Convegno Seconde Squadre nel calcio italiano dall'Allianz Stadium
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Convegno Seconde Squadre dall’Allianz Stadium, Agnelli: «Nicolussi simbolo da seguire» – VIDEO

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[video_ju24 url=”https://player.vimeo.com/external/324148429.m3u8?s=a9efe7da654ccd71fbb535d9293b6a5036be150e” autoplay=”true” width=”100%” height=”300″ mute=”false” repeat=”false”]Convegno Seconde Squadre nel calcio italiano: all’Allianz Stadium l’evento per confrontarsi sul progetto. Presente anche il presidente Andrea Agnelli

(Simone Dinoi inviato all’Allianz Stadium) – Venerdì mattina di grande confronto all’Allianz Stadium dove va in scena il convegno “Seconde Squadre – analisi e prospettive nel contesto italiano”. L’evento, organizzato da Lega Pro in collaborazione con Juventus, vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Andrea Agnelli e Federico Cherubini, Head of Football Teams and Technical Areas Juventus.

Tanti gli ospiti di lustro: dal presidente della FIGC Gabriele Gravina sino al presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, passando per il Consigliere Federale FIGC e Amministratore Delegato dell’Inter Beppe Marotta. Dopo l’incontro è prevista una conferenza stampa di ragguaglio. 


Convegno Seconde Squadre: la diretta live

10.30 – Beppe Marotta è arrivato all’Allianz Stadium accompagnato da Federico Cherubini.

10.45 – Anche Andrea Agnelli, Gabriele Gravina e Damiano Tommasi sono arrivati allo Stadium.

11.10 – Comincia il convegno, parola a Gabriele Gravina, presidente della Figc

«Grazie al presidente Agnelli che ha voluto ospitare questo evento. Siamo in un momento di grande sfiducia verso le istituzioni e le associazioni del mondo del calcio e incontrarsi per parlare di un tema che sta a cuore a tutti credo sia il segnale e una testimonianza importante. Il tema di oggi è particolarmente delicato e importante, ma che richiede una riflessione di carattere generale perché non possiamo parlare del tema seconde squadre senza affrontare un’analisi con alcune riflessioni del contesto generale in cui vengono inserite. Il nostro è un mondo che in questo momento vive difficoltà nell’individuare un modello da seguire. Quello che più preoccupa, e l’ho vissuto come presidente di Lea Pro, è proprio questa metodologia che dà l’idea di essere più un cosmetico che copre alcuni problemi senza dare soluzioni di prospettiva. I metodi adottati finora non aiutano a tirare fuori il sistema dalle secche. Quindi bisogna ispirarsi a un’idea diversa, e dobbiamo rievocare il concetto della solidarietà che al momento vengono viste come una logica di sostentamento. L’assistenzialismo è il modo peggiore per far crescere un sistema. L’assistenzialismo ti fa sopravvivere, non vivere. E per vivere devi lavorare e il lavoro deve essere riconosciuto con dignità. Progetto secondo squadre nasce da un confronto diretto tra Demetrio Albertini che io ho condiviso dal primo momento. Io credo molto in questo progetto, è partito come progetto molto forte. Difenderò questo progetto fino in fondo, ma lo difenderò nelle caratteristiche legate alla dignità del progetto stesso. Il progetto è partito molto male. Partito come vanto politico di qualcuno che non sapeva di cosa stava parlando. Non entro nel merito di valutazioni politiche, ma è stata un’azione di forza senza una visione. Quando non si ha visione si commettono errori e io mi aspetto da questa giornata che ci siano indicazioni chiare soprattutto da parte della Lega Pro. La prima caratteristica deve essere il numero delle squadre con diritto di partecipare al progetto seconde squadre, capire la mission della Lega Pro e all’interno del ruolo politico della Lega Pro inserire questo progetto. Inserirlo con convinzione, quindi mettersi poi a difenderlo. Ho fatto fare un’analisi sui numeri dei giovani e sono raccapriccianti. Abbiamo il 92% che è la percentuale media di calciatori selezionabili nelle nostre Nazionali, quindi vuol dire che sono giovani calciatori, ho cercato di capire cosa è successo a quei giovani formati all’interno della Lega Pro negli ultimi 10 anni. Dei calciatori che hanno calcato i nostri campi di gioco negli anni 2007/2008, quanti erano presenti 10 anni dopo. Sembrerà strano, ma sono solo 23. Di tutti quei professionisti sono arrivati solo 23 calciatori».

