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Collovati: «Non è piacevole assegnare scudetti e promozioni a tavolino»
Fulvio Collovati ha parlato dell’emergenza Coronavirus e della decisione riguardante la ripresa del campionato
Fulvio Collovati, ex calciatore, ha parlato ai microfoni di Tuttosalernitana dell’emergenza Coronavirus e della questione campionato.
DECISIONE – «Francamente il passato insegna che non è mai giusto decidere con le carte, il gioco del calcio prevede la competizione e non è piacevole assegnare scudetti e promozioni a tavolino. A cospetto di una pandemia, tuttavia, si può anche accettare qualche decisione impopolare».
EMERGENZA – «C’è una emergenza mondiale, tutti i campionati sono stati sospesi. La salute delle persone è la cosa più importante e l’istituto superiore della sanità deve essere un punto di riferimento. Si sono fermate tante industrie, perché bisogna dare l’ok ad uno sport di contatto che non può garantire la distanza? Che poi ci sia un collasso economico ed un valore sociale importante alla base dello sport è fuori discussione. Il Governo dovrebbe dare un contributo, ma ritengo che ci siano priorità diverse».
RICORDI – «Alla mia età e in piena quarantena è bello vivere di ricordi. Ho fatto 12 anni tra Milan e Inter a San Siro, vincere scudetto e coppa Italia rappresenta una grande soddisfazione. In 18 campionati di A ci sono anche delle grosse delusioni, ma ho iniziato giovanissimo e ho avuto la possibilità di essere allenato dai migliori tecnici del mondo. Non dimenticherei Bearzot, fu un trionfo. Esperienza unica nel suo genere, c’erano personaggi come Zoff che sono rimasti nella storia. Come non menzionare la partita a carte sull’aereo con Pertini, la tripletta di Rossi al Brasile, l’urlo di Tardelli. Anche nel 2006 è stato bellissimo, ma nel 1982 battemmo campioni di livello mondiale e assoluto come Maradona. Il mio ricordo va a Bearzot, forse i suoi meriti sono stati sottovalutati. Persona intelligente, che rispettava le nostre scelte. Sapeva dosare bastone e carota scegliendo la via del dialogo. Si mise contro la stampa pur di difenderci,era obbligatorio ripagarlo”.
CALCIO – «Oggi è un calcio diverso, tattico e veloce. Noi eravamo molto tecnici e non c’era tutta questa tecnologia. Quando poi girano troppi soldi prevalgono gli interessi di procuratori e direttori sportivi. I campioni ci sono anche adesso, ma ai miei tempi c’erano allenamenti individuali e secondo me eravamo più forti. Rimpianti? Si poteva vincere più con l’Inter, purtroppo in semifinale beccavamo sempre il Real Madrid e ci mandava a casa. Però il prestigio del mondiale resta a vita e ripaga di tutto. Maldini è stato un eccellente giocatore, ha vinto coppe e scudetti… ma nel 2006 non c’era e secondo me resterà un suo rimpianto».