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De Laurentiis: «Tutti i club hanno 3 miliardi di debiti, tranne il Napoli»

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De Laurentiis, presidente del Napoli, parla della situazione del calcio italiano dopo l’emergenza Coronavirus. Le sue parole

Intervenuto nel corso dell’evento “Ricostruire: parola alle imprese”, De Laurentiis ha parlato della situazione del calcio italiano dopo l’emergenza Coronavirus.

«Il calcio italiano va rivisitato con regole diverse. Bisogna stabilire il rispetto per i tifosi, il campionato deve essere prioritario ed invece sembriamo dipendenti dell’UEFA quando in realtà dovrebbe essere un secretariato: Ceferin esiste in funzione dei paesi e dei club, non noi in sua funzione. Ora c’è il problema che in Francia sono tornati i focolai, in Spagna anche, i casi aumentano, aspettiamo, ma siamo ancora lontani da un vaccino ed il problema è di capire se dobbiamo lavorare per la nazionale di Mancini o per i tifosi napoletani, la Juve per i tifosi juventini e così via, tutti dovrebbero partire quando è tutto sanificato. Ieri c’erano casi alla Roma, vengono fuori casi a destra e sinistra, poi ci sono gli stadi chiusi e quindi auto-castrazione e significa essere degli stupidi. La FIGC aspetta la Lega, cioè noi, i club non sono capaci di decidere, i venti club tranne il Napoli hanno collezionato 3 miliardi di debiti, questo va bene? Per la FIGC non sarebbero neanche ammissibili, ma poi il povero Gravina dice: cosa devo fare? Non partiamo? Solo quattro squadre dovrebbero iniziare? Io ad esempio ero l’unico che mi battevo per i cinque cambi, prima ancora per la panchina lunga, si mandavano i giocatori pagati in tribuna durante le partite. Poi c’è il fair play finanziario per chi fa le coppe, gli altri tredici non partecipano e su molte scelte vai in minoranza in assemblea».

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