Di Napoli: «Juve, inspiegabile secondo tempo» ESCLUSIVA
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Di Napoli: «Inspiegabile il secondo tempo della Juventus ma ci vuole tempo. ‘Caso’ Vlahovic? Non ha mantenuto l’investimento fatto, credo che con l’acquisto di Kolo Muani…» – ESCLUSIVA

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Di Napoli, ex attaccante, ha parlato in esclusiva a Juventusnews24 della situazione dei bianconeri dopo Napoli Juve e delle mosse di mercato

La Juve perde lo scontro del Maradona contro il Napoli e fa registrare la prima sconfitta in Serie A. Del KO contro i partenopei, ma non solo, ha parlato in esclusiva per Juventusnews24  l’ex attaccante Arturo Di Napoli.

Napoli Juventus: che partita si aspettava e che giudizio dà alla prestazione dei bianconeri?

«Ti devo dire che la partita me l’aspettavo combattuta in un ambiente caldo dove la storia ci dice che Napoli Juventus è sempre una partita particolare per tutti, soprattuto per i napoletani. Devo dire che quella del primo tempo è una Juve che mi è piaciuta, aggressiva che non si è fatta schiacciare, ha cercato di imporre il proprio gioco. Quello che non capisco – e in parte va dato merito a chi vince – quindi al Napoli di Conte, che ha fatto un secondo tempo sontuoso, è il cambiamento così radicale della Juventus e non me lo sarei aspettato. Nel secondo tempo è stata completamente un’altra Juventus quindi da tempo ci chiediamo qual è la Juventus, quella del primo tempo o quella del secondo di Napoli?».

Nel match contro il Napoli la Juventus ancora una volta è andata in vantaggio per poi farsi recuperare e rimontare. Per quale motivo secondo lei la squadra di Motta non riesce a gestire il risultato?

«Io credo che in primis vada dato merito al Napoli perché ha ripreso la partita e giocare quando il Maradona è pieno e spinge – io ci ho giocato – spinge è una carica in più per i giocatori del Napoli e una sofferenza per quelli della Juve. A volte è inspiegabile, darti una risposta davvero faccio fatica perché sarà un aspetto psicofisico perché quando sei alla Juventus la maglia pesa e sono d’accordo con Conte quando dice che Juventus, Inter, Milan ma io dico lo stesso Napoli negli ultimi anni, quando ti siedi su quelle panchine sei condannato a vincere e quando non lo fai uno si pone delle domande.

È chiaro che è un secondo tempo che faccio fatica a spiegarmi. In parte, come ho detto prima, lo do alla forza del Napoli e dello stadio e della sua gente ma la Juventus è abituata a giocare in questi ambienti quindi è inspiegabile. Sicuramente è una rosa che evidentemente, perché lo dice la classifica e non si può mentire, è stata costruita forse non nelle piene idee di Motta perché vedo che anche lui nell’ultimo periodo sta facendo un po’ fatica. Cerca di trovare la soluzione, di trovare la giusta chiave però vedo che fa fatica».

Come mai il nuovo corso targato Motta fatica a decollare? 

«Io credo che la Juventus abbia sempre avuto una mentalità non dico vecchio stampo però la Juventus aveva una propria identità, si basava più sull’essere pragmatica che sul bel gioco. La Juventus è stata grande non fornendo un gioco bello da vedere, negli ultimi anni ci hanno provato con Pirlo, Sarri e con Motta adesso a dare un’impostazione diversa, ci vuole del tempo perché poi dopo quando sei alla Juventus sei costretto a vincere sempre quindi sia la stampa sia i tifosi non capiscono il procedimento di crescita e di un nuovo corso.

Ci vuole del tempo e la Juve negli ultimi anni, insomma, ha sempre alternato prestazioni buone e meno buone, tutti noi dalla Juventus, che possa essere bello o brutto, piacevole o non piacevole tutti noi siamo abituati a vedere la Juve lottare per ogni obiettivo e in primis per lo scudetto. Vederla così è una sorpresa un po’ per tutti».

Come valuta fin qui la stagione della Juventus e quali sono secondo lei le cose che non hanno funzionato e quali quelle che invece rappresentano una marcia in più per la squadra?

«È stata discontinua negli uomini e nel gioco, non ha portato a casa i punti quando era in vantaggio. Una grande squadra quando è in vantaggio – e io lo ricordo bene – quando andavamo a giocare contro la Juventus, l’Inter cercavamo di contenerli e se eravamo sullo 0-0 in noi cresceva l’autostima e magari la grande squadra faceva fatica ma quando poi la grande squadra ti fa gol, rifarglielo non è semplice.

Alla Juve invece capita spesso che venga raggiunta quindi ha, non so se cali di concentrazione, a volte bisogna anche dire che è stata sfortunata perché avrebbe meritato di più di quello che ha ottenuto sul campo. Però dalla Juventus ci si aspetta un po’ di più anche per il mercato che ha fatto, ha speso e non è stata a guardare quindi questo ci fa capire che qualcosa si è sbagliato ma questo lo dice la classifica, non lo dico io».

