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Del Piero e Totti in diretta Instagram: le parole dei due ex giocatori
Alessandro Del Piero e Francesco Totti intervengono in diretta su Instagram: le parole dei due ex giocatori
Avversari, per tanti anni, in campo, compagni di squadra in Nazionale, e amici nella vita. Alex Del Piero e Francesco Totti, due grandi numeri 10 del calcio italiano e simboli di Juventus, Roma e della Nazionale azzurra, sono intervenuti alle ore 19:00 in una diretta Instagram.
Le parole di Del Piero
ALLENAMENTO – «La settimana scorsa ho comprato una bicicletta. È figo allenarsi anche in bici, noi possiamo anche uscire qui a Los Angeles. Qua con il tempo che c’è ancora non hanno fatto i campi di tennis».
FIGLI – «I bambini fanno le lezioni online. Vediamo quando potremo tornare in Italia, è tutto da mettere in piedi».
CORONAVIRUS – «All’inizio dicevano tutti che fosse solo un’influenza. Quando però hanno visto la situazione negli altri Paesi, dovevano ragionare in maniera diversa. Poi una volta che hanno deciso hanno chiuso tutto».
RACCOLTA FONDI – «Tutti sono impegnati nelle proprie situazioni regionali, questo è stato un qualcosa in più. Molte delle persone che hanno donato sono impegnate in altre campagne, ma l’importante è riuscire a dare un obiettivo e quello delle ambulanze era un obiettivo reale».
GESTO DEL 4 – «M’hai fatto rosicà come un matto quando m’hai fatto la mano del 4. Roma-Juve è sempre stata una partita diversa dalle altre».
CAPELLO – «Capello ci ha messi in panchina tutt’e due. In realtà ci ha sostituiti, non eravamo abituati».
TORNARE INDIETRO – «Ripartirei da zero. Le decisioni le prendi in quel momento, già un giorno dopo è diverso. Non puoi dire: “Ho fatto bene, ho sbagliato”. L’importante, come sempre l’ho vissuta, è prendere le decisioni con il cuore e poi anche con la testa. Anche io ti dico, a distanza di 5 anni, avresti fatto quella roba lì? No, ma con la testa di una volta erano quelle le decisioni. Rivivrei tutto da 0».
PALLONE D’ORO – «Non l’hai vinto manco te quindi sto tranquillo».
ESORDIO – «Sono arrivato l’ultimo anno di Trapattoni, siamo arrivati settimi. Poi quell’estate lì è cambiato tutto. All’inizio facevo metà giovanili metà prima squadra. Mi allenavo con la prima squadra, facevo le gare con la Primavera e a volte mi convocavano. All’inizio erano tutti rotti e ho giocato molto, ho avuto un exploit. Quell’estate è arrivato Lippi, è cambiata la società, e l’anno dopo abbiamo vinto lo scudetto».
SCUDETTI – «Sul campo ne ho vinti 8, ufficiali 6. Quando giocavamo noi potevano vincere lo scudetto 6/7 squadre».
CHIEVO – «Il Chievo di Del Neri? Che fastidio giocare contro quelli, volavano. Una volta abbiamo giocato la prima dopo la sosta di Natale».
BENATIA – «È forte anche se non c’ho mai giocato insieme».
RICORDO – «Mi ricordo un anno a Roma, c’era Samuel. Qualche mese fa l’ho salutato e gli ho detto: “Devo mettere ancora i parastinchi?”. In quella gara partiamo noi col calcio di inizio, Trezeguet mi dà la palla… Mi è arrivata una legnata dal nulla. Era fortissimo, come Montero. Prendi ora i difensori: non possono più menare come una volta, ti danno subito il cartellino giallo. Quello che è iniziato con noi, lo spettacolo e i gol, si è messo in pratica anche con le regole del gioco. Oggi non puoi più far niente. Mi ricordo Montero con Di Biagio… Con le immagini dopo era squalificato. Ma era un normale scontro da gioco (ride, ndr)».
RISTORANTE – «Abbiamo una carbonara da paura. Abbiamo anche la lasagna, gli gnocchi no. C’è una signora che fa la pasta fresca».
