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Marchisio: «Ho deciso di ritirarmi. Rigiocherei la finale di Berlino» – VIDEO
Conferenza stampa Marchisio: l’ex centrocampista bianconero svela il suo futuro dalla sala stampa dell’Allianz Stadium. Le sue parole
Oggi, in conferenza stampa, Claudio Marchisio ha svelato il suo futuro. L’ex centrocampista della Juve, bianconero per ben 25 anni, ha scelto di incontrare i giornalisti nella sala stampa dell’Allianz Stadium.
Alle ore 15:00, da quello che per 7 anni è stato il suo stadio, il Principino ha parlato dei suoi progetti per il futuro, dopo aver rescisso il contratto con lo Zenit dopo un solo anno in Russia. LA CARRIERA DI CLAUDIO MARCHISIO
RITIRO – «Avrete immaginato il perché vi ho chiesto di venire qui oggi. Ho deciso di ritirarmi, è stata una decisione ponderata, ma difficile. Ho scelto un luogo come questo per annunciarlo. Volevo farlo a casa mia, ma non ci stavamo tutti quanti, quindi ringrazio la Juventus che mi ha concesso questo luogo speciale. Ho passato una notte insonne, ho scelto la parola sogno per descrivere questa mia avventura. Il sogno di un bambino, il sogno di un ragazzo che intuisce di avere talento insieme a compagni che talento ne avevano, ma non tutti potevano arrivare a coronare questo sogno. Serve anche al dedizione, il lavoro e anche la fortuna. Io fortuna ne ho avuta tanta, a trovarmi al posto giusto al momento giusto e prendere quel treno che passa una volta e avere sempre persone che mi hanno accompagnato. E mi hanno regalato emozioni e momenti indimenticabili dentro e fuori dal campo. È stato un sogno che ho vissuto con tutto me stesso e quel me stesso l’ho messo in ogni allenamento, in ogni partita, in ogni società con cui ho giocato. La Juve, l’Empoli e poi lo Zenit».
PERIODO DIFFICILE – «Quest’estate per me è stato un periodo difficile, complicato. Perché ero dentro una riabilitazione e dentro di me era scattato qualcosa. Cercavo di recuperare, tornare in campo, ma mi rendevo conto che la mia testa voleva fare qualcosa, ma il mio corpo non reggeva più come volevo. Lì cominciano le domande, vorresti dare tutto te stesso, essere quello che sei sempre stato, ma devi ragionare. E se non puoi dare quello che hai sempre dato era giusto arrivare a questa decisione. Non è importante l’età, è importante quello che senti veramente dentro».
SOLO LA JUVE – «Negli ultimi mesi sono arrivate anche offerte importanti da altri continenti e da altri Paesi dove c’era grande interesse, ma dentro di me sapevo che non potevo rispettare quello che è Claudio, ossia quello che voleva dare tutto sé stesso. Da lì sono arrivato a questa decisione. Ritrovandomi qui mi arrivano grandi emozioni, perché dentro il mio sogno ho vissuto tantissimi momenti, scritti qui vicino, al Museum. Tutt’ora c’è la mia prima medaglia, il mio primo scudetto. Ho vinto tantissimo, con i miei compagni e queste emozioni rimarranno sempre dentro di me. Voglio ringraziare tutti, in primis la mia famiglia che mi è sempre stata vicina, a mia moglie e ai miei figli che sono stati sempre vicino a me. Sono un ragazzo cresciuto nella provincia di Torino che vedeva il mondo in Torino e sognava la sua squadra del cuore e ho realizzato questo sogno grazie alla mia famiglia».
FUTURO – «Sono molto emozionato, devo ammetterlo, ma adesso cambia tutto. Finisce una parte della mia vita e inizia un nuovo percorso. La mia famiglia mi ha insegnato che non bisogna avere paura del futuro, ma guardarlo con curiosità. Non so cosa farò, negli ultimi anni ho portato attività extra calcio, ma non mi precludo niente. Non se farò l’allenatore o qualche altra cosa. È giunto il momento di staccarmi, prendermi un po’ di tempo per la mia famiglia. Ringrazio tutti, voi che siete qui ad ascoltarmi e tutte le persone che mi hanno regalato tanto».
