Del Piero: «La situazione della Juve è preoccupante. Ora serve unione»
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Del Piero: «La situazione della Juve è preoccupante. Ora serve unione»

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Alessandro Del Piero a Sky Calcio Club ha analizzato i problemi e le difficoltà della Juve dopo la sconfitta col Verona

La sconfitta della Juve contro il Verona ha aperto il dibattito sulla situazione dei bianconeri di Allegri in questa stagione.

L’ex numero 10 e capitano Alessandro Del Piero, intervenuto a Sky Calcio Club, ha analizzato i problemi e le difficoltà della squadra.

CRISI JUVE – «Alla Juve in questo momento mancano diverse cose. E’ chiaro che una squadra che 15 anni fa era in Serie B e oggi può annoverare 9 scudetti di fila…E’ stato un anno non bello l’anno scorso. Quest’anno c’è stato un altro cambio, il terzo in tre anni. Ci sono state situazioni non solo di squadra e questi cambiamenti – parlo di Marotta, Paratici, i due rifinanziamenti di Exor –  pesano un po’ nell’ambiente Juventus. L’ambiente Juve è un ambiente che ti porta a non accontentarsi, devi sempre vincere e tutto è esageratamente esploso nel bene e nel male. Di conseguenza quando passa un momento del genere è difficile».

RIFONDAZIONE«Quando venne rimosso Allegri dichiarò che la squadra era da rifondare. Sarebbe curioso capire perché ci siamo orientati sulla strada Sarri prima e Pirlo poi ed entrambe  sono state cambiate. Poi c’è stata la scelta forte di Agnelli che ci ha messo la faccia con Allegri. Bisogna capire se questa squadra è stata rifondata o se ha bisogno tempo. In Champions ha avuto un passaggio importante, ha dimostrato grandissima personalità, era concentrata, poi di nuovo un blackout. E’ una situazione un filo preoccupante. Minimo ci vuole la conquista dell’Europa per quest’anno. Ci ha sorpreso con rimonte incredibili, ma oggi mi viene difficile pensarle».

SERVE UNIONE «Probabilmente all’interno sanno quali parti meritano più attenzione. Oggi la cosa peggiore che può capitare alla Juve è che ci sia un attacco verso una di queste tre realtà (giocatori, società, allenatore ndr). Quando ci sono momenti di crisi, bisogna stare uniti come sempre e capire come venirne nuovi. Quell’unione ha fatto sempre la differenza in tutte le squadre. Pensare che l’allenatore non capisce niente, che quel giocatore non corre, che la società non c’è mai sono iniezioni di veleno che fanno male a tutti».

ATTACCO JUVE – «Non lascerei troppo da parte Cristiano Ronaldo. Lascia la Juve negli ultimi giorni di mercato, ma era giocatore da 30-35 gol. Condiziona la squadra, lo sappiamo tutti, anche i giocatori. Di punto in bianco ti trovi in una realtà diversa. Non è una giustificazione, ma i conti si fanno anche così. Quando eri abituato ad avere giocatore che ti risolve le partite nelle partite più importanti e che devi vincere, l’ambiente si adatta a questo. Sono dinamiche all’interno della squadra che hanno un certo tipo di peso. Anche lo stesso Allegri all’inizio disse che doveva ricostruire più di quanto pensasse. La Juve ha patito all’inizio, poi si è aggiustata un po’, ora sta ritrovando problemi e difetti che sono più profondi di quello che pensavamo».

ALLEGRI – «Noi ci ricordiamo di Allegri di tre anni fa e la Juve di tre anni fa dove molte partite le bastava giocare 25 minuti per vincere 3-0. Ora arrivano da due anni difficili, l’anno di Sarri è stato vissuto male dall’ambiente juventino nonostante lo scudetto, c’erano dubbi sin dall’inizio. La Juve tre anni fa era la squadra più forte, tutti lo sapevano, e questo permetteva di giocarsi qualche jolly. L’anno scorso l’Inter vince il campionato e rompe l’egemonia dando un messaggio: si può battere la Juve. Quando parliamo di campioni, c’è anche l’aspetto psicologico che fa la differenza. Una squadra come questa devi essere al cento per cento».

DNA JUVE PERSO – «Credo che la Juve negli ultimi 10 anni e mezzo abbia fatto cose straordinarie ed è passata già da alcuni cambi mportanti generazionali. Mi ricordo il centrocampo con Pirlo, Pogba, Vidal e Marchisio, all’epoca il meglio che c’era. Nel corso di questo cambio generazionale ci sono stati certi tipi di acquisti e di stabilità. Due anni fa qualcosa è cambiato mandando via ad Allegri e cercando un cambio in panchina di un altro tipo. Si è data una svolta di rinnovamento che è continuata nella società con Marotta, poi con Pirlo e Paratici. La Juve ha fatto una valutazione per cambiare certi aspetti. Tante volte ha fatto alla grande, per ora si evidenzia qualcosa di più grande di non avere l’attaccante che ti fa 30 gol perchè è andato via Ronaldo all’ultimo minuto o che l’allenatore non ti fa fiocare bene e non ti dà personalità. C’è qualcosa di più. Credo ci sia un po’ di confusione in diversi aspetti. L’ambiente della Juve è di altissimo livello ed è difficile affrontare certe situazioni. Bisogna rimboccarsi le maniche e affrontare la situazione».

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