2016
Closing or not Closing
Tranquilli, non voglio traviarmi con una riflessione filosofica di quello che capiterà all’AC Milan da qui alla data fatidica del Closing, sempre che sia confermata…
Closing è un termine, tuttavia, che continua a slittare senza che se ne capiscano a fondo le ragioni. Mr Bee è ormai sepolto dai soli ricordi di un’operazione risultata poi un abbaglio mentre il vero B(erlusconi) aspetta, come ultimo colpo ad effetto, di riprendersi casomai il suo Milan nel caso saltassero tutti i piani dal B all’ultimo possibile. Sarebbe l’ennesimo colpo di scena di un’operazione sventolata ai quattro venti prima ancora di essere sicura di andare in porto. Anche questa risulta essere una singolare strategia molto nota negli ambienti dell’alta finanza. Alla fine della fiera, per noi comuni mortali, sembra essere il modo più semplice per mantenere una società guadagnando sulle penali per il mancato passaggio di proprietà. Ci si potrebbe sbagliare, ma non faccio così ingenui né Berlusconi né tantomeno i presunti acquirenti asiatici. Ne faccio una questione di soldi. Sempre loro, sia quando ce ne sono e soprattutto quando si cerca di non spenderne più. Ufficialmente manca il benestare del governo cinese, la realtà ci riporta alle frasi neppure troppo di circostanza del presidente Berlusconi pronto a incassare la seconda tranche da 100 milioni da ributtare nel mercato di gennaio. A quel punto nascerebbe un Milan sempre più italiano e dai bassi costi di gestione. E come si direbbe in un finale di una fiaba, sarebbero tutti felici e contenti. Sicuramente più “trasparente” il percorso sportivo della squadra in campo: il Milan di Montella ha una marcia in più di tutti i suoi ultimi predecessori. Montella è una garanzia di qualità e i giocatori lo hanno seguito. Probabilmente Berlusconi ha avuto meno tempo per metterci naso e le idee non hanno dovuto trovare strani compromessi. Il quindicesimo turno di campionato offre ghiotti vantaggi proprio per il Milan atteso all’ora di pranzo per sbranarsi il Crotone. Uno o più bocconi per mettere pressione alla Roma impegnata qualche ora dopo nel derby e magari qualcosa di più anche alla Juventus scesa in campo prima. Tutto dipenderà da quanto l’Atalanta riuscirà a far tremare le gambe della Vecchia Signora alle prese con i soliti infortuni di mezzo inverno.
Allegri pare tranquillo. Staremo a vedere in questo trittico di campionato dopo la batosta di Genova di una settimana fa. Atalanta, Toro e Roma per riprendere quota e poi la Dinamo Zagabria e il Milan per due appuntamenti già decisivi. Un primo posto in Champions e il terzo trofeo stagionale sarebbero dei trampolini non solo per l’umore. In caso contrario non ci sarebbero giustificazioni e soprattutto rimedi immediati. Il problema resterebbe come arrivare a marzo e soprattutto come ci si arriverebbe. Giocatori da Juve capaci di alzare la qualità non ce ne sono tantissimi in giro. In difesa Bonucci, Dani Alves e Barzagli sono ai box, Chiellini non sembra più la roccia portante e poi Lemina e Benatia partiranno per la Coppa d’Africa. La coperta è già corta adesso e la società non può non intervenire. Le soluzioni più semplici parlano italiano. Quelle più complicate costano troppo e magari non sono utilizzabili in coppa. Un consiglio: la prossima volta che partirà un big ci si preoccupi di sostituirlo adeguatamente. Nel ruolo e poi anche nei sogni. Prima di Higuain si prenda il sostituto all’altezza di Pogba. E a seguire Pjanic. Elementare…Watson. Elementare Marotta.