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Cuadrado: ospite del Liceo S.Anna per “La sfida del Covid nello Sport” – VIDEO
Cuadrado ospite del Liceo S.Anna per “La sfida del Covid nello Sport”. Il giocatore della Juve parlerà ai ragazzi con Rincon
Juan Cuadrado e Tomás Rincón aderiscono a un’importante iniziativa che li vede protagonisti a pochi giorni del derby della Mole tra Juventus e Torino.
Mercoledì 31 marzo, a partire dalle 09.00, I due sono collegati telematicamente con il Liceo Scientifico e delle Scienze Applicate S.Anna per un incontro denominato “La sfida del Covid nello Sport“. L’evento sarà visibile in diretta streaming sul canale YouTube dell’Istituto.
Prende la parola Rincón
«Col Covid è cambiata la vita di tutti quanti, stiamo vivendo un mondo particolare, diverso da due anni fa. Dobbiamo adattarci e trovare la gioia nelle piccole cose. Da un anno e qualcosa è cambiata la vita di tutti. Assenza dei tifosi? È brutto. Non è il calcio che sognavamo. Ci piace la gente, ci piacciono gli stadi pieni. Ma la priorità è la salute. Devi trovare stimoli e motivazioni perché i tifosi ti danno una grande spinta. Speriamo tornino presto. Dico a tutti i ragazzi che ci ascoltano di avere pazienza. Derby? Ci stiamo lavorando, sappiamo che importanza ha per i nostri tifosi e per la classifica che abbiamo. È una partita stimolante, proveremo in tutti i modi a cercare una vittoria in casa che ci manca da tanto. Spaventato? Mai, le paure nella vita sono altre. Sono stimolato e abbiamo voglia di giocare e di battere un avversario importante. Come squadra affrontiamo una partita difficile. Metterò tutto quello che posso dare, serve una grande partita. Cuadrado ci martella sempre. Passaggio alla Juve? soprattutto all’inizio non è stato semplice. Poi con lavoro e disciplina sono entrato nei cuori dei tifosi granata, ho iniziato a sentire il loro affetto. Sono stato accolto bene da società e compagni».
Prende la parola Cuadrado
«È un momento particolare per tante persone. Noi come calciatori stiamo spesso fuori casa, io ho potuto conoscere meglio la mia famiglia e i miei figli. Anche se è stato difficile per molti, per me è stato bello. Il calcio? Non è lo stesso ma la cosa più importante è la salute. Anche i più giovani perché sono quelli che escono di più. L’effetto dello stadio vuoto è brutto, i tifosi sono la nostra carica. Ma siamo professionisti e dobbiamo cercare di fare sempre le cose nel migliore dei modi. Credo che piano piano potremo avere qualche tifoso allo stadio. Quando ho scoperto di essere positivo al Covid ero molto tranquillo. Ero asintomatico e potevo fare tantissime cose. È stato difficile perché vedere i miei compagni giocare e non potevo darli una mano. In quel periodo mi sono riposato fisicamente e spiritualmente. Ho sempre avuto il modo di allenarmi. Diventare calciatore è sempre stato il mio sogno. Ho lavorato tantissimo e avuto molta disciplina. Ho creduto nella mia passione e nei sogni che Dio aveva messo in me. Mi sono sforzato e sono molto felice di avercela fatta. Qualche consiglio? Credere nei propri sogni e lottare fino alla fine con disciplina. Idolo? Mi piacevano Ronaldo il Fenomeno e Ronaldinho. Colombia? La situazione ora è più controllata, ci sono tanti casi ma le morti sono diminuite tantissimo e stanno andando avanti con le vaccinazioni. La fede è una speranza, quella è la cosa più importante. È la speranza che ci sia qualcosa dopo la morte. Gesù e morto e resuscitato per darcela, siamo in questo mondo solo di passaggio. Non si tratta di religione, ma di avere una relazione col proprio Padre. Bisogna ricercare la verità, lui è la tua guida. Juventus? Il Mister sta facendo un grandissimo lavoro, non è facile arrivare in un top club. Ci sono cambiamenti e giocatori nuovi, dobbiamo avere pazienza. Non è colpa sua, siamo noi che andiamo in campo. Noi abbiamo perso dei punti che non dovevamo e per questo ci troviamo in questa situazione. Dobbiamo crederci fino alla fine e provare a fare più punti possibile. Rinunce che ho fatto? Tante cose. Io a 13 anni sono andato via da casa per raggiungere il mio obiettivo. Ho avuto il sostegno di mia madre ma ho rinunciato a quel tempo con lei. Dal 2009 lei e mia sorella sono con me in Italia. Gol? È un’emozione indescrivibile e non sai cosa fare. Io ballo per manifestare la mia allegria, è bellissimo. CR7? È uno dei migliori al mondo, è un professionista da cui c’è solo da imparare. È un esempio per la voglia che mette in ogni partita e allenamento. Derby? Speriamo di vincere, non dobbiamo avere paura. Ci alleniamo per scendere in campo con voglia e per fare un buon risultato. Champions? È il calcio, la gente pensa sia facile ma non lo è mai. Quando non raggiungi un sogno non è perché sei scarso. Bisogna lavorare finché non ce la fai. Continueremo a farlo e sperare che tocchi a noi. Sono fiducioso che essendo una grandissima squadra potremo riuscirci. Ronaldo alla Juve? Non ci credevo. Sono contento che sia nella mia squadra. Quando gli ho dato il 7? Per me non era importante, per me conta giocare. È più importante dare che ricevere. Lingua? Quando arrivi devi andare a lezione e se non ci vai ti multano. Quando ho imparato il giusto per giocare ho smesso. Ho imparato ancora di più relazionandomi con gli altri. Nazionale? Per me è un orgoglio. Essere chiamato è un privilegio. Non c’è cosa più bella. Obiettivo della Juve? Vincere queste ultime partite e cercare di stare nei primi posti per raggiungere la Champions. La finale di Coppa Italia è importante visto che siamo usciti dalla Champions. Derby? Ce la metteremo tutta, non è lo stesso senza i nostri tifosi ma daremo il 100% perché ci sosterranno dalla tv».