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I DIALOGOBBI – Mariano Froldi: «La Juve è una nave nella tempesta»
I DIALOGOBBI – Mariano Froldi: «La Juve è una nave nella tempesta». Tornano le chiacchierate del nostro Paolo Rossi
Il giorno dopo una sconfitta è il peggiore, come sanno bene i tifosi. Perché la rabbia dei 90 (nel nostro caso 120) minuti sbollisce e ti viene su l’amarezza. Ho cercato conforto in una nuova puntata de I Dialogobbi con Mariano Froldi. La sua bio su Twitter recita: «Batman, Ferrari, Juve. Amo scrivere. Insegnante (Lettere), giornalista, “riparatore”, tuttofare e molto altro. Sinché la vita mi darà tempo». Inoltre, è direttore di FunoAnalisiTecnica. Non so se siamo riusciti a trovare motivi per “elaborare il lutto” calcistico, ma intanto si inizia e poi non è che passi in un giorno…
Paolo: «Ciao Mariano, inizio ovviamente da Siviglia-Juve. Proviamo a entrare dentro la delusione. Intanto ti chiedo se te l’aspettavi l’eliminazione. Io assolutamente no. Continuo a pensare che una squadra seconda in Serie A abbia il dovere di essere superiore a una che nella Liga ha attraversato grandi momenti di crisi. So bene che non c’è consequenzialità tra le due competizioni, ma non riuscire mai in 210 minuti a dimostrare di avere maggiori qualità mi sembra la cosa più grave».
Mariano: «Ciao Paolo. Ti premetto che io me l’aspettavo. Per tutta una serie di ragioni. Sono pessimista di natura e/o d’esperienza. Vedo sempre il bicchiere mezzo vuoto. Se va male, me lo aspettavo. Se va bene è una gradita sorpresa. Me l’aspettavo anche perché la Juve del secondo ciclo di Allegri (non sono un anti allegriano) non ha mai convinto, anzi ha estremizzato le caratteristiche negative della Juve del primo Allegri (negli ultimi anni). Aggiungo anche una cosa importante. la Juventus ha affrontato battaglie extracalcistiche (non ancora terminate) che hanno minato molto la formazione di un nuovo gruppo-squadra. O ne esci rafforzato, o ne esci indebolito…».
Paolo: «Ti dico una ragione del mio ottimismo (che è anche caratteriale…): la Juve ha un grandissimo portiere (anzi due, pure Perin). Perciò, anche nell’assedio, pensavo che avessimo le risorse per resistere, se si deve stare in questa logica. Ma più in generale, ero convinto che il difficile sarebbe stato passare in vantaggio. Trovo inaccettabile non essere riusciti a fare quel minimo di possesso che fa andare a vuoto e placare una squadra che sta reagendo. Invece, il nostro 1-0 è durato 6 minuti. Con una palla persa da uno dei pochi, come Chiesa, al quale non fai fatica ad attribuire lo status del campione…».
Mariano: «La Juve dell’Allegri 1 l’avrebbe chiusa al 99 per cento. Ma era un’altra squadra. Questa è una squadra ibrida, senza ancora un’anima. Troppe volte ha subito e si è abbassata troppo… non avendo i mezzi né l’esperienza. Inoltre, sempre per le vicende extra campo, mi viene da pensare a Dante… “nave sanza nocchiere in gran tempesta”… a noi all’esterno sembra che non ci sia una dirigenza forte. E Allegri ha dovuto fare un lavoro non indifferente… Ti faccio una domanda io… pensi che resterà Allegri? Ce lo stiamo chiedendo in tanti…».
Paolo: «Bellissima domanda a cui provo a rispondere uscendo da quel che penso dovrebbe accadere. Lo faccio con un ragionamento che ha una sua consequenzialità con i suoi meriti in quest’annata assurda. Se la società sarà questa (ma io non credo, è chiaro che è di passaggio e già un nuovo ds sarebbe una corposa novità), Allegri resta. Se la società decide che davvero si rinnoverà profondamente, non penso che si possa prescindere dal cambiare in maniera altrettanto radicale la guida tecnica. TI convince come ipotesi?».
Mariano: «Si, mi convince. Se come pare assodato (anche se io aspetto sempre i comunicati ufficiali) dovesse arrivare Giuntoli (dato per certo da molte autorevoli fonti, ma chissà…) credo che sarebbe lui il perno del rinnovamento. Immagino un nuovo allenatore per tanti motivi, e anche una notevole razionalizzazione fra ingaggi, entrate e uscite. D’altronde, prima si comincia, prima si riparte verso gli obiettivi che sono consoni alla nostra Juventus… Allegri mi pare difficile possa restare con Giuntoli… poi, mai dire mai… Per me Allegri starebbe benissimo a Napoli, da gestore non è secondo a nessuno…».
Paolo: «Già che siamo su questo piano, dammi 3 nomi di giocatori dai quali ripartire in maniera irrinunciabile. Il mio progetto è di una squadra giovanissima. E di questo dobbiamo essere riconoscenti ad Allegri: li ha fatti crescere. Non sono più convinto che li possa far esplodere».
Mariano: «Bella domanda. E in effetti in questo caso Allegri ha fatto un ottimo lavoro. Spero di non dire eresie (io non sono un super esperto di calcio) ma Gatti, un Chiesa recuperato e Fagioli. In ogni caso, un nucleo di giovani c’è. E non è poco…».
Paolo: «Chiudo con una domanda che è dovuta per le tue competenze: più facile risolvere i problemi Juve o Ferrari? Ci vedi analogie?».
Mariano: «Ci sono analogie, ma per me sono molto effimere. Forse una certa mancanza operativa della dirigenza. Ma finisce lì. In Ferrari hanno già cominciato il processo di ricostruzione dopo la sciagurata era Binotto. Ma se dovessi scommettere i miei 2 centesimi di Carlofortino (originario ligure e quindi per definizione tirchio), li scommetterei sulla Juve. Ma proprio senza dubbi. La Juve sono due anni che non vince, la Ferrari 16. E la crisi Ferrari ha radici talmente profonde che per vederla potenzialmente mondiale dovremo aspettare il prossimo ciclo tecnico, quindi 2026…».