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Pirrotta: «Settore giovanile Juve? Se non ci sei dentro non puoi capire» – ESCLUSIVA
Domenico Pirrotta, ex centrocampista della Juventus Primavera, in esclusiva si JuventusNews24
«Un po’ preoccupato come tutti. L’importante è rispettare le normative e tenersi in contatto con i propri cari. Per fortuna in famiglia stiamo tutti bene», risponde Domenico Pirrotta alla domanda più inflazionata del momento: “come va in questo periodo?”
Con lui però si può a anche parlare di molto altro: intanto di Juventus, in cui è cresciuto a livello giovanile sino alla Primavera ed alla duplice conquista del Viareggio nelle stagioni 2008/09 e 2009/10. E poi più in generale di calcio, in virtù di una carriera vissuta a cavallo tra professionismo e dilettantismo. Il trentenne centrocampista e capitano del Corneliano Roero, compagine che milita nell’Eccellenza piemontese, si è raccontato in esclusiva su JuventusNews24.
Domenico, voi ancor più dei professionisti siete in bilico in questo speciale momento storico. Credi che la vostra stagione ripartirà?
«Ti parlo in quanto capitano e tramite tra lo spogliatoio e il nostro presidente De Bellis. In tanti nella LND vorrebbero smettere, noi come società abbiamo una posizione diversa. I giocatori naturalmente hanno l’interesse di tornare a giocare per una questione economica. Anche se, più passa il tempo, più diventa complicato. Con tutte le limitazioni attuali viene difficile anche solo tenersi in forma. E poi c’è la questione dei tesseramenti, tutti in scadenza al 30 di giugno. A sensazione personale non credo si ripartirà».
Sarà davvero così difficile tornare ad allenarsi?
«Non per i giocatori della Juventus. Loro hanno tutto quello che serve anche a casa, macchinari, spazi e via dicendo. Ronaldo ha addirittura a disposizione uno stadio…».
Anche da voi, immagino, tenga banco la questione stipendi
«Noi siamo stati pagati fino a quando abbiamo giocato, in Eccellenza non esistono dei veri e propri contatti. Già in Serie D è diverso. Poi non lo voglio chiamare stipendio, ma è comunque un rimborso importante. Per me e i miei compagni rappresenta una grossa perdita. Magari a Ronaldo non cambia rinunciare a 6 milioni, a me cambia rinunciare a 600 euro. Però in questo momento non ci sono grandi alternative».
Perché la Juventus è arrivata prima delle altre a un accordo tra società e spogliatoio?
«Perché la Juve è avanti su tutto. Io sono tifoso dell’Inter, ma sono cresciuto lì e ho capito cosa significa. Non ce n’è per nessuno, al di là del livello sportivo. È lo spessore umano e la capacità di sapersi comportare».
Da ieri è ufficiale la sospensione dei campionati giovanili: quanto può incidere sulla crescita di un ragazzo un simile stop?
«Sinceramente non capisco perché si sia partito da lì. Secondo me i ragazzi erano quelli più gestibili. Sarebbe bastato farli allenare a gruppetti, anche senza giocare partite di campionato. Quello che fa la differenza nel percorso giovanile sono gli allenamenti, più che le partite. A patto che uno lavori bene: i giovani di oggi sono diversi da quelli di una volta».
Tu hai vissuto in prima persona il settore giovanile di Juventus: cosa c’è di speciale nella formazione bianconera?
«Io sono arrivato lì che ero un ragazzino. La verità è che finché non ci sei dentro non lo puoi capire. Impari valori come il rispetto e l’educazione, la voglia di allenarsi e migliorarsi sempre e comunque. Nulla poi ti prepara quanto la Juventus a livello tecnico e tattico. Ricordo che quando ero negli Allievi si scomodava Carrera per venirci a insegnare la fase difensiva. Poi ricordo gli allenamenti di tecnica individuale con Marchio. Da impazzire, davvero».
Tre nomi di ragazzi che hai incontrato durante il tuo percorso. Dimmi cosa ne pensi
«Vai!».
Pinsoglio
«Un bravissimo ragazzo, con lui ho un rapporto stretto. Si fa voler bene dallo spogliatoio perché fondamentalmente è un buono, oltre che un casinista. Non gli ho mai sentito dire nulla di fuori luogo ed ha anche fatto bene quelle volte che è stato chiamato in causa».
Immobile
«Ciro era un un buonissimo giocatore già in Primavera, aveva fatto 10 gol in una sola edizione del Viareggio. Quando arrivava la palla in area lui segnava, la porta l’ha sempre vista. Sinceramente a stupirmi è il suo miglioramento tecnico. Ora salta l’uomo e controlla e passa il pallone in modo diverso. In quello si vede la sua vera crescita».
Alcibiade
«L’ultima volta che l’ho visto è stato un paio di anni fa, lui giocava ancora alla Pro Vercelli. So che in Under 23 sta facendo bene. Anche lui è un bravo ragazzo e un buonissimo giocatore. Poi fisicamente è un animale».
Hai il rimpianto di non essere arrivato dove volevi? L’Under 23 avrebbe potuto aiutarti?
«Avrebbe potuto aiutarmi, sicuramente. Avrebbe aiutato me e molti altri giocatori validi. La verità però è che se ti manca la voglia, negli anni, alla fine non arrivi lo stesso. È quella, oltre al talento, la cosa che fa la differenza».
Si ringrazia Domenico Pirrotta per la disponibilità e la cortesia mostrate in occasione di questa intervista