ZENIT – «Come ho detto non ho mai preso in considerazione offerte in Italia. Da lì la decisione di andare allo Zenit. Quest’anno ho dovuto rescindere il contratto con lo Zenit per una questione di rispetto. Sapevo che avrei saltato gran parte della stagione, quindi mi sembrava corretto nei loro confronti prendere questa decisione. Come ho detto prima la tua voglia di continuare c’è sempre, ma devi guardarti dentro e capire se sei in grado di restare a quei livelli. E se dopo ogni partita sai che hai dato tutto te stesso, ma non sei riuscito a fare certe cose che voleva fare la tua testa, capisci».
RIMPIANTI – «Il rimpianto è stato sicuramente quello di non vincere la Champions e non vincere l’Europeo con l’Italia. Quelli sono i due momenti in cui, non aver messo quei trofei in bacheca in quel ciclo, con i rimpianti più grandi. Quando mi sono reso contro che il mio sogno si stava avverando? Ero l’unico felice nell’anno della B, prendevo il treno. Io indossavo la maglia della Juve e il mio sogno si stava coronando e dovevo sfruttare al massimo il mio sogno».
GOL – «Due. Il primo contro l’Inter, non in questo stadio, nell’altro. Oltre a essere stato un gol stupendo, è stato importante. Venivo da un piccolo infortunio, mi affacciavo alla Nazionale maggiore e c’era l’Europeo. E poi il primo qui con la Juve, dove è nato quel ciclo vincente».
SALUTO AI TIFOSI – «La tempistica è stata diversa, non era fine stagione. Il mio momento poi l’ho avuto, sono contento di aver lasciato questo ricordo nei tifosi e quel momento non lo dimentico. Giocavo nello Zenit, ma tornare qui era tornare a casa. Con i tifosi ho sempre avuto un grandissimo rapporto e me l’hanno dimostrato in quella giornata».
BERLINO – «Vorrei rigiocare la finale di Berlino. Se ci fosse la possibilità di rigiocarla, magari anche solo un tempo, non mi dispiacerebbe. Per il futuro non mi precludo nulla, devo vedere anche cosa il calcio potrà darmi e cosa io potrò dargli. Ho bisogno di tempo per decidere, perché sono decisioni da prendere con i tempi giusti».
RESPONSABILITA’ – «Credo che la cosa più importante sia la responsabilità che hanno i ragazzi, soprattutto grazie alle possibili informazioni che ci sono quotidianamente, ai social, all’importanza che hanno ora i calciatori per i giovani. Non solo per essere un esempio positivo, perché siamo persone oltre che calciatori. Ognuno poi ha un carattere diverso. Io man mano col tempo ho capito che c’era bisogno di far sentire la mia voce fuori dal campo. Non ho mai avuto il problema di prendere le difese dei più deboli o di qualsiasi argomento. Senza avere paura, perché le critiche ci sono sempre. Le viviamo con le pagelle dopo la partita, per una gara non andata bene, non bisogna avere paura. Credo i giocatori debbano avere più coraggio».
CALCIO ITALIANO- «Credo che il calcio italiano stia cambiando. Ci sono sempre più giovani che hanno possibilità di giocare in grandi club. Lo stiamo vedendo nell’Inter con Sensi e Barella, che hanno la possibilità di giocare in grandi palchi, ma non solo. Credo negli ultimi anni si stia facendo un grande lavoro e da italiano, da tifosi italiano, mi auguro che prima possibile la nostra società possa tornare ai vecchi livelli, ma è importante anche lavorare nel settore giovanili».
FAMIGLIA – «I miei figli oggi volevano giocare con me ed erano arrabbiato che dovessimo venire qui. Loro sono piccoli, è giusto abbiano il loro percorso. Io sono felice che ora avrò più tempo da dedicare loro e sono sicuro che anche loro, vedendo i loro volti, siano più felici di avere papà a casa».
INTER JUVE – «Strano no, sono curioso come tutta Italia. Non ci resta che guardarla. Al di là di Conte che è andato all’Inter, c’è una squadra che sta facendo bene con grandi risultati e la Juve che ora deve inseguire. Sarà un grande match, io la vivo da fuori da tifoso juventino».
CONTE – «Secondo me basta guardare il volto dei giocatori dell’Inter. Sono gli stessi dell’anno scorso, ma hanno un altro spirito e questo sicuramente è la mano dell’allenatore».
SCUDETTO – «Da fuori me lo auguro, ma è presto. Sarà un match acceso, ma ci sono ancora tante partite. Poi chiaro che vincere partite come queste, con tanta attesa, darà benzina per il resto del campionato, quindi sarà importante per le squadre far valere la propria forza in un match così».