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Conferenza stampa Canzi: «Alla Juve per vincere, femminile sempre seguito. Su modulo e senatrici…»

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Conferenza stampa Canzi: la presentazione ufficiale del tecnico della Juventus Women che incontra i giornalisti all’All’Allianz Stadium

(inviato all’Allianz Stadium) – Martedì 9 luglio, alle ore 14:30, l’allenatore della Juventus Women Massimiliano Canzi incontra i media presso la sala conferenze dell’Allianz Stadium per la sua presentazione ufficiale. Introduce il direttore della squadra femminile Stefano Braghin.

EMOZIONI – «Ringrazio il club e il direttore Braghin per la grande opportunità e per le parole che mi fanno grande piacere e non fanno che aumentare la mia responsabilità entrando in un club con questa storia e questo vissuto. Entro in punta di piedi cercando di imparare subito. Sono grato e onorato. Non ho ancora iniziato in campo, non vedo l’ora. Mancano pochissimi giorni, è una cosa nata già da due mesi fa e la voglia di cominciare aumenta. Ci sentiamo tutti i giorni per lavorare sulla squadra. Credo che Stefano abbia parlato di passione e che ha contraddistinto tutta la mia carriera per questo sport. Sono stato tanto dilettante e tanto professionista, arrivare qui è un punto d’arrivo ma non voglio essere frainteso. Ma per quanto riguarda la carriera deve essere un punto di partenza».

AL FEMMINILE – «Ho già avuto 24 anni fa un’esperienza in Serie A femminile. Da allora sono sempre stato legato al calcio femminile e ho sempre seguito il movimento e il campionato. Ho seguito da lontano la grande crescita che ha avuto anche grazie alla Juventus. Quando mi è stata paventata questa possibilità l’ho presa subito in considerazione. La vita è fatta di cicli, ne ho avuti vari. Per la passione che ho sempre avuto e per gli stimoli questa era una grande occasione. Penso che il movimento sia in crescita e abbia ancora grandi margini. E non nego che i colloqui che abbiamo avuto mi hanno fatto prendere l’ultima decisione. I rapporti umani sono fondamentali per qualsiasi scelta. A chi mi ha chiesto perché ho risposto perché no? Ho risolto un contratto per questa opportunità straordinaria».

GRUPPO E SENATRICI- «Pragmatismo è una parola che mi piace. La prossima è la 39esima stagione da allenatore, passando gli anni ho sempre meno certezze perché il calcio è in continua evoluzione. La parola senatrici non mi piace perché sminuisce il ruolo tecnico, ho avuto opportunità di parlare con loro. Con qualcuna di persona e con qualcuna al telefono. Loro mi aiuteranno a capire cosa è la Juventus. Sono giocatrici importanti e che hanno fatto la storia del club, sanno come si vince. Sono giocatrici importanti che hanno un contratto e che sono considerate in grado di dire la loro in maniera importante».

MODULO E LAVORO – «Ho sempre pensato che l’allenatore debba adattare il sistema di gioco in base a ciò che ha a disposizione. Il tempo passato con loro mi darà la conoscenza definitiva rispetto a quello che maggiormente calzerà al sistema di gioco e idea tecnica per le loro caratteristiche. Sicuramente ho una mia idea di gioco, che non si traduce necessariamente in numeri, nel corso della mia carriera ho usato tanti sistemi di gioco, sicuramente parlando della mia idea con il club l’idea sarà un calcio aggressivo. Sotto l’aspetto fisico e dell’impatto del ritmo di gioco oltre le differenze di genere, credo si possa e si debba, per come la vedo io, un calcio intenso. Quindi vorrei intensità negli allenamenti».

A BIELLA A VEDERE LE GARE – «Ho visto dal vivo le ultime due partite, precedentemente mi ero messo sotto a vedere parecchie partite. A livello esterno mi sono fatto un’idea precisa. Ho detto che ho sempre seguito il calcio femminile in questi anni, ho assistito a qualche partita, tante in tv e poche dal vivo. La prima cosa che mi viene in mente è che bisogna tarare l’occhio: il calcio è uno solo ed è vero ma i ritmi sono diversi, come è diverso guardare Champions League e Serie C. Sono una squadra con grandi valori tecnici, questa è la cosa primaria nel calcio, forse è l’aspetto meno migliorabile anche se citando Braghin i margini di miglioramento sono tanti, anche per la storia che le giocatrici nel calcio italiano hanno. Poche arrivano da scuole calcio di alto livello perchè non c’erano. I margini sono ampi. Io credo ciecamente che i risultati si raggiungano attraverso il lavoro, chiacchiere e proclami li porta via il vento». 