11.29 – Prende la parola Ghirelli, presidente della Lega Pro

«Devo dare atto alla Juventus di averci messo la faccia e aver speso per provare. Siamo qui per questo motivo, perché qualcuno ha provato a vedere cosa si può costruire e gli va dato atto, gli va riconosciuto. Oggi siamo qui per raccogliere in maniere operativa le valutazioni sulle esperienze 18/19 e riflettere su come migliorare perché qualcuno ha provato a vedere cosa si può costruire e gli va dato atto. Oggi siamo qui per raccogliere in maniere operativa le valutazioni sulle esperienze 18/19 e riflettere su come migliorare. Primo, un esperimento per accrescere le Nazionali italiane: un eseprimento serio deve mettere in campo un numero significativo di club. Diamo atto alla Juve, ma è evidente che c’è bisogno di altri club. Quanti? Sei, almeno. E da qui serve un ragionamento di sistema in tutte le leghe. Se costruito con equilibrio l’esperimento deve consentire l’utilizzo di giocatori in prima squadra prima rispetto ad ora. I criteri. Giovani calciatori selezionabili per la Nazionali italiane: 21 anni. Poi 4 o 5 liberi da criteri, utilizzabili come detto con più possibilità dalla prima squadra. Il tema è valorizzare i nostri settori giovanili. Ci deve essere un equilibrio di presenze di seconde squadre nei tre gironi di Serie C, altrimenti si crea un disequilibrio».

11.40 – Parla Andrea Agnelli, presidente della Juventus

«Questo è un tema molto importante per lo sviluppo del calcio italiano. Abbiamo fatto grandi sforzi nel raccogliere ragazzi anche avessero almeno un passato nella Juventus e conoscessero l’ambiente. Parlando della Primavera, un ragazzo come Hans Nicolussi Caviglia non gioca in un campionato allenante perché dovrebbe giocare in Primavera. L’esempio Morata: quando lo acquistammo, aveva già giocato partite di Champions League e Liga. Questo è il punto di riferimento a cui vogliamo arrivare. Nicolussi martedì ha avuto la possibilità di andare in panchina, per essere pronti i ragazzi devono avere queste esperienze. Le seconde squadre esistono in quasi tutta Europa, tranne in Inghilterra. Se guardiamo i vincitori dei campionati del mondo degli ultimi anni, le rose sono formate da calciatori che hanno vissuto il percorso delle seconde squadre. Il lavoro che sta portando avanti la FIFA è importante. In questo momento i prestiti sono sotto la lente d’ingrandimento, la FIFA sta cercando di normare questa transazione. Si pensa di arrivare ad un numero drasticamente limitato e così chi non ha seconda squadra si troverà in difficoltà. Noi della Juve crediamo fortemente in questo progetto. Molto importante è la difficoltà di aver accettato l’iniziativa Juventus, progetto è partito in fretta e furia. Noi volgiamo dare strumento importante all’Italia. Dal punto di vista individuale della Juventus, noi ci caleremo nella realtà delle leghe minori per o sviluppo delle stesse e essere accettati all’interno della lega come riferimento per far crescere tutto il sistema. Il nostro impegno è massimo. Ragazzi con limiti d’età corretti e di qualità in modo che progetto sia strumentale. Vi ringrazio per essere venuti qua».

