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I DIALOGOBBI – Alex Campanelli: «La Juve in casa ha un altro atteggiamento»

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Alex Campanelli è il nuovo protagonista de I DIALOGOBBI: ecco cosa ha raccontato a Juventusnews24 verso Monza e Atalanta

Insegnante, dal 2015 su Juventibus, autore del libro “Espiazione Juve – Il Quinquennio Buio della Signora”, sul periodo che va dalla retrocessione in B alla stagione di Delneri: Alex Campanelli è il protagonista de I Dialogobbi. Ci siamo “limitati” a parlare di campo e non del tanto altro che sta avvenendo perché al campo chiediamo entrambi le prime risposte dopo una sera molto difficile.

Paolo: «Ciao Alex, impossibile non partire da Napoli. Non ci giro intorno: hai provato un’umiliazione? E secondo te, questo tipo di sentimento è stato provato dalla squadra? Oppure, in qualche maniera, è una situazione che in altre forme (Monza e Maccabi) l’avevamo già provata e all’interno del gruppo ci sono le risorse per superarla?».

Alex: «Ciao Ciao Paolo, più che umiliazione ho sentito tristemente che tutti i nodi, ancora una volta, sono venuti al pettine. È una delle sconfitte più clamorose della nostra storia, tra vent’anni se ne parlerà ancora, ma il modo in cui la Juventus ha via via asciugato il suo gioco e ridotto al minimo indispensabile le sue prestazioni lasciava presagire un crollo, com’era successo lo scorso anno col Villarreal. Monza e Maccabi sono stati passi falsi contro squadre decisamente meno attrezzate di noi, questa è stata una resa vera e propria; la Juve ha il carattere e la forza psicologica per tirarsi fuori da questo momento, ma da soli non bastano, se non cambia qualcosa sul campo le prossime gare saranno una semplice attesa del prossimo schiaffo».

Paolo: «Mi induci a fare subito un altro ragionamento. Cosa deve cambiare sul campo in tempi brevi? D’istinto mi verrebbe dire che con gente come Pogba e Cuadrado si sarebbe fatta più barriera. Se rifletto un po’ di più – ed è ciò che imputo maggiormente ad Allegri – direi: bastava un 3-5-2 realmente difensivo e non con esterni attaccanti per avere ben altra robustezza…».

Alex: «Non ne farei un fatto di uomini quanto di atteggiamento: a Napoli, ma anche a Cremona e a Verona, per citare le ultime trasferte, la Juventus è entrata in campo col preciso scopo di non subire gol e trarre il massimo risultato offensivo dal minimo sforzo, ma non sempre gli avversari, com’è capitato sovente nelle 8 vittorie consecutive, sprecano tutte le occasioni loro concesse. Non chiedo 90 minuti di calcio offensivo in trasferta al San Paolo, sarebbe utopico, “basterebbe” fare quel che facciamo in casa, pressando, difendendo alti, aggredendo gli avversari invece che subirli; non è un caso se quando giochiamo così, oltre a produrre di più, subiamo anche meno, e se hai una squadra propositiva e aggressiva puoi permetterti anche Chiesa quinto di centrocampo».

Paolo: «Sono radicale su questa convinzione: adesso arriviamo alla settimana clou. Intanto perché uno scivolone ci toglierebbe un obiettivo. Ma poi, soprattutto, perché se non si batte l’Atalanta si torna a doversi guardare indietro per il fatidico quarto posto da proteggere. Che non è esattamente il mio orizzonte utopico… Tu hai elementi di ottimismo?».

Alex: «Sì, mai come oggi è importante vincere per non ritrovarci invischiati in una lotta dalla quale non so se oggi come oggi possiamo uscire vincitori. In tal senso, cerco di aggrapparmi alla proverbiale capacità della Juve di rialzarsi dai momenti di difficoltà, alla differenza di approccio che adottiamo nelle gare casalinghe rispetto alle trasferte e anche a una certa fragilità dell’Atalanta, micidiale in avanti ma non certo impenetrabile dietro, anche l’assenza di Koopmeiners per loro sarà molto pesante».

Paolo: «Ultima considerazione: fingiamo che chiudiamo a -10 dal Napoli il girone d’andata. Discorso scudetto chiuso (anche per come stanno andando loro)? Oppure pensi che si possa ancora avere un piccolo spiraglio. La mia idea è molto semplice: sì, se si rifanno altre 8 vittorie di fila. Che non sono propriamente facili…».

Alex: «Lo spiraglio si apre innanzitutto se loro calano, ed è possibile ma non sicuro, e se noi iniziamo a offrire con continuità prestazioni convincenti come in occasione della partita contro la Lazio, la migliore della stagione, e del secondo tempo contro l’Inter. Solo attraverso di esse possiamo sperare in qualche modo di rialzare la testa e staccarci dal gruppone delle inseguitrici: come abbiamo visto, se ci adagiamo sugli allori e pensiamo sia sufficiente vivacchiare e speculare per portare a casa le partite, arriva il momento in cui la realtà bussa alla nostra porta, e non per farci i complimenti».

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