I DIALOGOBBI - Ivan Perotto : «La Juve è un capro espiatorio»
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I DIALOGOBBI – Ivan Perotto : «La Juve è un capro espiatorio»

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I DIALOGOBBI – Ivan Perotto : «La Juve è un capro espiatorio». La chiacchierata in esclusiva su JuventusNews24

Nella sua breve bio su Twitter, Ivan Perotto si definisce «giornalista, scrittore, poeta, politico, Socialista, sognatore». Ce n’è quanto basta per interessarmi e decidere che sia un ottimo interlocutore per una nuova puntata de I Dialogobbi. Ancora di più quando ho scoperto un’altra sua definizione: «Attualmente sono in esilio a Lisbona, dicono per il clima». Prescindendo da quanto ci ha fatto male il Benfica – del tutto meritatamente – il Portogallo e la sua capitale sono luoghi meravigliosi e merita almeno idealmente (per me) farci un salto.

Paolo: «Come stai vivendo da tifoso questa situazione? Io male ma per un semplice fatto: mi sembra irreale. E mi ha tolto il gusto del campionato, persino di discutere dei nostri difetti e dei nostri limiti».

Ivan: «Direi che sono incazzato. Pur riconoscendo che la dirigenza ha commesso qualche errore – e per fortuna, ché le persone perfette che non sbagliano mai non esistono; o eventualmente indossano colori di cartone – trovo assai più che irreale quanto è stato costruito a tavolino. Sulla base di banali e normali osservazioni della Consob, è stato imbastito da un lato un processo penale e dall’altro uno pseudo processo sportivo. Entrambi non trovano riscontro nella legislazione vigente, nel senso che la Juventus è di fatto accusata – è un déjà vu: nel 2006 si inventò un processo ai bianconeri per attività che tutti svolgevano allo stesso identico modo; esattamente come oggi – di aver violato leggi che non esistono, di aver commesso illeciti strutturali da sola, di aver falsificato bilanci che gli organismi competenti hanno dichiarato essere regolari. E tutta un’altra serie di accuse che in una dittatura sarebbero “comprensibili”, ma che in una democrazia – per quanto debole – lasciano quantomeno perplessi. Invece di capire quali sono i problemi del sistema calcio e riformarlo, si nasconde tutto sotto il tappeto individuando un unico capro espiatorio. Colpevole solo di rappresentare metà italiani – arrotondando per difetto».

Paolo: «Mi incuriosisce sapere cosa si dice in Portogallo di questa situazione».

Ivan: «Non leggo i quotidiani cartacei, sfoglio – per così dire – le edizioni online. Le notizie che rimbalzano dall’Italia per quanto per lo più riprese dai quotidiani sportivi italiani sono comunque trattate in modo giornalistico, senza enfasi eccessiva, senza condanne preventive. I giornalisti, qui, svolgono il loro lavoro: informano i lettori, raccontano notizie, commentano in modo imparziale. È all’apparenza un giornalismo meno tossico, meno sensazionalistico, per nulla tifoso e schierato – quantomeno quello rivolto al calcio estero».

Paolo: «Pensi che la squadra riuscirà a essere più forte della penalizzazione? Dopo Salerno ho motivi di ottimismo ma aspetto verifiche più probanti (neanche la Fiorentina lo è davvero, credo)».

Ivan: «Sono convinto che la squadra crescerà ancora, nel corso della seconda parte della stagione. Guardando le partite con telecronache in portoghese, o talvolta in inglese, non vedo tutto questo disfattismo che invece ritrovo frequentando i social network anche da parte di tanti “tifosi” juventini. La squadra ha dei problemi, è innegabile. Ma sta lavorando, e una volta che avremo recuperato tutti gli infortunati inizierà un altro campionato. Ritengo comunque che il problema principale sia a livello di testa, e in questo riconosco una colpa a Massimiliano Allegri: non è ancora riuscito a trasmettere a tutti i giocatori cosa significhi giocare per questi colori. Peraltro, senza l’immotivata penalizzazione che ci è stata data per aver fatto quello che fanno tutti, in cima avrebbero paura, come al solito».

Paolo: «Mi piacerebbe che la Juve facesse una grane Europa League. Dove il valore di Chiesa, Vlahovic e Di Maria emergesse fino in fondo. Dove arriveremo secondo te?»

Ivan: «Credo che la Juventus possa arrivare in fondo alla competizione. Le qualità le ha. Serve trovare costanza nelle prestazioni – che non significano “bel gioco” o altri astrattismi. Serve quel pizzico di fortuna che quest’anno non abbiamo mai avuto e che invece è fondamentale per trasformare una buona stagione – o una stagione parzialmente negativa, come è questa sino a oggi – in una stagione vincente. Serve che, una volta recuperati tutti gli infortunati, Allegri trovi una formazione che possa reggere il trio da te citato – e guardando al nostro centrocampo, ciò è un qualcosa di cui al momento dubito».

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