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De Ligt, un anno di Juve: il destino e l’esplosione del difensore olandese

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Un anno fa Matthijs De Ligt si presentava ai tifosi della Juve: le parole dell’olandese ed il suo anno in breve con la maglia bianconera

Un anno fa Matthijs De Ligt si presentava ai suoi nuovi tifosi: i sostenitori della Juventus accolsero calorosamente uno dei difensori più forti in circolazione che seguiva le orme di Cristiano Ronaldo. Come il portoghese un anno prima, anche De Ligt arrivò alla Juve dopo il gol che sentenziò l’eliminazione dalla Champions League. La storia tra De Ligt e la Juventus sembra la naturale conclusione di un progetto del destino che parte da quando il giovane difensore olandese (classe 1999) era ancora un bambino, fotografato con la maglia bianconera.

Nel giorno della sua presentazione, infatti, De Ligt ha svelato il suo primigenio amore per i colori bianconeri: «Ho sempre avuto un buon feeling con la Juve, ero un fan da bambino». La Juve come obiettivo sin da bambino, grazie all’intercessione di Fabio Cannavaro, idolo del difensore: «Avevo 7 anni, se sei un difensore sai già quale giocatore ammiri: al tempo era Fabio Cannavaro, che aveva vinto il Pallone d’Oro del 2006 ed era un mio idolo». Idee chiare a forti tinte bianconere: nel destino una delle maglie più prestigiose d’Europa per seguire le orme di uno dei difensori più forti della storia, capace di portare a casa quel riconoscimento individuale che di solito viene riservato ai grandi attaccanti. De Ligt si pone una missione: entrare nella storia della Juventus dalla porta principale, a soli 20 anni con un curriculum già di tutto rispetto, dopo le vittorie con l’Ajax ed una Champions League disputata come un veterano, fronteggiando i calciatori più forti in Europa, come Cristiano Ronaldo, anche con la maglia della nazionale.

Cristiano Ronaldo nel destino di De Ligt

La finale di Nations League del 2019, infatti, mise di fronte proprio l’Olanda ed il Portogallo. I lusitani trionfarono nello scontro e Cristiano Ronaldo restò ammaliato dalla potenza del numero 3 arancione, ovvero Matthijs De Ligt. Celeberrimo ormai l’episodio alla fine di quella gara con il colloquio tra i due. Un anno fa, nel corso della presentazione, De Ligt raccontò quel retroscena:

DE LIGT E CRISTIANO RONALDO – «In quel momento stavo cercando di capire dove volevo andare. Avevo già un’idea in quale squadra sarei andato, ma volevo aspettare la Nations League prima di decidere definitivamente. Pensavo solo ad andare in vacanza e riposarmi, ma in quel momento ero giò piuttosto sicuro che sarebbe stata la Juve. Vedere uno come Cristiano Ronaldo avvicinarsi a me è stato un grande piacere e un grande onore, ma non è stato quello a farmi decidere».

Un intervento non decisivo per il centrale che aveva già scelto la Juventus come destinazione dopo l’importante parentesi all’Ajax, arrivato in prima squadra dopo una vita passata tra i Lancieri. Su di lui c’era soprattutto il forte interesse del Barcellona, ma De Ligt aveva già fatto la sua scelta:

«Avevo già preso la decisione di venire qui. Era molto importante fare un passo fuori dalla mia nazione, ma l’ho deciso dopo la finale di Nations League. Sono molto sereno e contento: tante persone sono felici che io sia alla Juventus, ma ci sono state anche altre reazioni in Olanda per questa decisione».

Un anno di De Ligt: per aspera ad astra

L’avventura di De Ligt con la maglia della Juventus, in gare ufficiali, non comincia nel migliore dei modi. La panchina a Parma, nella prima gara stagionale, è facilmente comprensibile: Maurizio Sarri avrebbe voluto inserirlo gradualmente nello scacchiere, con la complicità di Bonucci e Chiellini. Il capitano bianconero si fece male proprio dopo la gara con i ducali e nella successiva partita contro il Napoli, arrivò l’esordio dal 1′ del difensore olandese. Gara molto complicata nel secondo tempo, con De Ligt in ritardo sui gol dei partenopei. De Ligt non brilla ed attorno a lui aleggiano le prime critiche e le perplessità sull’acquisto, con un esborso economico davvero ingente: 75 milioni di euro. Alle perplessità si aggiungono i rigori causati dall’olandese, sfortunato protagonista delle mille sfaccettature decisionali sui falli di mano in area, favorevoli e non. La gara della svolta è quella contro il Torino, il Derby della Mole. La partita viaggia sui binari dell’instabilità con i granata che reclamano per un tocco di mani in area proprio di De Ligt. Ma al 70′ l’olandese rompe l’incantesimo ed insacca su azione di calcio d’angolo: primo gol in bianconero che vale anche tre punti. Da allora una crescita esponenziale con lo spostamento decisivo sul centro destra al fianco di Bonucci, mossa che ha dato i suoi frutti, nonostante alcune difficoltà della fase difensiva bianconera. Recentemente, parlando a Sky Sport, De Ligt ha ammesso sul gol al Torino:

«Era un momento non facile per me ricevevo molto e critiche ed ero in difficoltà quel gol mi ha dato un po di sollievo e felicità non solo a me ma a tutta la squadra. Grazie a quel gol sono migliorato tanto sono diventato il giocatore che sono adesso».

Una crescita lenta e costante che ha consacrato De Ligt al ruolo di titolarissimo nella retroguardia di Maurizio Sarri. Adesso arriva la fase più calda dell’anno, sia meteorologicamente che calcisticamente, in questa stagione particolare. Lo Scudetto è ad un passo e l’obiettivo Champions League passa anche dalle sue prestazioni e dall’attenzione nella gara da dentro e fuori contro il Lione. La salita più alta da scalare ma di certo non impossibile per un calciatore con la Juve nel destino e la strada segnata per sedersi tra i migliori nel suo ruolo.

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