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Corona ad Avanti Popolo: «Fagioli giocava di tutto dalle medie. E le società sapevano»

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Corona ad Avanti Popolo: le parole sul caso scommesse nel programma di Rai 3 condotto da Nunzia De Girolamo

Fabrizio Corona ospite di Nunzia De Girolamo nella trasmissione Avanti Popolo su Rai 3. Le nuove dichiarazioni sul caso scommesse raccolte LIVE da Juventusnews24.com.


INCHIESTA – «Ho ripreso a fare il mio mestiere. Non sono mai passato dalla parte dei buoni, non credo nelle istituzioni. Non lavoro nelle forze dell’ordine, lo dico a chi parla di infame. Questa inchiesta sarebbe partita comunque, c’era già. Altri hanno spifferato, io no. Ho un codice etico che mi ha insegnato la galera. Non immaginate cosa ci sia sotto a questa inchiesta».

COSA RISPONDE A SPALLETTI – «Spalletti lo conosco molto bene perché ha allenato a Milano, lo rispetto. Il problema è la dichiarazione del giorno prima. Quando sono andati a prendere Tonali e Zaniolo ha rilasciato dichiarazioni tristissime e ha accusato me. Dovrebbe accusare la procura di sciacallaggio. Si dovrebbe vergognare. Fanno fare l’urlo Italia a Buffon, che per anni ha giocato a carte».

STRISCIONI CURVA JUVE – «Di quello che hanno scritto in uno striscione i tifosi della Juventus che dire… Io non sono un giornalista, ma un ricercatore di notizie. Non sono veline della procura, fare questa inchiesta mi crea una marea di problemi».

FAGIOLI – «Quando io ho pubblicato la notizia su Fagioli il primo agosto, la Juventus lo ha ‘tolto’ dai convocati per la tournée negli USA. Non è vero che la società è andata subito alla FIGC, lo ha fatto dopo 10/15 giorni. Prima non lo ha fatto giocare. Nicolò sono sei anni che giocava, le persone che gli dovevano i soldi sono andati fuori dalla Continassa. Fagioli è il caso più drammatico di tutta questa storia, ho incontrato un suo amico che mi ha detto che alle medie e al liceo già scommetteva. È veramente malato di ludopatia. Scommetteva anche mentre giocava alla Cremonese: non solo sul calcio, ma su tutto. In tre mesi si è indebitato per oltre un milione di euro. Fagioli doveva prendere tre anni, il fatto che lui abbia parlato e patteggiato non significa».

ANCORA SU FAGIOLI – «Lui è un caso a parte. Ero in palestra, ho aiutato un ragazzo che si era affossato con la panca piana. Dopo qualche giorno l’ho rincontrato e mi ha detto che era compagno di classe di Fagioli alle medie e che già ai tempi scommetteva su tutto».

DOVE SCOMMETTEVA FAGIOLI – «Fagioli faceva scommesse anche sul mercato nero. Secondo me, e non voglio fare la morale, credono che i soldi che si giocano sono uno sfizio da togliersi, una leggerezza. Ci sono due tipi di scommesse dei calciatori: quelle classiche e il mercato nero. Le grandi reti sportive vivono e nascono grazie agli investimenti delle case da gioco, idem la pubblicità che finanzia i giochi. I giochi sono dello Stato: poi ci sono quelli illegali. Vengono contattati attraverso giri strani che tutti i coinvolti sono tutti collegati a un unico centro, un gruppo di persone che permettono a queste persone di giocare sulla parola e andare avanti a ‘pagherò’, perché convinti dal contratto e dal volto del calciatore come garanzia».

LE SOCIETÀ SAPEVANO – «Le società sapevano, i procuratori di Fagioli e Zaniolo sapevano. E nessuno ha detto niente. L’agente di Zaniolo ha dato i soldi a lui per recuperare i debiti. Un vero uomo monetizza sul suo assistito o calciatore, non aspetta che va via in un’altra squadra per fare la morale. Gli strappa il contratto e gli dice di farsi curare. Ora il calcio è solo questione di soldi, il calcio vero non esiste più».

DA FAGIOLI A TONALI E ZANIOLO – «I giornalisti dicono che tramite Fagioli si arriva a Zaniolo e Tonali. In realtà ci arrivano tramite le chat del giocatore della Juve, nel suo telefono ci sono prove che riconducono a loro. Gli altri due giocatori sono importantissimi perché frutto di uno schema chiaro, c’è un incastro di date e di partite. Nelle chat del telefono di Fagioli si parla di Tonali e Zaniolo. Fagioli e Tonali giocano nel 2011 a Piacenza, crescono insieme e si incrociano con un gruppo di persone che è il fulcro di questa indagine. E uno di questi è l’ex braccio destro di Zaniolo».

IL BLITZ A COVERCIANO – «Se io non avessi fatto i nomi di Zaniolo e Tonali la polizia non sarebbe andata a Coverciano. Appena fatti i nomi mi hanno portato in Questura, subito dopo sono andati a Coverciano. Altrimenti avrebbero aspettato le partite della Nazionale».

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