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Dirigenza Juve, a giugno la riforma sportiva: non solo il ds. Caccia al nuovo Nedved
Dirigenza Juve, a giugno ci sarà una nuova riforma nell’area sportiva: non solo il ds, adesso si cerca anche il nuovo Nedved
Semplificando al massimo si possono usare le parole di Francesco Calvo alla vigilia dello Spezia per fotografare il nuovo assetto societario della Juventus: «L’approccio è molto semplice: abbiamo una struttura snella con poche persone: Scanavino, Cherubini, io e l’allenatore». La rivoluzione dall’alto che ha investito il club bianconero in seguito alle dimissioni dell’intero gruppo dirigenziale lo scorso novembre ha stravolto equilibri e certezze disegnando una nuova Juventus in corsa, con pochi punti di contatto tra la gestione Andrea Agnelli e il nuovo corso John Elkann. Le scelte ai vertici sono state indirizzate forzatamente verso un governo tecnico, con Ferrero e Scanavino in testa, per gestire lo stato di crisi dichiarato, tra inchieste sportive, giudiziarie e un rosso di bilancio di quasi 240 milioni. Dopo anni di scudetti e cavalcate indimenticabili la priorità per la nuova dirigenza non è più il rettangolo verde ma difendere la Juventus fuori dal campo e rilanciarla, grazie a un team di professionisti con esperienza da vendere nei rispettivi campi legali e finanziari. La situazione emergenziale non dovrebbe andare oltre fine stagione, per questo motivo ai piani alti della Continassa si sta già lavorando più e meno sotto traccia alla nuova Juve che verrà. Con diverse certezze e ancora parecchi punti interrogativi, perché in ogni caso da giugno in avanti la squadra tornerà ad essere una priorità.
Sotto la guida esperta di Francesco Calvo, il dirigente operativo più sintonizzato sulle frequenze del campo, a cui è stata affidata la responsabilità dell’area sportiva. Sarà lui a traghettare la Juve dal “governo tecnico” a un lento ma inevitabile ritorno alla normalità, coordinando le diverse figure di riferimento tra cui Cherubini, Morganti e Braghin, ma anche lo stesso Allegri, allenatore con più responsabilità del suo primo quinquennio in Juventus. A giugno però l’assetto dell’area sportiva potrebbe cambiare ancora, al momento il futuro di Cherubini e Allegri appare incerto, e vincolato non solo ai risultati ottenuti da qui a fine stagione, ma soprattutto alla compatibilità con il nuovo progetto. Dopo l’ottimo lavoro con la Next Gen, Giovanni Manna è stato promosso in prima squadra, ma potrebbe non bastare; non è infatti da escludere un nuovo ds, con Massara e Giuntoli in pole. Il milanista è in scadenza di contratto 2024 ed è un nome gradito alla proprietà, in linea con la nuova politica societaria e lo stile bianconero. Ma i nomi che stuzzicano di più i tifosi sono gli ex calciatori, e dopo la conferma del nuovo cda “ristretto” a 5 nomi, quelli del presidente Gianluca Ferrero, del dg e ad Maurizio Scanavino, Diego Pistone e i consiglieri indipendenti Fioranna Vittoria Negri e Laura Cappiello appare evidente che manchi un uomo di campo, il sostituto ideale del vicepresidente Pavel Nedved. L’identikit è quello: una bandiera che ha fatto la storia juventina, un modello di riferimento per i giovani capace di tramandare la mentalità e il dna ai nuovi, e chi meglio di Del Piero o Chiellini? Sono loro i candidati in cima alle preferenze della piazza, uno dei due ex capitani potrebbero rientrare a Torino con un ruolo ai vertici della società, dopo i segnali di riavvicinamento dei mesi scorsi, con il ritorno da cartolina di Pinturicchio allo Stadium ad aprile 2022. E Platini alla finestra, dopo mesi complicati e l’assoluzione per le accuse ai danni della Fifa. Allegri rimane un punto fermo fino a giugno, ma i tifosi – delusi da una stagione al di sotto delle aspettative – sognano un ritorno in grande stile. C’è da fare i conti con un budget serrato che al momento non consente di volare con la fantasia, ma sognare non costa nulla. E allora tanto vale farlo in grande visto che Zidane ha da poco espresso la volontà di tornare in panchina e Conte non vedrebbe l’ora di tornare a Torino.