Gol all’esordio per Kolo Muani, non poteva scegliere modo migliore per presentarsi al popolo bianconero. Al netto della rete, come giudica la prestazione del francese contro il Napoli e cosa può dare a questa Juve?

«Intanto bisogna dargli il tempo di entrare in quello che è il concetto del nostro calcio, oggi il nostro calcio è in continua crescita rispetto agli anni addietro e quindi si fa fatica nel campionato italiano. Va detto che è un ragazzo che se si presenta così, con un gol che può sembrare semplice ma non lo è affatto vuol dire che questo è ragazzo che ha grandissime qualità e quindi sicuramente sarà un valore aggiunto. Sono curioso di sapere come potrà convivere con Vlahovic e questo è un tema che dovrà affrontare anche Motta, la Juventus ha le qualità per giocare con entrambi però deve trovare i giusti equilibri».

Si è aperto il ‘caso’ Vlahovic ora, con il serbo alla terza panchina consecutiva. Cosa ne pensa della sua situazione?

«Io penso di Vlahovic che sia un ottimo calciatore, che sia un top player è però tutto da dimostrare. In questi anni alla Juventus – bisogna anche essere sinceri – non ha mantenuto quello che è stato l’investimento economico che la società ha fatto su di lui. Da lui, per le cifre che sono state spese, ci si aspetta qualcosina in più; è completamente diverso giocare – con rispetto parlando – alla Fiorentina e giocare alla Juventus. Sono, per cultura e per storia, senza offesa, diverse. Non è facile giocare alla Juventus perché sei costretto sempre a dimostrare, di domenica in domenica e se per tre anni circa o poco più sei discontinuo, io credo che qualche quesito il club se lo ponga. Forse magari l’acquisto del francese è anche proiettato a un discorso diverso per Vlahovic per il suo futuro alla Juventus».

Secondo lei, cedere Cambiaso sarebbe una scelta giusta?

«Io credo che la Juventus abbia una rosa forte e penso che Cambiaso sia uno di quei giocatori che rende la rosa ancora più forte. Tutte queste voci sono un chiaro segnale che qualcosa non va, non c’è la giusta armonia. Che piaccia o non piaccia, noi siamo abituati a vedere la Juventus vincere perché è la storia che lo dice e io dico che lo ha fatto attraverso grandi campioni. La Juventus ci ha abituati a vedere i grandi campioni ecco io in questo momento, con rispetto parlando, è una rosa forte ma non vedo il Del Piero, non vedo un Vialli. Sono quei calciatori che nei momenti di difficoltà hanno lo spirito Juve e sono protagonisti e non devono sempre essere trascinati. I grandi campioni, se si devono definire tali, è nel momento di difficoltà della squadre che loro riescono a risolvere i problemi e Vlahovic quando la Juventus era in difficoltà ha fatto poco per essere considerato un campione ecco».

Chi è secondo lei la squadra con la rosa più profonda della Serie A e potenziale vincitrice del tricolore?

«Intanto il Napoli è una squadra che è lì perché, anche se è vero che l’anno scorso ha fatto un campionato disastroso, ma è anche dovuto al fatto che ha tolto Osimhen, Kvaratskhelia adesso, Zieliński, però sono arrivati Lukaku, McTominay. Il Napoli insomma ha una rosa forte, ha il vantaggio di preparare partita dopo partita con una preparazione standard senza pensare alle coppe europee. Questo è un vantaggio per il Napoli, l’Atalanta ha da parte sua non l’obbligo di vincere il campionato come ce l’ha la Juventus, ce l’ha per certi aspetti il Napoli o anche il Milan. Se però dovessi menzionare una squadra, al di là delle competizioni, ti dico l’Inter perché ha una rosa completa ma nel calcio ci sono gli imprevisti. Adesso l’Inter ha un po’ di infortunati da gestire perché nel campionato ci sono i classici fogliettini degli imprevisti come quando giochi a Monopoly e quindi devi gestirli. L’Inter ha però la squadra più forte».

Chi potrebbe essere il convocato a sorpresa di Spalletti per la prossima pausa Nazionale?

«Io ti dico che Spalletti ha coraggio e questo fa bene alla nostra Nazionale perché con Spalletti sta diventando un privilegio essere convocati e non quasi una forzatura perché quando non c’è entusiasmo, a volte la convocazione in Nazionale viene presa come una rottura di scatole. Io credo che abbia dato quel senso di appartenenza e i giochi sono aperti per tutti. Sono sicuro che qualche sorpresa possa esserci, l’ha fatto sempre Spalletti, ha coraggio; ha portato dentro giovani come Maldini e questo fa bene. Tutti sono convocabili».

Si ringrazia Arturo Di Napoli per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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