FIGLI – «Dorotea è brava, qui sono attrezzati per le ragazze, il calcio è quasi lo sport numero uno per le ragazze. Anche lei si è appassionata. Questo è un periodo in cui fanno qualsiasi cosa. Il grande fa calcio e basket. Non è facile scegliere il percorso. Noi avevamo la passione e il talento, univamo le due cose. Se hai solo una delle due non vai da nessuna parte. Se non ci stai dietro, non hai talento, dove vai? Bisogna che capiscano questo. Fare il genitore è la cosa più difficile. Trovarti a scegliere per loro non è semplice».
Le parole di Totti
CONDIZIONI – «Diciamo che sto bene, non ce la faccio più, è dura. Non mi sono mai allenato così tanto in vita mia. Faccio corsa e scala. Per 25 anni ho camminato (ride, ndr). C’è chi corre dietro al pallone e chi fa correre il pallone. Dicono tutti che riaprirà il 4 maggio, già uscire da casa sarà una vittoria. Appena potremo uscire prendo la macchina e vedo in giro per strada, faccio il giro del raccordo dalla mattina alla sera. Adesso hai capito tante cose. La cosa buona è che stai con la famiglia e di solito non ci stai mai. Adesso ci sei tutto il giorno».
PADEL – «Padel è un altro sport, ma se sei capace a tennis sei avvantaggiato. Se inizi lasci il tennis. Trucchetti? Un po’ di furbizia ci deve stare».
RACCOLTA FONDI – «Ringraziamo tutti, con poco fai felici tante persone. È importante raggiungere queste vittorie, sono quelle più belle».
GESTO DEL 4 – «Non te l’ho fatto a te per rispetto, perché eri il capitano della Juve e perché siamo amici. L’ho fatto a Tudor, perché mi ha dato una gomitata. Quando ci siamo rincrociati mi è venuto quel gesto. Dopo in conferenza mister Lippi ha rosicato, mi ha detto: “Questi gesti non si fanno”. Ma per una volta che vincevo… Finché sono gli sfottò simpatici ci sta, ogni volta che venivamo a Torino ci facevate 4-5 gol, per una volta che li abbiamo fatti noi. Roma-Juve è una partita diversa dalle altre».
LAVORI DI CASA – «L’ultimo lavoro di casa fatto è stare dietro a Isabel, è un lavorone. Poi ho sistemato tutto il bagno con Ilary, abbiamo levato i profumi vecchi, dentifrici, spazzolini…».
CAPELLO – «Quando ha sostituito me abbiamo vinto lo scudetto con voi, 2-2 a Torino. Avete segnato tu e Zidane. Che tempi».
RIPARTIRE DA ZERO – «Ripartirei da zero, è una scelta di vita. Può darsi pure che ti dice meglio! A me mancava vincere solo la Coppa dei Campioni, tu hai vinto pure quella. Giusto il pallone d’oro potevi vincere. Se l’ha vinto Cannavaro è un bel problema. Fossi in lui non l’avrei preso, l’avrei lasciato là».
MAZZONE – «Lui è come lo vedi. Quando andavo a parlare con lui parlava proprio così a tutti: “Ao, a regazzì…”. È il numero uno, sono stato strafortunato nel trovarlo nel momento in cui iniziavo la mia carriera».
SCUDETTO – «Ho vinto 12 scudetti a tavolino, sul campo 1. Sono arrivato 20 anni secondo…».
DOPO LA SOSTA – «Dopo la sosta di Natale perdevamo sempre, avremmo vinto 2 partite in 15 anni».
BENATIA – «Ha messo su Instagram le maglie dei giocatori e quella mia e di Pjanic non l’ha messa».
MONTERO – «Mi menava Montero. Montero m’ha dato un calcio sotto la Tevere, non so come non mi è arrivata la gamba in curva».
LOS ANGELES – «Se dovessi andare a Las Vegas faccio un salto a Los Angeles così vengo al ristorante. Me le fai due bruschette? La carbonara non mi piace. Voglio gli gnocchi o le lasagne».
CRISTIAN – «Mi hanno chiesto: “Lo porteresti Cristian alla Lazio?”. Io ho detto: “Se dovessi chiedere a Cristian mi direbbe di no”. Ma lo penso anche io, mica so scemo! Però s se a lui piacesse perché non dovrei farlo. E allora hanno cominciato a prendermi in giro. Con tutto il rispetto, mica sono scemo. Se Cristian non è capace a giocare, glielo dico. Aspetto 2-3 anni, se poi non è capace va a fare un altro lavoro».