11.50 – Sale sul palco Demetrio Albertini, presidente del settore tecnico della Figc

«In Spagna e in Germania i calciatori raggiungono le 100 presente in Bundes attorno ai 22-23 anni, qua in Italia si arriva attorno ai 25-26. La differenza è importante e anche economicamente porta meno benefici di quelli che potrebbe. Un giovane preparato in Lega Pro acquisisce esperienza, non tutti giocheranno poi nella Juventus, ma sicuramente verranno formati per quella categoria».

12.01 – Prende parola Federico Cherubini, Head of Football Teams and Technical Areas Juventus

«Da anni, assieme al presidente Agnelli Marotta e Paratici, affrontiamo questa tematica per dare un futuro ai ragazzi che formiamo nei settori giovanili. Fondamentale è il percorso che viene dopo la formazione del giocatore e finora il sistema calcio non ha trovato soluzioni. Ogni anno c’è una leva calcistica che arriva a terminare percorso di formazione. Lo scorso era la leva del 99: su 443 calciatori, 10 rose serie a, 18 serie b, 102 lega pro, 1559 serie d, 9 svincolati, 20 estero, 125 rimasti nelle Primavere. Si è costruito campionato Primavera 1 che è più competitivo, ma poi vengono tenuti per vincere qualche partita in più ma si stronca percorso di crescita. Solo 28 inseriti nelle rose di A e B, solo 11 hanno fatto più di 10 presenze. Con continuità giocano Bastoni, Zaniolo e Pinamonti. dei 350 della Berretti dell’anno scorso, nessuno gioca in A o B. In Italia a 19 anni quando esci dalla Primavera non ci sono soluzioni, o meglio c’è solo la prima squadra ma spesso non si riesce nella squadra di appartenenza dunque si arriva ai prestiti. In Spagna oltre ad avere le seconde squadre hanno avuto per qualche anno le terze, in Germani c’è tranquillamente il progetto delle seconde squadre. In Francia c’è un sistema che prevede le seconde squadre, possono inscrivere le seconde squadre solo le società che hanno un centro sportivo di livello. In Olando e Portogallo ci sono le seconde squadre, idem in Belgio e in Svizzera anche se con limitazioni. L’anno scorso avevamo più di 50 prestiti, abbiamo iniziato un piano per la riduzione dei prestiti: l’obiettivo è arrivare l’anno prossimo a 15. Controllando i giocatori che abbiamo mandato in prestito, giocano meno del 50% delle partite. Prendendo in analisi il caso Spinazzola: arrivato alla Juve a 19 anni in tre stagioni ha cambiato 5 squadre in prestito e rientrato a Torino dopo sei stagioni di prestito e ha fatto l’esordio in prima squadra qualche mese fa. Confrontando con Morata: in 4 stagioni gioca in maniera alternata tra Castilla e Real Madrid e non è un caos che abbia fatto esordio in prima squadra poco dopo i 18 anni. Nel 2013 vince l’Europeo U21 e ha già più di 100 presenze. Visto lo stop al percorso di formazione e crescita siamo arrivati al progetto delle seconde squadre. Solo a luglio abbiamo saputo essendo i primi del ranking di poter formare una squadra. Solo noi siamo partiti subito perché gli altri hanno deciso legittimamente di attendere un anno. Ora ci sono dei dubbi perché non si conoscono i posti disponibili e dunque quante seconde squadre avranno accesso. C’è un versamento annuo importante stabilito per le seconde squadre per partecipare al campionato che è di 1.200.000 euro. Noi come Juventus U23 non abbiamo diritto di voto in assemblea, ma di rappresentanza sì. Abbiamo scelto noi il nome di Juventus Under 23 nonostante l’età media dei nostri calciatori sia più giovane. C’è un sistema di norme che fa un mix tra le esperienze delle altre culture sulle seconde squadre in giro per l’Europa. Ci tengo a ringraziare Michel Kreek che è partito da Amsterdam e ha formato negli anni il settore giovanile dell’Ajax che la settimana scorsa ha deliziato il pubblico. (dal pubblico segnalano il sorteggio proprio con i lancieri n.d.r.) Ah, non lo sapevo (sorride n.d.r.). Un momento importante è stato post 4-0 a Carrara quando il presidente Agnelli ha incontro la squadra, un segnale importante. Il presidente ha fatto uno dei discorsi più efficaci sui ragazzi perché ha toccato il tema dell’identità Juve. Quel giorno sono stette poste le basi per il concetto di seconde squadre anche all’interno dei ragazzi. Fargli capire che non sono lì parcheggiati, ma per crearsi opportunità. Sono parte integrante della Juventus, vedasi caso Nicolussi, ma anche Kastanos e Mavididi in panchina contro l’Udinese. Dal futuro ci aspettiamo di non essere più soli, qui club che hanno manifestato interesse in passato che ripropongano la volontà. In questo momento in Lega Pro un giocatore su tre non è di proprietà, è in prestito. La quasi totalità dei giocatori Under 23 in Lega Pro non è di proprietà delle squadre. Noi Juventus siamo disposti a pagare trasferimenti piuttosto che valorizzazioni, questo è un circuito virtuoso. Iaquinta, Barzagli, Toni e Grosso sono campioni del mondo e hanno portato benefici alle squadre di Lega Pro. Sono gli unici ad esser stati di proprietà di club di lega pro e non in prestito. Comporre una nazionale con i 99 è difficile perché si trovano in quel limbo: tra chi è fuoriquota in Primavera e chi è in prestito ma gioca poco. Per questo le seconde squadre sono importanti anche per una Nazionale Under 20. Le squadre campioni del mondo degli ultimi anni sono composte da giocatori che hanno fatto diverse presenze nelle seconde squadre. Banalmente se avessimo avuto le seconde squadre qualche anno fa, Kean avrebbe avuto ià diverse presenze tra i professionisti. In Italia solo noi come Juve abbiamo la seconda squadra e siamo al livello di paesi come Kosovo, Islanda, Montenegro».

