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Domenico Criscito torna in Italia e chiama Claudio Marchisio

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Domenico Criscito e Claudio Marchisio hanno vinto insieme il campionato nel 2006 con la Juve Primavera

Due stagioni straordinarie da compagni di squadra alla Juventus, culminate nel 2006 con la vittoria del campionato Primavera, più una mezza in Serie A sotto la guida di Ranieri. Figli di un periodo storico in cui la debacle del calcio italiano ha toccato il fondo con l’uscita di scena dai Mondiali. Domenico Criscito e Claudio Marchisio sono quelli delle leva 1986, non proprio baciata dalla fortuna in età calciofila matura.

Destini separati, esigenze simili a periodi alterni: «Io voglio giocare» disse Criscito quando Juventus e Genoa dovevano decidere sul futuro a un certo punto della sua carriera; parole mai pronunciate esplicitamente, ma che rispecchiano chiaramente lo stato d’animo di Marchisio, sempre meno protagonista del progetto bianconero. A fine di questa stagione entrambi decideranno il loro futuro.

Il Genoa pronto a riabbracciare Domenico Criscito

Domenico Criscito, in verità, si è già espresso apertamente. Tornerà in Italia, a Genova, sponda Grifone, laddove ritroverà l’accoglienza caloroso di sempre per lui. Con Perin in porta, Rossi in attacco, e adesso Criscito in difesa, il Grifone assumerà un profilo sempre maturo per ambire a una classifica più interessante rispetto alle ultime stagioni. E chissà che in questo quadro, oltre a Sturaro – anche lui voglioso di tornare a giocare con maggiore continuità – non possa in qualche modo entrarci pure Marchisio.

Il futuro di Marchisio: perchè lontano dal calcio che conta?

Claudio Marchisio riflette. Anche se Allegri lo invita a far slittare ogni distrazione in chiave di calciomercato alla prossima estate. America e Cina restano destinazioni accreditate, ma a 32 anni bisogna anche concedersi la possibilità di spostare più avanti la linea di confine tra il calcio giocato e quello da vetrina proposto dall’altra parte del mondo. L’esempio di Criscito, che torna in Serie A per esserne nuovamente protagonista – dopo sette anni in Russia – sembra piuttosto significativo. Così come le parole del difensore alla Gazzetta dello Sport immaginando Mancini (suo attuale allenatore allo Zenit) alla guida della Nazionale: «Magari diventerà CT e forse con lui avrei più chance di essere convocato, visto che Ventura non ha mai preso in considerazione l’idea di convocare giocatori impegnati in campionati esteri». Forse per allentare la presa, e accantonare i sogni azzurri, c’è ancora tempo per tutti.

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