COME SI IMMAGINA IL GRUPPO – «Mi aspetto di vedere un gruppo che sotto un certo aspetto ha perso certezze, abituato a vincere tutti, negli ultimi due anni ha vinto meno anche se è arrivato secondo ed ha vinto trofei, ha vinto meno di ciò a cui era abituato, ha bisogno di riacquistare fiducia e stima. Mi aspetto di trovare questo. Le squadre che vincono sono quelle dove obiettivi singoli e di squadra coincidono. Ai giocatori si dice di giocare per lo stemma che hai davanti e di essere ricordato per il nome che hai dietro, questo va sempre ricordato, gli obiettivi individuali sono quelli di squadra e del club. Se non si raggiungono gli obiettivi collettivi si lascia il tempo che trova». 

BECCARI- «Chiara è una giocatrice che tra l’altro avevo visto nell’ultima di campionato e mi aveva impressionato. Rivedendola per il nostro progetto che abbiamo in testa può assolutamente per caratteristiche esserne centrale. Che sia con tre attaccanti, con due, con due e un trequartista è duttile, ha dato il meglio come esterno, è molto giovane e con grandissimi margini».

SONCIN – «Lo conosco da tempo. Da quando commentava la primavera, siamo rimasti in contatto. Ci siamo sentiti un paio di volte in questo periodo, lo stimo e sono contento. Mi auguro che in queste due partite raggiunga un obiettivo importante per tutti». 

QUANTO SERVE PER RIAPRIRE UN CICLO – «La pancia piena non credo ci sia. Vincere aiuta a vincere. Quando si è abituati a vincere non farlo da fastidio. Non penso ci sarà questo problema, io non ce l’ho. Sono venuto alla Juventus per vincere, altrimenti stavo bene dove ero nella mia comfort zone come ha detto il direttore Braghin. Vincere significa raggiungere gli obiettivi che si propone, qui vincere dei trofei è l’obiettivo, io sono qui per questo. Non penso sia possibile che qualcuno abbia la pancia piena. Siamo in un momento della storia della squadra con ricambio generazionale, non drastico, ci sono giocatrici che hanno dato tanto sotto l’aspetto tecnico ma ci sono giocatrici con anni in meno che sono in rampa di lancio, arriva qualcuna da fuori che ha già vinto, che ha esperienza internazionale. Sicuramente è stata costruita una rosa ampia, questo è importante, mi permetterà di utilizzare più giocatrici. Quanto servirà per aprire un nuovo ciclo non lo so». 

BIELLA – «Ci sono stato una sola volta, la penultima di campionato, un impianto adatto al di là della distanza dalla città, può essere adatto alle nostre esigenze. All’interno non ci sono ancora stato. Il fine settimana che precede l’inizio del campionato ci sarà un’amichevole a Biella». 

GAP CON LE BIG D’EUROPA – «Non una domanda semplice. Sicuramente una cosa che salta all’occhio guardando le partite in tv, lo dico con beneficio di inventario, è la differenza di impatto fisico. Si nota proprio guardando le partite come velocità, intensità e forza fisica. Una cosa sulla quale lavoreremo, lo dicevo prima. Una delle ragioni probabilmente che hanno fatto scegliere la mia persona come allenatore è questo. Non posso fare proclami ma va considerato. Come abbiamo sempre detto vincere aiuta a vincere. Bisogna instaurare un circolo che aiuti a migliorarci». 

CALENDARIO – «Come sempre, come ogni anno è un momento bello per un allenatore, giocatrice o dirigente, si inizia a visualizzare quello per cui si sta lavorando. Le squadre vanno comunque incontrate tutte, prima o dopo, questo è relativo, fa specie ricominciare da dove si è finito, tra l’altro ero presente a Sassuolo. Anticipi e posticipi faranno poi molto sui giorni di recupero rispetto alle partite infrasettimanali che verranno».

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