadra, al di là del centrocampo di cui tanto si parla, manchi soprattutto per competere a livello internazionale un attaccante centrale di livello europeo. I giocatori che ci sono come Morata e Kean sono bravi, ma paragonati ad alcune formazioni di livello internazionale sicuramente qualcosa manca in quel reparto».

Lei ha lavorato anche al Chelsea: ha qualche aneddoto in particolare sulla sua esperienza londinese? La Juventus può fare risultato anche a Stamford Bridge nel match di ritorno della fase a gironi di Champions?

«Il ricordo del Chelsea è sicuramente di una società organizzatissima, dove c’è un grandissimo rispetto del ruolo di tutti i componenti dello staff, anche degli osservatori. È una cosa che mi è sempre piaciuta, ma questo è un discorso che riguarda il calcio inglese in generale. Quando andavo a vedere le partite in qualsiasi campo trovavo sempre dei collaboratori, era riservata in tribuna una zona specifica per gli osservatori in una zona ottimale dello stadio, non relegato nelle curve o nelle gradinate. Questa è una cosa che mi ha sempre impressionato. Per la Juventus sicuramente non sarà facile fare risultato a Stamford Bridge, perché il Chelsea è una società che ha dimostrato di crescere in tutti i reparti. Quest’anno si è rinforzata anche con l’acquisto di Lukaku e il fatto che ha vinto la Champions l’anno scorso lo ha dimostrato. Però la Juventus è una squadra altrettanto forte e valida, quindi può comunque giocarsela su ogni campo compreso quello di Londra».

Dal Chelsea al Real Madrid, dove è tornato Ancelotti. L’ha più sentito? Pensa che con lui i Blancos possano tornare al top anche in Europa? E questa Juve può ambire alla Champions?

«Il ritorno di Ancelotti al Real Madrid era un film probabilmente previsto, perché Carlo si era lasciato in ottimi rapporti sia col pubblico che con i giocatori, con la stampa e la società. Credo che fosse un po’ scontato. Sì l’ho sentito, lui si trova bene, è previsto anche un viaggio a Madrid però per adesso fra Covid e cose varie è tutto rinviato. Penso che possa fare molto bene, lo sta dimostrando, ha dei giovani molto molto validi soprattutto nel reparto offensivo. Credo che possa fare bene anche in Europa. La Juventus invece per ambire a vincere la Champions League, anche se nel calcio nulla è scontato, debba prendere almeno una punta centrale di livello internazionale».

Alla Juventus ha lavorato con Conte e Zidane, due top allenatori, e Del Piero, che è appena diventato tecnico. Lo vede un giorno sulla panchina della Juventus?

«Alla Juventus ho avuto il piacere e l’onore di lavorare con giocatori e ora allenatori come Conte e Zidane che già da allora si vedeva che erano ragazzi straordinari ma anche persone destinate ad un successo fuori dopo aver smesso di giocare. Del Piero inizia ora, come giocatore sicuramente è stato stratosferico, come allenatore deve ancora dimostrare perché non ha mai allenato però è un ragazzo molto intelligente e conosce molto bene la Juventus. Quindi perché no, potrebbe benissimo diventare un giorno l’allenatore della Juventus, come del resto è successo anche a Pirlo. Credo che Alessandro intelligentemente si stia preparando, piano piano e con i passi giusti».

Anche Zidane è stato a lungo accostato alla Juve: anche lui è destinato un giorno alla panchina dei bianconeri? Conte invece è l’allenatore ideale per il Manchester United?

«Certo, può essere, mai dire mai. Anche perché Zidane non è più una scoperta ma un allenatore ormai affermato. Ha dimostrato al Real Madrid il suo valore e sicuramente alla Juventus sarebbe anche un allenatore ideale. È stato per lungo tempo un uomo Juve e conosce bene l’ambiente. Ma appartiene a quella categoria di allenatori che vanno in una società anche in considerazione di vincere qualcosa di importante, quindi bisognerà vedere cosa la Juventus potrà garantire a Zidane. Conte può allenare qualsiasi tipo di squadra, è molto esigente e conosce bene anche il calcio inglese. Ha già vinto con il Chelsea e credo che anche al Manchester possa fare benissimo».

Infine sulla sua esperienza in bianconero: ha un ricordo speciale da raccontarci di quella Juve?

«Io ho fatto due anni con Carlo e ho dei ricordi bellissimi: dell’ambiente, della città, della tifoseria e della società. In quegli anni l’attuale presidente, Andrea Agnelli, era un ragazzo giovane e molto interessato e curioso, scendeva spesso negli spogliatoi. Voleva sapere tante cose in maniera sempre raffinata e mai invadente, come del resto è lo stile di questa grande famiglia. Di cose da raccontare ne avrei tantissime».

Si ringrazia Giorgio Ciaschini per la disponibilità e la cortesia dimostrata in occasione di questa intervista

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