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De Laurentiis rompe il silenzio: «Campionato falsato, Superlega cretinata»

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De Laurentiis: «Campionato falsato, la Superlega è una cretinata». Le dichiarazioni del presidente del Napoli

Aurelio De Laurentiis ha parlato in conferenza stampa, interrompendo il lungo silenzio stampa del club partenopeo. Le parole del presidente azzurro.

SUPERLEGA – «Perez non mi ha mai contattato. Io non sono mai stato a favore della Superlega perchè ne faccio una questione economica ma non è che tu facendo un super torneo a 12 dove inviti tu gli altri hai risolto i problemi dell’economia del calcio. I problemi dell’economia del calcio li risolvi se prendi coscienza che la Champions League ed Europa League non servono economicamente a nessuno. Perez ha avuto il merito non di inventare la Superlega –  che è una cretinata – ma di dire “perchè voglio creare la Superlega?”. Perchè la CL e la EL non servono ai nostri bilanci, i nostri investimenti sono tali che non possiamo andare avanti con questi fatturati per fare un assist a chi crede di governare il calcio anziché fare un’opera di segretariato. Invece vogliono comandare, questo è un problema. Dobbiamo creare un campionato europeo più equilibrato dove non si va per estrazione, perchè quello è affidato al caso. Tu devi creare l’equilibrio. I primi 5 paesi più importanti sono quelli che fatturano di più e possono permettersi i giocatori importanti: Spagna, Inghilterra, Germania, Italia e Francia. Queste 5 nazioni meriterebbero un campionato europeo a sé. Chi è che accede a questo campionato europeo? Tu devi dare la possibilità democratica di competere. Se sono l’Udinese, la Fiorentina, il Verona e arrivo tra i primi 6 ho il diritto di partecipare al campionato europeo».

COME VA A FINIRE – «Dovrebbe prevalere il buonsenso e se dovesse prevalere la cosa più auspicabile è che tutti gli attori del sistema si possano sedere intorno a un tavolo. È chiaro che se faccio giocare la Juve con il Crotone è difficile che il Crotone possa batterla. Però lei mi dirà c’è una democraticità che va rispettata, lo sport è questo, però io le rispondo che Veltroni nel ’96 ha sancito che le società non sono dei club ma delle società per azioni, delle spa con bilanci e finalità lucrative. Se lei mi crea un torneo scompensato per capacità economiche, quindi poco omogeneo, lei non sta rispettando il concetto veltroniano».

PARABOLA DISCENDENTE DEL NAPOLI – «Non è un problema di non essere andati in Champions ma di essere passati a 30 mln di stipendi a 50, a 75 a 120 e oggi a 156 mln. È ovvio che bisogna sanare questo problema, cioè il Napoli spende delle cifre che non fattura. Deve rivedere il foglio paga dei calciatori. Numero due il Napoli deve, in un mercato dove sono tutti afflitti dall’aver perso molti soldi, ti faccio un esempio: c’è chi fattura molto più di me ma molto più di me che da due anni non mi paga. Mi sta pagando ora. Non c’è un ridimensionamento, una semplice presa di coscienza che il budget va rivisto altrimenti fai fallire il Napoli. Se vuoi riportare il Napoli sul giusto binario devi tagliare le spese eccessive».

VENDERE UN BIG – «Forse non basterà venderne uno solo. Forse bisognerà vendere quei calciatori che hanno aumentato a dismisura la loro parte salariale, quella che il Napoli non può pagare. Forse due acquisti non avrei dovuti farli, dovevo dire ‘Aurelio stai calmo, tanto c’è il Covid ed il campionato non conta nulla, congelando tutto’. Da ottimista quale sono, ho investito troppi soldi e mentre io investivo dall’altra parte mi dicevano hai un contratto per cinque anni ma non lo possiamo rispettare».

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