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Danilo Bremer, bunker Juve: De Ligt e Chiellini sono già un ricordo

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Danilo Bremer, bunker Juve: sono gli eredi di De Ligt e Chiellini e i nuovi punti fermi del presente e del futuro

Danilo contro il Friburgo ha dato una nuova (ennesima) dimostrazione di esser diventato, a tutti gli effetti, il leader della Juve 2022-2023. Il difensore brasiliano è stato protagonista di una prestazione fantastica sotto ogni punto di vista, togliendosi anche lo sfizio di regalare qualche numero di gran classe, come una giravolta per superare un avversario ed effettuare un lancio, oltre a dar prova della sua ottima duttilità spostandosi a sinistra al momento dell’infortunio di Alex Sandro e dell’ingresso in campo di Bonucci.

Pure Bremer, contro i tedeschi, ha certificato il suo ottimo momento di forma lasciando le briciole a Grifo e compagni. Le statistiche del match dicono molto di più di tante parole: il Friburgo ha effettuato solo 2 tiri in tutta la partita, entrambi lontani dai pali difesi da Szczesny. Merito loro e di tutta la squadra.

Concentrazione, qualità, leadership: Danilo e Bremer incarnano appieno quel che è stata l’eredità lasciata dalla gloriosa BBC bianconera composta da Barzagli, Bonucci e Chiellini, capace di scrivere pagine su pagine di storia nei 10 anni di trionfi della Juve e, dopo il ritiro dell’ex Palermo, da De Ligt.

DANILO

Danilo incarna in sé alcuni tratti sia di Barzagli che di Bonucci che di Chiellini. Del primo ha l’eleganza e la calma con cui riesce a gestire i momenti più delicati di ogni gara, riuscendo a non perdere mai la concentrazione nemmeno quando deve cambiare posizione nel pacchetto arretrato.

Come Andrea, poi, Danilo era arrivato a Torino portandosi dietro un’onda di scetticismo tra i tifosi che erano rimasti ammaliati da Cancelo. Il brasiliano, dopo una prima stagione non entusiasmante con Sarri, si è ritrovato con Pirlo fino a diventare un punto fermo di Allegri.

Di Chiellini l’ex Manchester City ha ereditato il ruolo di capitano e leader della Juve. Viste le numerose assenze di Bonucci per infortunio, infatti, si è ritrovato ad indossare spesso la gloriosa fascia sopportando benissimo oneri e oneri di questa responsabilità. In campo è sempre il primo a caricare i compagni (basti pensare ai cerchi prepartita), fuori si è dimostrato leader capace anche di dire le cose giuste al momento giusto, mettendoci sempre la faccia e guardando sempre il lato positivo delle cose.

Come dopo Juve Friburgo, quando ha ribadito quei concetti fondamentali tanto cari a Chiellini: laiuto ai giovani nell’insegnare cosa vuol dire essere alla Juve, il senso di appartenenza, il rispetto delle regole, l’importanza di imparare dagli errori, il valore del gruppo.

Con Bonucci Danilo condivide il ruolo di guida della Juve in questa fase di transizione delicata tra passato glorioso, presente turbolento futuro ancora nebuloso. I due, poi, condividono la qualità del piede destro, la visione di gioco e l‘inventiva da giocatore di categoria superiore.

Non è un caso, poi, che ora Danilo sia il giocatore con più presenze (35 come Kostic) e minuti giocati (3042) in stagione, proprio come succedeva quasi sempre a Bonucci fino a qualche stagione fa con Allegri. Senza dimenticare che i 3 gol segnati finora sono stati tutti decisivi (Udinese e Torino per la vittoria, Atalanta per il pareggio), proprio come capitava di fare spesso a Leo.

BREMER

Bremer ha raccolto al meglio la pesante eredità lasciata da De Ligt. Il miglior difensore della passata Serie A, dopo un periodo di ambientamento, grazie al ritorno alla difesa a 3 è tornato ai suoi fasti, tolta qualche partita decisamente sottotono (Napoli e Atalanta su tutte).

Con lui in campo la Juve subisce in media meno di un gol a partita (26 in 28 partite). Bremer è il primo nella squadra per duelli aerei vinti (64%) e ha recuperato in Serie A 126 palloni, uno in meno di Locatelli. Non solo, perché con i 3 gol (Salernitana per il pareggio, Lazio per la vittoria in Coppa Italia e Torino per il sorpasso). è il difensore ad aver segnato di più negli ultimi 4 campionati (13 reti totali).

Il risultato dell’accoppiata tutta brasiliana, a cui si aggiunge Alex Sandro, è un bunker difensivo finalmente ritrovato con quella continuità richiesta da Allegri e determinante in ogni partita. Con loro Chiellini e De Ligt sono diventati solo un ricordo. Sono a tutti gli effetti i nuovi punti fermi della Juve.

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