Danilo: «Indossare la fascia del Brasile dopo essere diventato capitano della Juve è un sogno che si realizza»
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Danilo: «Indossare la fascia del Brasile dopo essere diventato capitano della Juve è un sogno che si realizza»

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Danilo: «Indossare la fascia del Brasile dopo essere diventato capitano della Juve è un sogno che si realizza». La conferenza stampa

Danilo sarà il capitano del Brasile contro l‘Inghilterra, viste le assenze di Marquinhos e Casemiro. Il difensore della Juve, in conferenza stampa, ha presentato la supersfida in programma domani a Wembley.

IL RICORDO DELLA PRIMA VOLTA NEL BRASILE – «Prima di tutto, mi dispiace per gli infortuni dei miei compagni che sono fuori (Alisson, Marquinhos, Neymar e Casemiro) perché è la parte più fastidiosa della nostra professione. Mi sento onorato di poter condividere la mia esperienza con questa nuova generazione che arriva piena di voglia di scrivere la storia con la nostra Nazionale. Ricordo la mia prima esperienza qui e c’erano giocatori come Lúcio, Ronaldinho, Júlio César, per me era come andare a Disneyland il fatto di poter stare con giocatori come loro. Imparavo molto da ogni gesto, ogni parola. Ma penso che questi ragazzi arrivino già con molta esperienza, perché giocano in grandi club, il che richiede molta responsabilità».

ESSERE CAPITANO DEL BRASILE – «Esistono due interpretazioni del concetto di essere capitano del Brasile. Indossare questa fascia dopo essere già diventato capitano della Juventus, dopo aver giocato 12 anni in Europa, può essere considerato normale arrivare a essere capitano della Nazionale in questo momento. Un’altra cosa è se penso al Danilo, nato a Bicas (Minas Gerais), che ha 13.000 abitanti, figlio di Zezé, che è parrucchiera, e del signore Baiano, che è camionista. Quindi, questo non è naturale per me. È il realizzarsi di un sogno e una grande felicità poter ricoprire questi compiti all’inizio del percorso di Dorival qui nella nazionale. Sono sempre stato un giocatore che amava dare indicazioni e parlare con i compagni in campo».

NAZIONALE IN CERCA DI VITTORIE – «Ogni crisi è un’opportunità di cambiamento. I risultati meno buoni degli ultimi tempi possono essere utili proprio a questo: fare un passo avanti. E si può conciliare entrambe le cose, anche perché l’arrivo di nuovi giocatori ci dà entusiasmo».

L’IMPORTANZA DEL LAVORO PSICOLOGICO – «Fa parte di un’intera struttura, proprio come la parte tecnica, fisica e tattica. La parte mentale è molto importante, per migliorare le possibilità di vittoria. Dipende molto dalla consapevolezza dell’importanza del lavoro psicologico e non è una cosa che deve essere imposta. Può dare molta più capacità a un gruppo di atleti, perché ha molto potenziale».

UN DISCORSO PREPARATO PER DOMANI – «Di solito non li faccio così. Normalmente, è qualcosa che viene lì nel momento, che viene dal cuore. I migliori discorsi sono quelli genuini».

LA PRESSIONE – «C’è molta responsabilità quando si indossa questa maglia. Il peso di ogni vittoria e di ogni sconfitta aumenta. Dobbiamo cercare di mantenere lo spirito di un ragazzo sognatore, che sogna di giocare i Mondiali e partite come quella di domani, a Wembley. Molte volte ci dimentichiamo delle nostre origini, a causa della pressione, ma è proprio questo che ci ha fatto arrivare fin qui. Così, le cose possono pesare di meno»

SCEGLIERA’ CAMPO O PALLA – «Alla Juventus, di solito scegliamo la palla perché abbiamo già una giocata studiata, vogliamo fare un pallone alto nell’area avversaria. Questo dà un impatto immediato sulla partita. Chiedo sempre anche al portiere, perché può esserci sole da un lato o dall’altro».

RUOLO DIVERSO RISPETTO ALLA JUVE – «Ho avuto un paio di conversazioni con Dorival riguardo a questo. Il ruolo che ricopro alla Juventus è in una linea a tre, ma giocare come terzino è qualcosa che faccio fin dal Manchester City. Non cambia niente. Alla Juventus gioco come centrale sulla sinistra e qui sulla destra».

SFIDE CON INGHILTERRA E SPAGNA – «È stato un anno molto brutto per la nazionale brasiliana, quello che è appena finito. Ma poter affrontare un avversario così grande, in uno stadio così emblematico, è un’opportunità per dimostrare che è stato solo un incidente di percorso e che abbiamo il potenziale per giocare contro queste squadre. Ad esempio, i giocatori del nostro centrocampo giocano in Inghilterra e sono abituati a questo ritmo. E, anche se sono amichevoli, tutte le partite sono importanti. Con tutto il rispetto per l’Inghilterra, domani mostreremo la nostra qualità in campo. Sarà una grande partita».

FODEN E WALKER«Phil era molto giovane e, quando mi sono allenato con lui per la prima volta, la mia reazione è stata “wow!”. Sta dimostrando tutta la sua qualità e abilità e sono molto contento per lui. Kyle Walker è stato un grande compagno e siamo entrambi terzini, ma non siamo avversari. Siamo amici e abbiamo sempre parlato di come migliorare il nostro gioco e come aiutare il Manchester City e i nostri compagni. Sono stati tempi felici».

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