12.44 – Tocca a Beppe Marotta, Consigliere Federale FIGC e Amministratore Delegato dell’Inter

«Il sistema calcistico italiano deve rafforzare percorso di formazione. La seconda squadra è uno strumento da tenere in grande considerazione e lo dico da rappresentante dell’Inter. Il problema di oggi è quello dell’accompagnamento della crescita dopo il percorso nel settore giovanile. Le seconde squadre sono importanti sia per i calciatori che per i formatori, Luis Enrique e Guardiola sono partiti da lì per arrivare alla prima squadra. Un contenitore di crescita per tutto il sistema. Ormai è una necessità. Le seconde squadre vanno collocate all’interno del sistema calcio, abbiamo individuato la Lega Pro ma sono sicuro che con Gravina ci siederemo al più presto ad un tavolo di lavoro e di discussione. Io nel primo periodo ero alla Juve e abbiamo avuto coraggio nell’investire in questo progetto. Ero rappresentante della Serie A, sono rimasto deluso dalla poca frequenza delle riunioni e dai chi contenuti usciti fuori da questi lavori. Dobbiamo formare calciatori, allenatori e dirigenti anche attraverso il progetto delle seconde squadre e favorire i talenti. Quella di oggi è stata una giornata bella e importante perché erano presenti tutte le componenti».

13.01 – Ghirelli, presidente della Lega Pro

«Ci sono quattro punti operativi. Dobbiamo mettere in campo questo tavolo di discussione con il presidente Gravina. Bisogna aprire il bando per il completamento degli organici per il prossimo campionato. I benefici che devono trarre le Nazionali. Fondamentale anche la questione relativa ai formatori, un dato importante per lo sviluppo del calcio italiano. L’ultimo punto riguarda noi della Lega Pro, ci è stata posta un sfida. Passare dai prestiti alla valorizzazione dei settori giovanili. Dobbiamo cercare di anticipare i provvedimenti che poi farà la FIFA. La Lega Pro deve avere l’ambizione di diventare il campionato che forma i giovani calciatori, allenatori e arbitri».

13.10 – Termina il Convegno sulle seconde squadre.

 

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